Le agevolazioni spettano solo con il riconoscimento del
pregio storico-artistico. Nessun beneficio negli
altri casi
Il vincolo porta in dote gli sconti del Fisco
Il vincolo storico-artistico può
convenire, soprattutto se riguarda un immobile, perché permette di versare in
misura ridotta tutti i principali tributi e consente
contratti di locazione libera. Viceversa tutti gli altri vincoli a tutela del
valore ambientale di un fabbricato pongono solo limiti al diritto di proprietà
senza attribuire alcun vantaggio.
Avere questa consapevolezza dà una marcia in più ai professionisti
che danno consulenza ai proprietari degli immobili (soprattutto architetti,
ingegneri, geometri, commercialisti e notai): siamo in
Italia, un Paese in cui, secondo l'Unesco, sono
concentrati il 60% dei beni culturali del mondo. Molti sono quindi gli immobili
potenzialmente tutelabili: non solo ville o castelli, ma anche case nei centri
storici medioevali, palazzi liberty nei capoluoghi, cascine o masserie nelle
campagne, vecchie baite in montagna.
Immobili vincolati ai sensi delle leggi
statali. Ai fini
architettonici i vicoli ai sensi delle leggi statali sono di due tipi: il primo
è quello culturale (più in esteso, quello artistico, storico, archeologico, etnoantropologico). Grava su singoli oggetti (nei casi che
qui si esaminano, sugli immobili). L'altro è quello paesaggistico e può anche
riguardare beni immateriali, come un panorama. Entrambi hanno
come norma regolatrice il Codice dei beni culturali (Decreto legislativo 22
gennaio 2004, n. 42).
Vincolo culturale. Più conosciuto come” storico-artistico”
è sempre imposto dallo Stato e, per
lui, dalle Soprintendenze che dipendono dal ministero dei Beni culturali, ed è
il principale oggetto di questa pagina.
Il proprietario di un immobile con tale vincolo è quasi sempre conscio della sua esistenza, anche se capita
che né lui nei i professionisti a cui si rivolge conoscano, o sappiano
sfruttare a fondo i vantaggi di legge che ne derivano (prova ne siano le
numerose richieste di rimborso per imposte pagate in sovrappiù). Questa regola
ha un'eccezione: gli immobili tutelati prima del 1939, quando non esisteva
ancora un Catasto fabbricati: i provvedimenti di tutela, che sono tutt'ora
validi, possono essere sconosciuti perfino alle Soprintendenze.
Vincolo paesaggistico-ambientale.
E’ delegato a Regioni, Province e singoli Comuni, e, a volte, ad
altri Enti, attraverso responsabilità a cascata che dipendono
in parte dalla norma statale e, molto più, dalle decisioni degli organi locali
o dai piani paesistici regionali, se approvati.
I vincoli ambientali hanno i contenuti più diversi e possono
riguardare parte di un singolo bene di un privato o tutto il territorio di uno
o più Comuni limitrofi.
Molto più spesso capita che il
proprietario (o il nuovo acquirente) di un immobile con questo vincolo ignori
la sua esistenza e quindi la necessità di ottenere assensi particolari in caso
di ristrutturazioni.
Esso può per esempio riguardare interi quartieri o particolari vie di una grande città, non solo i centri storici più noti. Esempi
tipici potrebbero essere a Milano la zona attorno a via
Benedetto Marcello (parallela di Corso Buenos Aires), o l'isolato in corso
Vercelli tra via Scarpa, via Rasori e piazzale
Baracca, oppure diversi viali alberati a Torino contraddistinti da buone
presenze architettoniche, o infine , all'interno del Comune di Genova, la
strada interprovinciale passo del Turchino-Passo del Faiallo, per un tratto di 250 metri a monte e a valle.
Le banche dati. Va subito detto che un unico elenco dei
beni con vincoli culturali e/o ambientali non esiste, e quindi ogni statistica
è impossibile.
Per gli immobili con vincolo culturale sarà accentrato presso il Sigec (Sistema informativo generale del catalogo). Anche
grazie all'apporto tecnico dell'Enea la banca dati Sigec
(non ancora online) comprende oggi ben 2,5 milioni di
schede di beni vincolati, tra cui gli immobili sono attualmente
5.423: un dato che fotografa una fetta minima della realtà, anche perché molto
tempo è stato speso a predisporre schedature standard e quelle degli immobili
si sono rivelate le più difficili da redigere da parte delle Soprintendenze.
