Riforma delle successioni in esame alla Camera: ecco cosa è previsto

 

In progetto

Oggi

Ieri (1999)

Esenzione da imposte successione 350 milioni per ciascun erede 350 milioni su tutto il patrimonio 250 milioni su tutto il patrimonio
Aliquote ereditarie 5%, 6%, 7% fissi, a seconda del grado di parentela Dal 7 al 31% oltre la quota di esenzione Dal 3 al 31% oltre la quota di esenzione
Imposta sostitutiva Invim cancellata 1% per i patrimoni immobiliari oltre i 350 milioni 1% per i patrimoni immobiliari oltre i 250 milioni
Imposte ipotecarie e catastali 500 mila lire per prima casa, 3% su altri immobili 3% sugli immobili 3% sugli immobili
Aliquote donazioni 4%, 5%, 6% fissi, a seconda del grado di parentela Dal 7 al 31% oltre la quota di esenzione Dal 3 al 31% oltre la quota di esenzione
Minisanatoria donazioni antecedenti Aliquota 3% (se dichiarate entro il 31/12/2001)

-

-

Fonte: Ufficio Studi Confappi-Fna

Crollano le imposte sulle eredità. Il disegno di legge presentato alla Commissione Finanze della Camera prevede un radicale abbattimento delle tassazione. Lo afferma uno studio della Confappi (confederazione piccola proprietà immobiliare) svolto su due eredità tipo, di 450 milioni e di un miliardo, rispettivamente. Lo sconto rispetto ai tributi ereditari attuali (imposte di successione, ipotecarie catastali e sostitutiva Invim) è valutato, rispetto all'anno corrente, da un minimo del 51% in meno a un massimo del 78% in meno.

Probabilmente il governo, per contrastare le ipotesi di cancellazione delle imposte successorie avanzate con forza dal Polo, aveva voluto dare un marcato segnale di disponibilità verso i contribuenti. E' difficile dire, comunque, se il disegno di legge passerà in tempi credibili, anche perché il nodo delle imposte di successione si è trasformato in un'occasione di scontro ideologico tra maggioranza ed opposizione, ben al di fuori ed al di là dei contenuti concreti di una riforma.

A ciascuno il suo. Il progetto governativo, pur tra lacune e contraddizioni (vedi box a parte) finisce per riconoscere un principio: l'imposizione va esercitata non sul totale dell'imponibile ereditario, ma sulle quote attribuite a ciascun erede. Si tratta di una filosofia condivisibile, se non altro perché due persone, ereditando un patrimonio identico, erano trattate in modo assolutamente differente dal Fisco, a seconda se fossero eredi unici oppure eredi solo di una quota. Nel 1999, tanto per fare un esempio, un figlio unico che ereditava 500 milioni scontava "solo" 16 milioni di imposta di successione. Viceversa quattro fratelli, ciascuno dei quali ereditava 500 milioni, dovevano versare all'Erario oltre 74 milioni a testa.

Questa novità, oltre al principio secondo cui ciascuno degli eredi può godere per intero della quota di eredità esente di 350 milioni, giustifica il fatto che nello studio Confappi si segnalino le percentuali più marcate di abbattimento delle imposte per le eredità "consistenti" con più eredi concorrenti alla successione. In definitiva, si intende demolire un ingiustificato privilegio delle successioni "mono-erede" per giungere a una più equilibrata equità.

Quando c'è un solo erede in famiglia.. Se è uno solo ad ereditare, il calo rispetto al passato è in media più limitato rispetto alla successione di più persone (tra il -58% e il -61%), ma in denaro contate si risparmia comunque una bella cifra. In cifre, si pagherà 9,3 milioni su 450 ereditati e 43,5 su un miliardo.

Anche i non-parenti ci guadagnano. Il calo delle imposte si registra anche per gli eredi non in linea retta, cioè diversi da coniuge, figli, nipoti e genitori: nell'indagine si prendono in considerazione (in tabelle qui non riportate) anche imposte a carico degli estranei ai rapporti di parentela, che registrano una diminuzione variabile tra un 74% e un 93%. .

Lo sconto prima casa. Negli esempi in tabella si è scelto di applicare la nuova agevolazione "prima casa", prevista in riduzione delle imposte ipotecarie e catastali solo alle successioni mono-erede in linea retta.

Il motivo è presto detto. In caso di successione di più figli, è probabile che essi possiedano già una casa alla morte del genitore, su cui magari hanno goduto delle agevolazioni fiscali sull'acquisto. No hanno quindi diritto a ulteriori sconti. Diverso è il caso di successione di un solo erede in linea retta, per esempio il coniuge, che probabilmente abita già la casa di famiglia.

