Le regioni danno
incentivi a chi rispetta gli standard del Protocollo Itaca
Premi alla casa eco compatibile
Uno standard comune per valutare (e premiare) gli
interventi di edilizia sostenibile. A dispetto del
gran numero di definizioni legislative utilizzate in passato – "bioarchitettura",
"bioedilizia" ed"edilizia bioclimatica"–le
norme regionali si stanno allineando a uno standard
unitario, al quale sempre più spesso è legata l’erogazione di bonus ei
incentivi di varia natura ( si vedano la tabella e la scheda a fianco).
L’edilizia sostenibile è un passo in avanti e
in più rispetto alla riduzione dei bisogni energetici degli edifici, perché non
guarda solo al taglio dei consumi di metano, gasolio ed elettricità – e alla conseguente
riduzione dell’anidride carbonica nell’aria –ma anche a tutti i tipi di impatto nell’ambiente di un edificio.
Ma mentre è tutto sommato semplice constatare un risparmio energetico (basta controllare quanti
litri di gasolio, metri cubi di metano o kw di elettricità
si sono utilizzati, pur tenendo conto delle varianti climatiche di anno in anno)
, è ben più complicato trasformare in numeri un minore impatto ambientale.
Ad esempio, il calo di sostanze inquinanti nelle
stanze di casa dato dall’uso di materiali edili naturali, la riduzione delle emissioni
sonore, il recupero delle acque da pioggia sono difficili
da quantificare.
Eppure, se si vuole sostenere l’edilizia di alto livello ecologico con incentivi pubblici, diventa indispensabile
distinguere, con criteri non ambigui, se tra due abitazioni una abbia una qualità
ambientale maggiore dell’altra, e di quanto.
La formula magica, però, esiste, e ha un nome:
Protocollo Itaca.
A vararlo è stato la
Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome, il 16 gennaio
2004. Itaca è un ente tecnico della Conferenza stessa che, rifacendosi a esperienze estere, ha redatto un metodo di valutazione delle
prestazioni energetico- ambientali degli edifici a punteggio, che sta divenendo
il punto di riferimento di tutta la normativa regionale sull’edilizia
sostenibile e viene costantemente aggiornato (l’ultima edizione è stata approvata
due mesi fa).
Perla verità, di protocolli Itaca ce ne sono
tre. Uno completo, che consiste in una cinquantina di schede di valutazione che
cercano di sezionare tutti i rapporti edificio-ambiente; uno
semplificato, con 28 schede; e infine uno sintetico, con 12 schede. Sia il
primo che il secondo, per un gentlemen agreement
tra le Regioni, dovrebbero essere soltanto documenti tecnici
di riferimento. Il terzo, invece, secondo lo stesso accordo, dovrebbe essere
alla base di tutte le norme regionali sull’edilizia sostenibile, che non potrebbero
in alcun modo prescindere da esso. Così un edificio in
bioedilizia del Molise potrebbe essere confrontato con
uno in Friuli Venezia Giulia.
L’obiettivo, insomma, è evitare l’anarchia normativa
che caratterizza il settore del rendimento termico in edilizia, in cui ogni
regione pare volere far da sé, senza standard comuni.
Ma come funziona il
punteggio? In pratica, a ognuna delle caratteristiche dell’edificio
viene dato un voto, che varia da«meno uno» fino a «cinque». Meno uno significa che
l’edificio è al di sotto degli standard dell’edilizia
tradizionale.
Cinque che sono state utilizzate pratiche o tecnologie
di altissimo livello, magari sperimentali.
Naturalmente i voti sono stabiliti con criteri
il più possibile misurabili e oggettivi, per esempio con
formule matematiche. I punteggi raggiunti, prima di essere sommati uno con
l’altro, vengono ponderati, nel senso che ad alcuni si
dà un rilievo maggiore, perché giudicati più importanti, mentre ad altri un rilievo
minore.
Un esempio? Una casa nuova che abbia raggiunto
un punteggio medio 4 nelle varie aree di consumo risorse (che pesano per il 44%)
e un punteggio medio1 nelle aree dell’inquinamento indoor (che vale per
il 13, 79%) , può essere considerata ambientalmente più valida di uniche abbia un punteggio 3
nel consumo risorse e un punteggio 4 nell’inquinamento indoor.
Altre aree di valutazione sono quelle dei
carichi ambientali (per esempio le emissioni di CO2, le acque nere, le aree esterne
pavimentate) , la qualità del sito (collegamento a
trasporti, livello di urbanizzazione, eccetera) , la qualità dei servizi (che va
dalla documentazione tecnica sull’edificio, alla building automation fino alla presenza di supporti per biciclette).