Sempre per gli stessi immobili, una banca dati parallela, e in via di unificazione, è predisposta dall'Istituto per il restauro.
Già disponibile via web è invece la banca dati Sitap
(Sistema informativo territoriale, ambientale e paesistico), che conta per ora
segnalazioni di 6.328 documenti di vincoli ambientali in 19 regioni (manca la
Sicilia), che possono riguardare anche territori assai vasti (per esempio la
Penisola Sorrentina).
Oggi il metodo più sicuro per informarsi dell’esistenza di vincoli
e del loro contenuto resta ancora rivolgersi alle Soprintendenze..
Documenti di vincolo
ambientale riportati nella banca dati Sitap
Regione |
N. documenti |
Regione |
N. documenti |
Piemonte |
288 |
Toscana |
571 |
Valle d’Aosta |
81 |
Marche |
316 |
Lombardia |
804 |
Lazio |
434 |
Trentino-A.Adige |
256 |
Abruzzo |
269 |
Veneto |
963 |
Molise |
44 |
Friuli-Ven. Giulia |
52 |
Campania |
196 |
Liguria |
644 |
Puglia |
152 |
Emilia-Romagna |
241 |
Basilicata |
33 |
Toscana |
571 |
Calabria |
74 |
Umbria |
164 |
Sardegna |
175 |
Totale |
6.328 |
|
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federramministratori
Vantaggi: imposta di registro sempre al 3%
Gli sconti fiscali Irpef
non hanno effetto sull'abitazione principale per il semplice motivo che essa è,
di fatto detassata. Hanno
invece rilievo, anche ai fini Ires, per tutti gli altri immobili, ivi compresi nel computo anche
uffici, negozi e altri usi, dal momento che l'articolo 11 della 413/1991 non fa
distinzioni a questo proposito.
Un capitolo interessante riguarda le unità immobiliari locate:
anche in questo caso, infatti, secondo la giurisprudenza tributaria, base imponibile
non dovrebbe essere il canone annuale (per quanto decurtato del 15% di spese),
bensì la rendita catastale ridotta. Se così è, il risparmio programmabile
cresce a dismisura, in quanto è più unico che raro che
il canone annuo non superi, e di gran lunga, qualsiasi rendita applicata
all'immobile.
Ici. Per gli effetti sull'Ici delle tariffe catastali minime si veda nel
dettaglio l'articolo in basso: il fatto che la base imponibile non sia
direttamente la rendita, ma il valore catastale, ottenuto moltiplicando la
rendita per un certo parametro, rende comunque invariato il risparmio fiscale.
C'è da aggiungere che la legge 447/97 ha dato ai Comuni la possibilità (ma non
l'obbligo) di fissare, per gli immobili vincolati, un'aliquota Ici inferiore a quella minima del 4 per mille. Nei pochi
comuni che l'hanno colta, il guadagno fiscale è ancora superiore.
Imposte sull'acquisto. L'imposta di registro è comunque ridotta al 3% (anziché il 7%), a prescindere dal
fatto se l'immobile sia o meno una prima casa e senza che abbia rilievo se è
classificabile come «di lusso» ai sensi del decreto ministeriale 2 agosto 1969.
Ricordiamo infatti che gli immobili di lusso non
godono usualmente di Iva o registro ridotti, anche se destinati a prima casa.
Le imposte ipotecarie e catastali restano determinate invece nella
misura ordinaria (in misura fissa per le prime case e al 3% del valore
denunciato, per gli altri immobili).
Tecnicamente, inoltre, resterebbero impossibili gli accertamenti fiscali
se il valore della compravendita denunciato non supera quello catastale.
Secondo la giurisprudenza (Commissione Tributaria Centrale, 16 luglio 1988, n.
4121) il valore catastale andrebbe determinato, in questo caso, moltiplicando
la rendita catastale ridotta e aggiornata, per i relativi parametri (attualmente 110 per la prima casa e 120 per le altre
abitazioni), anche se le Entrate hanno negato questa agevolazione (Circolare n.
34/1999)..
Tuttavia, non è sempre detto che il gioco valga la candela. Infatti,
a intralciare l'opera di chi denuncia un valore
esageratamente basso, scatta il diritto di prelazione nelle vendite di
fabbricati vincolati da parte dello Stato. Cioè
l'obbligo, da parte del proprietario e del notaio incaricato, di comunicare al
ministero dei Beni culturali l'avvenuta vendita e il prezzo. Il ministero, la
regione o altro ente pubblico territoriale interessato hanno 60 giorni di tempo
per decidere se acquistare lui l'immobile oppure lasciarlo comprare ad altri.