Anche la possibilità che fratelli, cugini o estranei godano le agevolazioni prima casa è statisticamente poco probabile. Ricordiamo, tuttavia che i criteri degli attuali sconti fiscali previsti per il registro, che sono state "adottati" anche dal disegno di legge sulle successioni, sono alquanto vaghi. Parrebbe infatti che sia favorita la prima casa che si acquista, anche se non viene adibita ad "abitazione principale". Quindi, anche un estraneo ai rapporti di parentela, che magari abiti e continui a risiedere nell'immobile del coniuge, potrebbe ben godere dell'agevolazione successoria, a patto che risieda nello stesso comune dove è situato l'immobile e non possieda altre abitazioni.

 

Criteri del calcolo

In tutte le ipotesi di calcolo gli immobili rappresentano l'80% in valore dell'eredità, e quello adibito a prima casa dal defunto rappresenta il 70% del valore degli immobili.

Per motivi di prudenza, nonostante i forti dubbi esistenti a proposito, si è deciso di aggiungere al patrimonio imponibile riportato il forfait del 10% per mobili, preziosi e denaro contante, oltre una soglia di esenzione di 350 milioni complessivi.

CONIUGE, FIGLI E ALTRI PARENTI IN LINEA RETTA

PATRIMONIO IMPONIBILE: 450 MILIONI

Un solo erede (coniuge o figlio) che continua ad abitare la casa di famiglia

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

3,6

3,6

0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

10,8

10,8

3,74

-65,4%

-65,4%

Successione*

11,4

7,7

5,5

-51,8%

-28,6%

Totali

25,8

22,1

9,24

-64,2%

-58,2%

 

Tre eredi (coniuge e due figli). Imposte per ciascuno dei figli, che non abitano la casa di famiglia.

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

1,2

1,2

0

-100,00%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

3,6

3,6

3,6

0,0%

0,0%

Successione*

3,8

2,57

0

-100,0%

-100,0%

Totali

8,6

7,37

3,6

-58,1%

-51,1%

 

PATRIMONIO IMPONIBILE: UN MILIARDO

Un solo erede (coniuge o figlio) che continua ad abitare la casa di famiglia

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

8

8

0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

24

24

7,7

-67,9%

-67,9%

Successione*

84,75

80,25

35,75

-57,8%

-55,5%

Totali

116,75

112,25

43,45

-62,8%

-61,3%

 

Tre eredi (coniuge e due figli) che non abitano la casa di famiglia. Imposte per ciascuno

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

2,67

2,67

0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

8

8

8

0,0%

0,0%

Successione*

28,25

26,75

0,08

-99,7%

-99,7%

Totali

38,92

37,42

8,08

-79,2%

-78,4%

 

ESTANEI AI RAPPORTI DI PARENTELA

PATRIMONIO IMPONIBILE: 350 MILIONI

Un solo erede

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

3,6

3,6

0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

10,8

10,8

10,8

0,0%

0,0%

Successione

62,4

56,9

7,70

-87,7%

-86,5%

Totali

76,8

71,3

18,50

-75,9%

-74,1%

 

Tre eredi (coniuge e due figli) che non abitano la casa del defunto. Imposte per ciascuno.

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

1,2

1,2

0,0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

3,6

3,6

3,6

0,0%

0,0%

Successione*

20,8

19,0

0,0

-100,0%

-100,0%

Totali

25,60

23,77

3,60

-85,9%

-84,9%

 

PATRIMONIO IMPONIBILE: UN MILIARDO

Un solo erede

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

8

8

0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

24

24

24

0,0%

0,0%

Successione*

287,15

279,85

50,05

-82,6%

-82,1%

Totali

319,15

311,85

74,05

-76,8%

-76,3%

 

Tre eredi (coniuge e due figli) che non abitano la casa del defunto. Imposte per ciascuno.

Tipo imposta

Imposte previste (milioni)

Var %1999-2001

Var% 2000-2001

1999

2000

2001

Sostitutiva Invim

2,67

2,67

0

-100,0%

-100,0%

Ipotecarie e catastali

8

8

8,00

0,0%

0,0%

Successione*

95,72

93,28

0,12

-99,9%

-99,9%

Totali

106,38

103,95

8,12

-92,4%

-92,2%

 

 

 

Donazioni: quando conviene pianificare i risparmi ereditari

 

Il disegno di legge si pone lo scopo di far "emergere" alla luce del sole le donazioni tra genitori e figli, spesso fatte "sottobanco" e quindi non tassate. Si cerca di raggiungere questo obiettivo con la riduzione di un punto percentuale, rispetto alle aliquote ereditarie,di quelle previste per le donazioni, che comunque continuano ad essere considerate come una sorta di "anticipo" dell'eredità.

