Dal prossimo anno i comuni dovranno istituire, anche in forma associata, gli Sportelli Unici dell'edilizia, sul modello dei già operanti "Sportelli Unici per le attività produttive". E' scontato che i ritardi saranno all'ordine del giorno, così come è probabile la concessione di proroghe (basti ricordare quella di sei mesi prevista , pochi giorni fa, per lo Sportello Unico per gli Espropri).

Nello Sportello il proprietario di un immobile, il professionista che lo assiste e i fornitori (aziende edili e impiantistiche) dovrebbero trovare un unico interlocutore per ogni necessità. Il suo compito istituzionale è senz'altro quello di rilasciare i permessi a costruire e i permessi di agibilità e di ricevere e vagliare le denuncie di inizio attività. Ma ve ne sono anche altri. Per esempio, fornire informazioni sulle norme regolatrici, sull'iter delle pratiche, sui moduli previsti. E, soprattutto, fare da interfaccia rispetto all'utente rispetto a pareri o assensi dovuti da altri organi amministrativi. Quindi, in caso di richiesta del certificato di agibilità, lo Sportello dovrà acquisire il parere dei Vigili del Fuoco e quello delle Asl (se non basta l'autocertificazione). Se occorrono inoltre particolari nulla osta (dalla Soprintendenza monumenti, dall'ufficio tecnico della regione per le zone sismiche, dalle autorità militari, e così via), sarà lo Sportello a doversi dare da fare. E, infine, quando nell'approvazione della stessa pratica è coinvolto un numero notevole di uffici pubblici, dovrà indire una Conferenza di servizi (legge 241/90).

E' chiaro che l'istituzione dello Sportello Unico va a sconvolgere la macchina organizzativa di tutti i comuni, talvolta inefficiente ma talaltra consolidata e attiva. Prevede inoltre il varo di protocolli e convenzioni tra i diversi organi dell'amministrazione pubblica, che divengono suoi patner istituzionali dei procedimenti edilizi.