Quindi chi denuncia un valore di compravendita bassissimo
rischia di essere letteralmente espropriato.
Ici: vantaggi
fiscali per gli immobili con vincolo storico-artistico
Immobili centrali di categoria signorile e
classe media, con 6 vani catastali di consistenza
(circa 100 mq)
Città |
Prima casa |
Altra abitazione |
||||
Ici (euro) |
Ici ridotto per immobile vincolato (euro) |
Risparmio fiscale (%) |
Ici (euro |
Ici ridotto per immobile vincolato (euro) |
Risparmio fiscale (%) |
|
Milano |
774,49 |
244,03 |
81,9% |
878,49 |
244,03 |
72,2% |
Verona |
580,51 |
66,05 |
100,0% |
876,87 |
66,05 |
92,5% |
Bologna |
752,87 |
208,24 |
91,1% |
978,71 |
208,24 |
78,7% |
Firenze |
708,11 |
227,76 |
100,0% |
1.127,40 |
227,76 |
79,8% |
Siena |
378,25 |
330,25 |
77,4% |
842,70 |
330,25 |
60,8% |
Roma |
972,86 |
392,88 |
81,9% |
1.515,40 |
392,88 |
74,1% |
Napoli |
453,50 |
20,50 |
100,0% |
774,38 |
20,50 |
97,4% |
Lecce |
175,00 |
128,85 |
100,0% |
438,43 |
128,85 |
70,6% |
Palermo |
189,54 |
64,42 |
100,0% |
386,54 |
64,42 |
83,3% |
Fonte: Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
Tributi leggeri sulle successioni
La prelazione vale anche sulle donazioni, per le quali il valore
dell'immobile è determinato d'ufficio dallo stesso soggetto che si avvale di
tale diritto, un caso abbastanza evidente di conflitto di interesse.
Naturalmente, però, ci si può opporre alla stima, appellandosi a un esperto di nomina congiunta del privato e dell'ente
pubblico, oppure al presidente del tribunale, che nominerà un perito. A sua volta
la stima del perito può essere impugnata, ma solo per errore o manifesta
iniquità.
Successione. Sugli immobili caduti in successione la
prelazione non può esercitarsi e pertanto la possibilità di denunciare solo i
valori catastali, ai fini del calcolo delle imposte ipotecarie e catastali che
gravano comunque sulle eredità immobiliari, tornerebbe
a essere conveniente (salvo litigi tra eredi sulla suddivisione).
Locazioni. La legge sugli affitti abitativi
(431/1998) ha "sganciato" dalle sue regole gli immobili vincolati che
per tanto possono non solo essere locati a qualsiasi canone (tranne che si
scelga, come è improbabile, quello concordato), ma
anche per un qualsiasi periodo di tempo, seguendo le sole regole del Codice
civile. A questi notevoli vantaggi va aggiunta la possibilità, già citata, di
pagare ridotte imposte al momento della dichiarazione dei redditi.
Opere di ristrutturazione. Dai redditi del
contribuente é possibile, al momento della presentazione della dichiarazione dei
redditi, applicare una detrazione d'imposta del 19% delle spese
sostenute per la protezione, il restauro o anche la semplice manutenzione
dell'immobile vincolato (articolo 15 del Tuir).
Per i redditi d'impresa la detrazione si
trasforma in deduzione, per l'intera spesa sopportata (articolo 100 del Tuir). Queste agevolazioni sono
cumulabili con quella del 36% sulle opere di recupero (circolare Entrate n-
57/1998).* Deve essere però certificata dalla Soprintendenza la
necessità delle spese, previo accertamento della loro congruità effettuato
d'intesa con il competente ufficio del territorio del ministero delle Finanze.
Le leggi statali, ma spesso anche quelle regionali e locali,
prevedono inoltre contributi per il restauro. I contributi statali possono essere
a fondo perduto (fino al 50% della spesa) o in conto interessi (abbattimento
fino a sei punti percentuali del tasso dei mutui per la ristrutturazione).
Naturalmente l'erogazione prevede l'assenso delle Soprintendenze che
riconosceranno la necessità minore o maggiore della spesa. Al vantaggio
corrisponde però un onere: gli immobili per i quali il contributo è concesso
devono essere resi accessibili al pubblico secondo modalità
fissate, caso per caso, da appositi accordi.