Le donazioni ai figli sono talvolta giustificate da ragioni contingenti: per esempio si vuole dar lor del denaro per acquistare la prima casa oppure per iniziare una nuova attività. Altre volte, invece, sono intese come una possibilità di risparmio sulle future imposte successorie. Ci si può chiedere: il Ddl rende davvero conveniente questa strategia di risparmio, per chi non vuole evadere il Fisco e dichiara per intero le donazioni fatte? La risposta è: dipende. La donazione fatta a questo scopo, innanzitutto, ha un senso se il patrimonio familiare è piuttosto consistente. In secondo luogo occorre farsi i conti in tasca, per decidere se vale davvero la pena anticipare subito una parte delle imposte (seppure un po' ridotte). Magari lo stesso denaro, oculatamente investito, potrebbe rendere di più oppure essere disponibile per i genitori in caso di necessità (costose cure mediche, per esempio). Nella tabella qui sotto abbiamo tentato un'interpretazione del meccanismo di applicazione delle nuove aliquote su una donazione in vita: si tratta comunque di un'ipotesi, dato lo scarso coordinamento tra il Ddl e Testo Unico che va a modificare.

Patrimonio ereditario: 1 miliardo, di cui 440 milioni in immobili.

Ipotesi di successione dell'intero patrimonio o di precedente donazione di una seconda casa (del valore di 140 milioni) e di 360 milioni in contanti o titoli

 

 

Tributi ereditari (in milioni di lire)

Risparmio d'imposta (seconda ipotesi rispetto alla prima)

Successione intero patrimoni

Donazione precedente +successione in seguito

Ipotecarie e catastali

13,2

13,2

7,9%

Successione

37,5

33,5

Totali

50,7

46,7

 

 L'analisi del Ddl

Una proposta dai tanti buchi

L'iter parlamentare per la revisione delle imposte di successione e donazione è ancora lungo e non sarà certo privo di ostacoli. Il Governo ha voluto fin d'ora proporre un disegno di legge alla Commissione Finanze del Senato, probabilmente per render sin da subito chiaro le sue intenzioni politiche: e in effetti il testo è piuttosto chiaro sulle intenzioni della riforma.

Se però la proposta è sottoposta a un'indagine tecnica, anche delle più superficiali, si rivela subito zeppa di lacune e di incongruenze. Per una riforma dei tributi successori occorrerà por mano a quasi tutto il Testo unico delle imposte di successione e donazione (Dlgs 30 11 90, n. 346), senza accontentarsi di variare solo alcuni articoli, così come si è fatto.

Basti pensare che il disegno di legge non prevede né il cambiamento né l'abolizione di articoli del Testo unico che appaiono visibilmente "fuori fase", se non altro perché si riferiscono a un'imposizione per scaglioni di aliquote e non per aliquote fisse (per esempio l'articolo 7 o l'articolo 8). Del resto ci si dimentica di abolire perfino la stessa tariffa allegata al Decreto 346/90. Infine certe soglie di esenzione (come il limite di 50 milioni al di sotto del quale non si presenta la dichiarazione di successione) andrebbero forse riviste.

Incongruenza ancor più vistosa è quella del sopravvissuto comma 2 dell'articolo 9, dedicato al cosiddetto forfait del 10%. Questa percentuale è quasi sempre da aggiungersi all'imponibile ereditario per stimare il valore di mobili, gioielli, denaro contante. Tuttavia, il calcolo deve continuare ad essere fatto sull'intero imponibile ereditario, anziché sulle singole quote degli eredi. Si tratta di un criterio opposto a quello previsto dal nuovo disegno di legge, che crea numerosi dubbi: l'imponibile andrebbe calcolato, in questo caso, tenendo conto della soglia di esenzione di 350 milioni per tutti ? Oppure per ciascuno degli eredi? O, infine, il comma 2 è implicitamente abolito dal nuovo disegno di legge, esentando di fatto mobili, denaro contante e quadri d'autore dall'asse ereditario?

Lo stesso meccanismo con cui viene introdotto, anche nella tassazione ereditaria, il concetto di "prima casa" può sollecitare più di una perplessità. Infatti prendere di peso le condizioni per l'applicazione delle agevolazioni ereditarie (ai fini delle imposte ipotecarie e catastali), da quelle previste per l'imposta di registro, significa applicare le stesse regole a due situazioni completamente differenti.

La tassazione di registro prevede infatti una compravendita: in quel momento si può ben supporre che l'acquirente intenda stabilirsi nell'abitazione che acquista. Viceversa, in caso di successione, l'erede si vede capitare letteralmente "dal cielo" un dono: se però possiede già una prima casa, anche se avesse tutte le intenzioni di stabilirsi nell'abitazione ereditata, deve comunque pagare le imposte ipotecarie e catastali per intero. Inoltre, se era nelle intenzioni del legislatore (come si è più volte detto) favorire e legalizzare la donazione di una casa al figlio non ancora autonomo economicamente, evitando il passaggio sottobanco di denaro tra genitore e prole, l'obiettivo non è per niente raggiunto. Il classico acquisto di una casa allo studente nella sede universitaria, infatti, resta un atto oneroso, e la donazione alla luce del sole resta poco conveniente.