Blindati i periodi di accensione
solo per le caldaie di vecchio tipo
(Le norme sul risparmio energetico impongono che
il riscaldamento possa stare acceso solo in certi periodi dell’anno e per un
certo numero di ore al giorno. Inoltre
stabiliscono anche una temperatura massima (20 gradi più 2 di tolleranza per
abitazioni, uffici e negozi, 18+2 per gli altri immobili).Queste temperature
vanno intese comunque come media aritmetica di quelle
esistenti nei vari ambienti dello stesso alloggio. Se per esempio vi sono 23
gradi in soggiorno e 17 gradi in camera da letto, per questi due ambienti la media è rispettata.
I tempi di accensione
concessi variano invece a seconda della
cosiddetta “zona energetica” (vedi tabella). Perciò ad
ognuno degli oltre 8.100 comuni della Penisola è attribuita una delle sei “zone
energetiche” esistenti. Tanto per fare un esempio a Lampedusa è
possibile riscaldare solo dal primo dicembre al 15 marzo per sei ore al giorno (zona A) , mentre a Cuneo si può tener sempre
acceso (zona F).
A certi impianti, di nuova concezione non è posto alcun . limite di orario di accensione (solo
quello relativo ai periodi dell’anno). Si tratta di quelli con caldaia con un
certo rendimento termico previsto dalla legge e con una centralina climatica che
permetta di programmare due diversi livelli di temperatura nel corso delle 24
ore (uno più alto, in genere durante il giorno, e uno più basso, di 16°C,
durante la notte). In tal caso con il funzionamento tutto il giorno garantisce
di evitare gli “stress”tipici della caldaia che si mette in moto, con dispendio
di combustibile, produzione di fumi di
scarico più inquinanti e minore durata nel tempo degli apparecchi. Concesse 24
ore su 24 anche agli impianti centralizzati con contabilizzazione del calore e ad
alcuni altri (con cogeneratori,
a teleriscaldamento, con riscaldamento a pavimento, condotti con contratti di
Servizio energia da un’azienda o da un consorzio che si prende la
responsabilità del controllo).
Ecco quale rapporto esiste tra periodi di accensione e zona energetica in cui è situato il comune:
Zona energetica |
Max ore-giorno |
Periodo |
|
A |
6 |
1 dicembre-15 marzo |
|
B |
8 |
1 dicembre -31 marzo |
|
C |
10 |
15 novembre- 31 marzo |
|
D |
12 |
1 novembre-15 aprile |
|
E |
14 |
15 ottobre-15 aprile |
|
F |
nessuna limitazione |
Altre
regole sono:
·
tranne che nella zona F, l’impianto va acceso dopo le 5 di mattino
e chiuso dopo le 23;
·
le ore giorno permesse possono essere frazionate in due o più
periodi, a seconda delle necessità.
·
In
presenza di clima particolarmente
freddo, è possibile che il periodo di accensione sia prolungato (ma le ore di
accensione vanno dimezzate). In genere è il Sindaco, con apposita
ordinanza, che dà il permesso: tuttavia il Dpr 412/93
non esclude che l'iniziativa provenga dal singolo, o dall'amministratore
condominiale (che rischiano sanzioni, in caso di abuso)
Zone energetiche e
comuni
Per
motivi di sintesi riportiamo solo le zone energetiche dei comuni attualmente o in futuro capoluoghi di provincia. Nessuno
appartiene a quella A, mentre solo Belluno, Trento e
Cuneo sono nella F (nessun limite al periodo di accensione). Chi abita altrove
potrà informarsi presso il comune. L'alternativa è
oppure consultare la Gazzetta Ufficiale n. 242 del 14 ottobre 1993, che riporta
l’elenco completo, ma anche il DM Industria 16 maggio 1995, sulla Gazzetta
Ufficiale del 24 maggio 1995, n. 119, che lo modifica parzialmente. Altri
numerosi decreti hanno però ulteriormente cambiato l’elenco, seppure
limitatamente a pochi comuni.
Zona
B Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio
Calabria, Siracusa, Trapani.
Zona C Andria,
Bari, Barletta, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza,
Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa,
Salerno, Sassari, Taranto, Trani.
Zona
D Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Fermo,
Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa, Matera, Nuoro,
Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Verona,
Vibo Valentia, Viterbo.
Zona E Alessandria,
Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso,
Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone,
Gorizia, L’Aquila, Mantova,
Milano, Modena, Monza, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza,
Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio,
Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania,
Vercelli, Vicenza.
Zona F
Belluno, Cuneo, Trento.
Fonte: Ufficio Studi
Confappi-Federamministratori