A decidere sono le Soprintendenze
Il decreto legislativo n. 42/2004 prevede espressamente che il
proprietario o il possessore di un immobile possa richiedere il vincolo storico
artistico. A segnalare alla Soprintendenza l’opportunità del vincolo può essere
anche un’associazioni volta alla tutela e perfino
qualsiasi privato cittadino.
La richiesta, per essere presa in seria considerazione, andrà
accompagnata da una ricca documentazione (per esempio foto, piantine, studi
storici o artistici).
Unici arbitri del vincolo sono i funzionari delle
Soprintendenza, con notifica motivata in dettaglio in base agli
indirizzi dati dal Ministero. Il vincolo può riguardare solo l'aspetto esterno
o solo quello interno, oppure entrambi. Può perfino valere per un solo elemento
(un camino monumentale, un affresco sul soffitto, delle finestre a bifora).
Il paradosso sta nel fatto che i vantaggi fiscali garantiti a un immobile interamente o parzialmente vincolato sono
esattamente gli stessi.
Procedura del vincolo. Il vincolo è preceduto in genere da una
verifica dell'interesse culturale o, più raramente, è imposto direttamente con
“dichiarazione di interesse”.. Entrambi i procedimenti
sono notificati al proprietario, al possessore o al detentore a qualsiasi
titolo dell'immobile dalla Soprintendenza. Anche la semplice
verifica dell’interesse culturale fa scattare le misure di tutela contro opere
edilizie non assentite o contro vendite senza concessione del diritto di
prelazione agli Enti pubblici. .
L'interessato ha 30 giorni di tempo per presentare ricorso
amministrativo o osservazioni al ministero dei Beni
culturali, sia per motivi di legittimità sia di merito. Il ricorso comporta la
sospensione degli effetti della dichiarazione, fatta salva l'impossibilità di interventi edilizi senza autorizzazione della
Soprintendenza e la possibilità di verifiche e controlli del ministero.
Il ministero, sentito il competente organo consultivo, decide sul
ricorso entro 90 giorni dalla sia presentazione, fatta salva la possibilità di
ricorrere al Tar e al Consiglio di Stato..
Quali immobili di privati possono avere un vincolo storico-artistico
1)
Quelli
che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico
particolarmente importante che non siano opera di autore
vivente o la cui esecuzione risalga ad oltre 50 anni.
2)
le ville,
i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico;
3)
i siti
minerari di interesse storico od etnoantropologico;
4)
i rustici
che siano testimonianze notevoli dell’economia rurale tradizionale;
5)
le opere dell’architettura
contemporanea di particolare valore artistico;
6)
gli studi
d’artista;
7)
i beni di
interesse per la storia della scienza e della tecnica aventi più di cinquanta
anni.
8)
le
vestigia individuate dalla normativa della Prima guerra mondiale.
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
Percorso ad ostacoli per le opere edilizie
Gli svantaggi del vincolo attengono, naturalmente, ai limiti ai lavori che é possibile eseguire, in
immobili che spesso sono poco adatti a essere abitati.
In certi casi, perfino semplici lavori di manutenzione ordinaria possono essere
resi difficili: è il caso di un mutamento del colore
interno di un intonaco, o dell'obbligo di ripristinare un'antica tappezzeria.
Vi può essere la necessità di utilizzare materiali edili e tecniche
di conservazione e restauro particolarmente costosi. Nel caso di interventi sugli affreschi è previsto per legge il
ricorso a tecnici garantiti dall'Istituto centrale del restauro.
Procedimento per opere edilizie. Secondo il Testo unico dell'edilizia,
referente unico dell'interessato è lo Sportello unico dell'edilizia che
dovrebbe acquisire direttamente dalla Soprintendenza atti
di assenso, previsti per gli interventi edilizi su immobili con vincolo storico-artistico o ambientale. Non solo. lo Sportello dovrebbe fornire ogni informazione
sull'immobile: tuttavia, spesso i professionisti che aiutano il privato hanno
un rapporto diretto con le Soprintendenze perché gli Sportelli unici non
esistono dappertutto o non sono ancora "attrezzati".