Lo stato dell’arte,
zona per zona
Basilicata
La regione ha fatto suo Nel 2006 il protocollo
Itaca, nella versione più sintetica, con Dgrn. 724. È
stato costituito un gruppo di lavoro.
Bolzano (Provincia)
All’avanguardia sul risparmio energetico, manca
ancora di norme di attuazione di quello eco-ambientale.
Calabria
Aggiungendo un articolo Al Testo unico dell’urbanistica,
la legge n. 14/2006 ha previsto il varo di un disciplinare per l’edilizia sostenibile,
ancora in itinere.
Campania
Con cinque delibere La giunta ha promosso nel 2006
altrettante intese con gli Iacp per progetti sperimentali
di recupero del patrimonio Iacp secondo le
indicazioni Itaca. Con la delibera 659/2007 ha tracciato le
linee guida per la redazione dei regolamenti comunali nel rispetto del protocollo.
Emilia Romagna
Molta attenzione ai temi del risparmio energetico,
ma si è ancorai n alto mare sulla certificazione dell’eco-sostenibile.
Friuli Venezia Giulia
Stabilite le agevolazioni Per gli edifici ecocompatibili anche con regolamento (Dgr1934/2006). Approvato di recente anche protocollo Vea
("mutazione" locale dell’Itaca).
Lazio
Anche questa regione, a maggio dell’anno scorso,
ha varato la sua norma apposita, la legge 4/2008 e ha inseguito
rinviato a maggio2009 i termini per approvare anche il "Protocollo generale
della bioedilizia".
Liguria
Per ora il campo di Applicazione
di Itaca è ristretto a due programmi:uno per il socialhousing
eun altro per l’edilizia scolastica.
Lombardia
Messo a punto un collage di provvedimenti, senza
però norme tecniche guida (si era in attesa dell’ultima
versione del protocollo Itaca). Segnalabili gli incentivi
dell’articolo 11 della legge edilizia, la riduzione degli oneri di urbanizzazione
prevista dall’articolo 44 e regolata dal Dgr 3951/2006
e le incentivazioni volumetriche della legge n.
26/1995, recentemente rivista.
Il decreto dirigenziale, n. 16188/2007 ha dettato linee
guida ai Comuni per rivalutare le aree urbane degradate con edilizia sostenibile.
Infine è stato firmato un Protocollo d’intesa (ad aprile 2008 ) che coinvolge costruttori
edili, cooperative, Camere di commercio ed altri per Un apposito
tavolo di lavoro.
Marche.
Risale al 17 giugno 2009 la delibera di approvazione del protocollo Itaca, che nell’allegato fissa
anche i criteri per i contributi.
Molise
Fatta eccezione delle Province autonome, questa
piccola Regione è stata la prima a partire, nel 2005, nel
parodi una legge apposita, che ha però il difetto di essere ricca di buoni
propositi ma vaga di contenuti e ancora in attesa di un regolamento che li precisi.
Piemonte
Pur non recepito da norme
regionali, il protocollo Itaca è stato utilizzato per i programmi di edilizia pubblica
(piano 10mila alloggi sociali, nuova sede regione, carceri) oltre che per la Cittadella
della salute, il nuovo ospedale.
Puglia
Anch’essa ha varato una legge.analoga a quelle di Umbria e Lazio
nel 2008 ed è inattesa di Disciplinare tecnico per la valutazione della sostenibilità
degli edifici e delle relative linee guida per il suo utilizzo.
Toscana
All’avanguardia, la Toscana Ha adattato al Territorio
il Protocollo Itaca (Dgr 322/2005 modificatodalDgr 218/2006) e ha con regolamento (Dpgr n. 2/2007) , stabilito che i comuni individuino la soglia
minima per l’accesso agli incentivi, graduando gli stessi a seconda del livello
di ecoefficienza raggiunto nella progettazione. Lo stesso
regolamento fissa i criteri di eco-compatibilità a cu i
si devono ispirare i parametri previsti dai Comuni per gli interventi edilizi, anche
di recupero.
Trento (Provincia)
Valendosi delle sue Prerogative di provincia autonoma,
Trento è partita per prima e ha creato un proprio protocollo ambientale con delibera della giunta 2190/2002.
Inseguito, un sistema di
Certificazione sulla base del nord-americano Leed (peraltro
ispiratore anche del protocollo Itaca) con delibera 825/2007. I contributi previsti
dalle leggi Provinciali sono legati al rispetto del sistema di certificazione.
