Espropri. La determinazione dellindennità

 

Dalla data in cui la dichiarazione di pubblica utilità diviene efficace, inizia il principale tormentone dell’iter di esproprio: la determinazione dell’indennità a favore del proprietario. A dire il vero, di indennità ne esistono due. Vi è quella cosiddetta “provvisoria”, che la pubblica Amministrazione deve comunque versare prima di eseguire materialmente l’esproprio (un’importate garanzia introdotta dal Testo Unico). E vi è poi quella “definitiva”, che ha un’iter di determinazione tutto suo, che può concludersi perfino dopo decenni dalla data di realizzazione dell’opera.

L’indennità provvisoria è stabilita dalla Pubblica amministrazione: resta comunque possibile per il proprietario proporre una propria stima, entro un mese dal ricevimento della notifica dell’elenco dei beni da espropriare. Una volta fissata l’indennità, il proprietario può (con apposito “accordo di cessione”), accettarla, oppure rifiutarla. In entrambi i casi, comunque, l’indennità va comunque versata.

L’indennità definitiva. Se il proprietario rifiuta (o tace), l’autorità gli propone un procedimento per la stima, che viene eseguito da una sorta di commissione arbitrale di tre persone, la prima nominata dal proprietario stesso, la seconda dall’autorità espropriate e la terza dal Presidente del Tribunale.

Trascorsi 30 giorni dal deposito della relazione di stima, il proprietario, il promotore dell’esproprio o qualsiasi terza persona interessata possono impugnare la stima stessa, davanti alla Corte di Appello. In tal caso, , dati i tempi della Giustizia, passeranno anni prima che l’indennità definitiva venga fissata.

 

Dal decreto allesecuzione

Fino alla dichiarazione di pubblica utilità, l’iter dell’esproprio consiste sostanzialmente in continue notifiche di atti cartacei. E’ solo in seguito, con il cosiddetto “decreto di esproprio” che si inizia a passare dalla parole ai fatti. Il decreto va emanato entro i termini di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità che, se non diversamente fissati, sono di cinque anni (prorogabili, però, con motivazione, di altri due).

Per la verità, anche il decreto può non essere altro che un ulteriore pezzo di carta. Possono passare infatti altri due anni (prorogabile di altri tre, con una nuova dichiarazione di pubblica utilità) per la sua esecuzione definitiva, che consiste nella presa materiale in possesso dell’area. . Entro i successivi 5 giorni, infine, la pubblica amministrazione dovrà curare la trasmissione dell’estratto del decreto alla Gazzetta Ufficiale o al Bollettino Ufficiale della Regione.