Il Codice dei beni culturali prescrive che la Soprintendenza
rilasci l'autorizzazione alle opere entro 120 giorni dalla ricezione della
richiesta, salvo sospensione in caso di richiesta di ulteriore
documentazione. Un ulteriore sospensione, di 30 giorni
al massimo, è possibile per accertamenti tecnici. Trascorso inutilmente tale
termine l'interessato potrà diffidare la Soprintendenza a
rispondere entro 30 giorni: in caso contrario l'assenso si riterrà accolto.
In caso di interventi soggetti a Dia, la
richiesta alla Soprintendenza sarà antecedente alla presentazione della Dia con
il relativo progetto e l'atto di assenso verrà allegato ad essi. Il ministero è
competente, al posto delle Soprintendenze, per gli assensi relativi
alle demolizioni, anche con successiva ricostruzione.
Sono possibili, nei casi di "assoluta urgenza",
interventi provvisori per evitare danni al bene tutelato, purché ne sia data
immediata comunicazione alla Soprintendenza. Il Soprintendente, comunque, può ordinarne la sospensione.
Il Soprintendente può anche sospendere gli interventi su beni non
vincolati che giudica meritevoli di tutela. L'ordine si intende
revocato se entro 30 giorni non è comunicato l'avvio del procedimento di
verifica dell'interesse storico-artistico o di
dichiarazione di tale interesse.
Contemporaneamente alla richiesta di intervento,
il privato proprietario può richiedere i contributi concessi ai sensi degli
articoli 35 e 37 del Codice, in genere pari al massimo di metà della spesa
sostenuta, tenendo conto di eventuali contributi o agevolazioni fiscali concessi
per gli stessi lavori.
Obbligatori i lavori per la conservazione
La conservazione dell'immobile vincolato non è però una semplice
facoltà: è un obbligo di legge. Tant'è vero che le
Sovrintendenze possono imporla a proprietario a sue spese, inviando un'apposita relazione tecnica. Quest'ultimo
ha 30 giorni per fare osservazioni. La Soprintendenza fissa
anche un termine per la presentazione del progetto, che andrà trasmesso a sua
cura anche al comune o alla città metropolitana, che possono esprimere parere
motivato entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione. In caso di interventi di particolare rilevanza il Ministero può
contribuire agli esborsi necessari.
Qualora il proprietario non provveda, il
ministero può intervenire direttamente, determinando la somma da porre a carico
del proprietario stesso.
La tutela indiretta. Il Codice dei beni culturali, riprendendo in
ciò tutte le norme precedenti, riafferma la cosiddetta tutela indiretta degli
immobili vincolati, che riguarda altri immobili circostanti, che vincolati non sono.
Si tratta in sostanza di porre tutti i divieti necessari perché non siano
alterati il decoro ambientale, l'integrità, la prospettiva e la luce dei beni
protetti. Di conseguenza i proprietari degli immobili vicini possono avere
vincoli di inedificabilità e sopraelevazione, distanze
tra le costruzioni maggiori, obbligo di uso di certi materiali piuttosto che
altri (per esempio tegole in cotto o intonaci di certi colori), limiti al
parcheggio e all'installazione di attività commerciali e via elencando.
In cambio, non hanno nulla: né agevolazioni fiscali, né contributi
e tanto meno un indennizzo (un'eccezione d'incostituzionalità in proposito è
stata dichiarata infondata dalla Corte costituzionale, 4 luglio 1974, n. 202).
Contro l'opportunità del vincolo di tutela indiretta è possibile ricorrere al giudice amministrativo solo per vizi di
legittimità relativi all’atto o al suo iter
procedurale. Anche il vincolo di tutela indiretta va
trascritto.
Le Sanzioni per i
proprietari di immobili con vincolo culturale
Opere senza autorizzazione e inosservanza dell’ordine di
sospensione dei lavori |
Esecuzione a proprie spese del ripristino. Arresto da sei mesi ad
un anno e ammenda da euro 775 a euro 38.734, 50 |
Uso incompatibile o pregiudizievole |
Arresto da sei mesi ad un anno e ammenda da euro 775 a euro 38.734, 50 |
Inosservanza prescrizioni di tutela indiretta |
Arresto da sei mesi ad un anno e ammenda da euro 775 a euro 38.734, 50 |
Vendita senza concessione di prelazione |
reclusione fino ad un anno e la multa da euro
1.549,50 a euro 77.469 |
Chi non ottempera ad un ordine impartito dall’autorità preposta
alla tutela dei beni culturali |
se il fatto non
costituisce un più grave reato, arresto fino a tre mesi o ammenda fino a euro
206 |
Collocazione cartelli pubblicitari |
da Euro 343,35 a Euro 1.376,55 |
Fonte: elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
Gioco al ribasso per le
rendite catastali
Cardine principale delle agevolazioni fiscali sugli immobili con
vincolo storico-artistico è una norma inserita nell'articolo
11, comma 2, della legge 413/1991. La disposizione
prevede che «in ogni caso, il reddito degli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, ai sensi dell'articolo 3
della legge 1089/39...è determinato mediante l'applicazione della minore tra le
tariffe d'estimo previste per le abitazioni della zona censuaria nella quale è
collocato il fabbricato».
Per quanto riguardi apparentemente solo le imposte sui redditi, il
dettato ha importantissimi effetti anche su tutti quei tributi immobiliari che
determinano la loro base imponibile sulla rendita catastale, e più in
particolare l'Ici e le
imposte sui trasferimenti, cioè registro, Iva, ipotecarie e catastali,
applicate alle compravendite, alle donazioni e alle successioni.
Se infatti la base per determinare la
tariffa catastale (che andrà poi moltiplicata per la consistenza espressa in
vani o metri quadrati) è quella della minore tariffa nella zona censuaria, i
risparmi fiscali che si ottengono possono essere altissimi (dal 60 al 100% per
l'Ici, meno per altri tributi). Lo sconto è tanto più
alto, in percentuale, quanto più l'immobile sarebbe altrimenti classificato
come «di pregio», se fosse applicata la sua "tariffa naturale".
E' opportuno, per farsene una ragione, fare qualche esempio. A Milano,
nella zona censuaria centrale, la tariffa minima catastale di un fabbricato è
pari a 77,47 euro a vano catastale, contro i 612,20 euro di una tariffa media per le abitazioni di lusso (categoria. A/1), i 278,88 euro delle abitazioni signorili (categoria A/2) e i
222,08 euro di quelle medie (A/3). Ne consegue che il risparmio di
tariffa è, sempre in media, pari all'87% rispetto al
lusso, il 72% rispetto al signorile, e al 65% rispetto alle abitazioni civili.
Tale risparmio si ripercuote esattamente nell'Ici (e
più vistosamente su quella per l'abitazione
principale) nonché sulla base imponibile Irpef.
Per le imposte di trasferimento gli sconti
fiscali possono essere, almeno sulla carta, ancor più consistenti, ma esistono
anche le controindicazioni elencate nel servizio in alto a sinistra.
La giurisprudenza. Una lotta durata anni ha contrapposto il Fisco,
in sede di Commissioni tributarie, Tar e Cassazione,
in merito all'interpretazione dell'articolo 11 della
legge 413/1991, su quando è possibile applicare agli immobili vincolati le
tariffe catastali ridotte. Oggi è possibile affermare con una certa sicurezza
che i contribuenti possessori di immobili vincolati
l'hanno spuntata su tutta la linea, tant'è vero che
le Finanze hanno finito per riconoscere quasi tutte le loro richieste in
circolari e risoluzioni.
Oggetto del contendere è stato il fatto se
la rendita ridotta fosse o meno applicabile anche a imposte diverse dall'Irpef-Irpeg (ora Ires) e se fosse possibile ottenere
rimborsi per quanto pagato in più, per Irpef, Ici e compravendite. Riferendosi solo
alle sentenze favorevoli al cittadino in sede di Cassazione, si possono
elencare queste: n. 2442 del 18/3/1999; n. 5740 dell'11/6/1999; n. 7408 del
13/7/1999; n. 10135 del 2/8/2000; n. 12790 del 19/10/2001; n. 13687 e 13694 del
22/7/2004; n. 15531 dell'11/8/2004.
L'ultima trincea di battaglia dell'agenzia delle Entrate è stato
stabilire se i cittadini avessero diritto di riportare
nella dichiarazione dei redditi la rendita ridotta anche in caso di locazione
di immobili non abitativi. Con la circolare n. 9 del 14 marzo 2005 le Finanze lo hanno negato. Ma
nel frattempo la Cassazione ha dato ancora loro torto, con le sentenze n. 2178
del 3 febbraio 2005, e 10860 del 31 marzo 2005. La commissione Finanze della
Camera, ha altresì approvato una risoluzione nella seduta del 25 ottobre 2005
che impegna il Governo a recepire le sentenze di
Cassazione.