Umbria
La leggen. 17del 2008
si ispira Alla bozza di legge regionale sull’edilizia sostenibile
proposta dalla conferenza delle Regioni (in data 15 marzo 2007). Alcuni criteri
(quali ad esempio il recupero delle acque piovane) sono obbligatori per le nuove
costruzioni e le ristrutturazioni totali, anche per edifici non eco-sostenibili.
Si è ancorai n attesa del varo del «Disciplinare tecnico
per la valutazione della sostenibilità ambientale». La legge 1/2004 premia con volumetrie
aggiuntive le coibentazioni ed esclude dagli indici anche le verande e serre solari
nonché gli spazi comuni chiusi con vetrate.
Veneto
Varata sia la legge quadro (L4/2007)
sia i criteri per la concessione delle agevolazioni (Dgr2398/2007).
Le agevolazioni previste
Regione |
Riduzione oneri urbanizzazione e/o
costo di costruzione |
Volumi per coibentazioni |
Altri incrementi volumetrici |
Contributi |
Altro |
Friuli |
Almeno 5% contributo di costruzione |
SI, fino al 100% murature |
- |
SI (2) |
Attività edilizia libera |
Lazio |
Fino al 50% |
SI |
- |
Fino al 20% |
|
Lombardia |
SI |
SI |
Dal 2 al 15% |
Fino al 55% degli extra costi (3) |
- |
Marche |
Dal 25al 100% |
SI |
Dal 5 al 30% in più |
Fino al 40% degli extra costi (3). Il 100% per la
certificazione energetica. |
Mutui convenzionati |
Puglia |
SI |
SI |
Fino al 10% |
- |
Riduzioni dell’Ici |
Toscana |
Fino al 70% |
SI |
Fino al 10% |
- |
- |
Trento (prov) |
- |
- |
- |
Fino al 50% (1) |
- |
Umbria |
SI |
SI |
- |
SI |
Mutui convenzionati, riduzioni Ici |
Veneto |
- |
SI |
- |
Dal 10 al 25%, da 5 a 20 mila euro |
- |
Nota:
in genere la scelta se concedere o meno le
agevolazioni è in capo ai comuni
(1)
Fino all’80% per il
fotovoltaico, fino al 70% per l’isolamento acustico in zone individuate;
(2)
Da determinare con delibera di giunta
(3)
Con “extra costi” si intendono
i costi in più rispetto all’edilizia tradizionale per avere una casa a basso
impatto ambientale.
Fonte: Ufficio Studi Confappi Federamministratori
Norme
regionali sull’edilizia sostenibile
Regione
o provincia autonoma |
Norme sull’edilizia sostenibile |
Basilicata |
Dgr 724/2006 |
Bolzano (provincia) |
Dpgp 34/2004 |
Calabria |
L. 19/2002, art. 53 bis |
Campania |
Dgr 659/2007; Dgr
4818/2002 |
Emilia Romagna |
Del. Assemb. Legislativa n. 156/2008; L.
n. 26/2004; Dgr 1730/2007 |
Friuli V. Giulia |
Drg 1082/2009; L. 5/2007, art. 39; Dgr 1934/2006; L 23/2005, art. 39 |
Lazio |
L. 6/2008 |
Liguria |
Dgr.349/2008; Dgr
1502/2006 |
Lombardia |
Protocollo Intesa
3/4/2008; Dds 16188/2007; Dgr
n. 3951/2006; L 12/2005, art. 11 c. 5, art. 44 c.
18; L. 26/1995 |
Marche |
Dgr 760/2009; L.
14/2008 |
Molise |
L. 23/2005 |
Piemonte |
Dcr 93/2006 |
Puglia |
L. 13/2008 |
Toscana |
Dpgr 2/2007; Dgr
218/2006; L 1/2005, art. 145-146-147; Dgr 322/2005 |
Trento |
Dgr 825/2007; Dgp 249/2005; Dgrp 2190/2002; L. 14/1980 art.
16-ter |
Umbria |
Dgr 581/2009; L. 17/2008; L. 1/2004, artt. 37-38 e 43 |
Veneto |
L 4/2007; Dgr
2398/2007 |
Legenda: Dcr= Delibera consiglio
regionale; Dds= decreto dirigente settore;Dgr= delibera giunta provinciale; Dgr= delibera
Giunta Regionale; Dpgp= Decreto presidente giunta
provinciale; L.= Legge
Fonte: Ufficio Studi Confappi Federamministratori