Sono
proprietaria di una casetta nel centro storico di Siena. Mi hanno detto che se
la facessi vincolare, avrei dei vantaggi. E’ vero?
Possedere
un immobile vincolato come bene artistico o storico può permettere sostanziosi
vantaggi fiscali. Quindi chiedere il vincolo può essere un buon affare:
chiunque può farlo, presentando una buona documentazione alla Soprintendenza
dei monumenti. Gli immobili vincolabili sono tanti, non solo ville o castelli,
ma anche casupole nei centri storici medioevali, bei palazzi liberty nei
capoluoghi, cascine nelle campagne, vecchie baite in montagna.
Ma quali
sono i vantaggi? Per capirli, occorre premettere una considerazione: quasi
tutte le tasse sugli immobili sono basate su un parametro di valore, la rendita
catastale, che è stimata dal Catasto in base alle caratteristiche del singolo
appartamento, oltre a quelle del palazzo in cui è situato. Con un’eccezione:
gli immobili vincolati, appunto. Essi infatti sono comunque valutati dal
Catasto come la peggiore e la più
malandata casa esistente nella zona dove sono situati, ed applicano quindi la
sua rendita catastale. Quindi precipitano vertiginosamente le imposte sui
redditi, quelle di compravendita, l’Ici (imposta comunale sugli immobili) e
perfino le imposte sul canone di locazione (di cui non si tiene conto, perché e
come se l’immobile non fosse affittato). Da una simulazione effettuata dalla
Confappi, su nove città diverse, il risparmio fiscale vada un minimo del 67%
fino all’esenzione completa da tributi e gabelle. Ma non è finita: la tassa di
registro, che si paga al momento della compravendita, è sempre pari al 3% (come
quella prevista per le prime case), anche se l’immobile è una seconda casa. Le
imposte di successione e donazione sono cancellate in toto. Infine, in caso di
ristrutturazioni, oltre alla detrazione fiscale del 36% sui costi di recupero,
prevista per le abitazioni fino a dicembre 2002 e da scalare dai redditi, è
possibile godere di un’ulteriore detrazione del 9,5%.Vi è però un rovescio
della medaglia: il vincolo porta con sé limiti nei lavori che si possono
eseguire, obbligo di usare materiali di pregio e mano d’opera più qualificata
e, talvolta, anche l’impegno a lasciar visitare al pubblico l’immobile in orari
predeterminati.
Silvio
Rezzonico, presidente Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare)