Fotovoltaico: i mutui per affrontare la spesa
L’unica seria
obiezione a un intervento di risparmio energetico è il
suo costo, spesso elevato. Passano troppi anni prima del giorno in cui si
comincerà a risparmiare non solo energia, ma anche denaro. Logico quindi che
chi non ha abbastanza denaro, o non vuole investirlo,
si chieda se esistano finanziamenti bancari che lo possano agevolare.
Sul fronte dei
prodotti bancari costruiti ad hoc, a fare da apripista
è il finanziamento all’installazione di pannelli fotovoltaici, per la quale
almeno una decina di banche ha lanciato apposite iniziative. Il perché sia
proprio questa, la fonte rinnovabile privilegiata, è presto
detto. Dal primo giorno di funzionamento dell’impianto il suo possessore
inizia ad incassare con regolarità crediti tariffari, cioè
denaro per ogni kilowatt prodotto per sé o immesso in rete a favore di tutti,
attraverso i meccanismi del cosiddetto “conto energia”.
A questi guadagni si
aggiungono i risparmi derivanti dal mancato acquisto di energia
da altri. Questi due flussi possono contribuire a pagare le rate di capitale e di interessi con cui si rimborsa il prestito. In secondo
luogo, i rendimenti di un impianto fotovoltaico sono programmabili nel corso
degli anni con discreta approssimazione (per quanto crescano d’estate e calino
in inverno).
Quindi
per le banche, come per i loro clienti, è quasi come investire a reddito fisso,
senza troppe incertezze. In terzo luogo le norme lasciano che chi ha ottenuto
il finanziamento ceda alla banca il diritto di incassare i proventi del conto
energia, facilitando l’operazione. In quarto luogo i pannelli fotovoltaici sono
poco soggetti a guasti e necessitano di una
manutenzione ridotta:
Quindi il rischio
che corre un istituto nel concedere un finanziamento chirografario a lungo periodo è limitato. Una buona polizza assicurativa può
essere infine volta alla copertura degli imprevisti restanti (incendio, eventi
atmosferici o comunque blocco nel funzionamento dei
macchinari e mancati incassi relativi).
Le agevolazioni
previste per le altre fonti rinnovabili, ivi compresa la detrazione del 55%,
non garantiscono invece flussi di entrate costanti e
sono perciò meno adatte all’invenzione di prestiti bancari dedicati.