I consigli per risparmiare sul riscaldamento

 

1.       Caldaietta autonoma (a metano)

Regolate il termostato a 20°. Per tre motivi. Innanzitutto tale temperatura massima è un obbligo di legge. In secondo luogo, troppo calore fa male alla salute. In terzo luogo ogni grado in più aumenta il consumo di circa il 7%.

Ad ogni inizio di stagione di riscaldamento fate effettuare da personale specializzato il controllo e la pulizia dell’impianto. Per due ragioni. La prima è che anche questo è divenuto un obbligo di legge, e questa operazione va riportata sul libretto impianto. Il secondo è che l’eliminazione dei depositi calcarei, che riducono la trasmissione del calore e generano pericoli, significa un risparmio del 15% e più del consumo.

Non coprite i termosifoni con tende o arredi (mobili, per esempio). Si impedisce la circolazione dell’aria calda.

Chiudete la valvola dei radiatori nei locali non abitati.

Fate pulire la canna fumaria. E’ meglio l’intervento diretto di un addetto (il fumista, alias spazzacamino) che la pulizia con prodotti chimici. L’ostruzione dei tubi  è pericolosa e aumenta il consumo.

 

2.       Caldaia centralizzata (a gasolio o a metano)

I controllo e la pulizia vanno  fatte almeno una volta all’anno, normalmente all’inizio del periodo di riscaldamento. Se la caldaia ha potenza oltre i 350 kw va fatto un ulteriore controllo, a metà del periodo di riscaldamento. Dato che i controllo sono previsti normalmente nel contratto di manutenzione assicuratevi che siano fatti: risparmierete sul combustibile e non pagherete nulla in più.

Il controllo del rendimento di combustione va fatto ogni due mesi (deve essere previsto dal contratto)

Sostituite le caldaie con rendimenti più bassi di quelli di legge: è un obbligo, evita incidenti e diminuisce i consumi. Chiedete all’amministratore condominiale i risultati del controllo dei rendimenti.

Se molti condomini passano la maggior parte della giornata fuori casa, fate votare in assemblea  la “contabilizzazione” dell’impianto: in sostanza la caldaia resta centralizzata ma con appositi dispositivi si può regolare, spegnere o accendere la caldaia in ogni singolo appartamento. Si paga in proporzione ai consumi. Un impianto centrale contabilizzato  consuma (e inquina) di meno di tanti impianti termoautonomi.

State attenti che vengano rispettati i periodi di accessione annuale e giornaliera che variano da città a città a seconda dell’appartenenza del comune a una delle 6 zone energetiche. Per saperne di più, sulla vostra caldaia dovrebbe essere appeso un cartello (prescritto dalla legge) con periodi e orari.  Ricordate che la temperatura media di casa vostra non deve superare i 20°.

Stesso discorso fatto per il termoautonomo  sulla pulizia delle canne fumarie. Particolare attenzione va serbata agli impianti che prima funzionavano a gasolio (o peggio, a carbone o a olio combustibile)  e ora vanno a metano: i fumi del metano sono ricchi di acqua che dilava le canne dallo zolfo depositato e produce il micidiale acido solforico. Quest’ultimo è altamente corrosivo e si va a depositare preferibilmente  sulle superfici bollenti , corrodendole.

 

3.       Scaldabagno elettrico

Regolate il termometro sui 40-45° in estate e 60° in inverno.

Inutile superare tali temperature,  per poi miscelare l’acqua calda con quella fredda, consumando inutilmente.

Installate un timer (esistono anche le doppie prese a timer) che ha un costo contenuto e evita che lo scaldabagno funzioni quando non serve (di notte, per esempio).

Se lo scaldabagno deve servire sia bagno che cucina preferite due più piccoli a uno grande, con periodi d’uso e regolazioni calore differenti.

Potendo scegliere, è meglio uno scaldabagno a gas.

Preferite scaldabagni con pareti ben isolate. Un trucco: in genere tra due di capacità identica, è quello di dimensioni maggiori.

 

4.       Scaldabagno a metano

Se lo scaldabagno è ad accumulo, regolate la temperatura sui 55gradi. Avrete così acqua sufficientemente calda senza doverla miscelare per forza con quella fredda.

Se è ad accumulo, inserite un miscelatore per avere direttamente l’acqua alla temperatura desiderata. Se è posto sullo scaldabagno (anziché su ogni rubinetto) evita dispersioni di calore nelle tubazioni. Costa poco ed è comodo.

Se lo scaldabagno è del tipo a riscaldamento istantaneo, la sua pulizia (soprattutto dello scambiatore e della serpentina, per eliminare i depositi di calcare) assicura senz’altro riduzione nei consumi.

Fare un bagno costa tre volte di più che fare una doccia.

 

5.       Altri consigli

Risparmio energetico non significa solo cura e efficienza dell’impianto. Si può conseguire anche con altre misure, quali le coibentazioni (pannelli in polistirolo e simili) e con i doppi vetri o gli infissi a tenuta stagna. Ovviamente il rapporto tra costi e benefici della coibentazione dipende non solo da come ma anche da dove è fatta (pareti a nord, sottotetti eccetera). Gli infissi a tenuta stagna hanno pro e contro: ottimi per il risparmio energetico lo sono meno per la sicurezza degli impianti (cattiva aerazione) e per l’inquinamento indoor (l’aria di casa è sempre peggio di quella fuori, perché è la stessa ma più viziata).

Gli impianti a pannelli solari sono il massimo dal punto di vista del risparmio, ma costano molto: la spesa si ammortizza in decenni. I contributi previsti per la loro installazione sono quasi sempre dirottati verso il settore pubblico: informatevi comunque in Comune.

 

 

A cura di Giovanni Tomassoli, segretario Federamministratori (Federazione nazionale amministratori immobiliari)