Norme antisismiche in Lombardia, Emilia e Toscana
Come affrontano il rischio sismico le regioni? Le norme locali
sono centinaia, molte messe a punto proprio in seguito a terremoti
catastrofici, come quelli avvenuti in Friuli, in Campania, Umbria, Marche e
Molise. In alcune di queste regioni la ristrutturazione di case esistenti con
criteri anti-scossa è anzi premiata con contributi a fondo perduto e mutui a
tasso agevolato. Nello spirito della prevenzione, abbiamo scelto però di
esaminare le norme di tre Regioni un po’ meno duramente colpite dai ricorrenti sisma, Emilia, Lombardia e Toscana, per
offrire uno spaccato di come è stata affrontata, fuori dalla stretta emergenza,
questa difficile realtà .
Emilia Romagna All’avanguardia rischio antisismico, ha emanato nell’ottobre 2008 la legge
n. 19. Le funzioni sono esercitate dai comuni, ma sotto la regia tecnica della
Regione, salvo che i municipi vogliano, in forma
individuale o associata, occuparsi di tutto direttamente e siano in grado di
farlo. Tranne che nelle zone a basso rischio, tutti gli interventi di nuova
costruzione, di recupero del patrimonio edilizio esistente e di
sopraelevazione, relativi a edifici e opere suppliche e private, sono soggetti
al rilascio di una autorizzazione sismica. Anche nella zone a basso rischio l’autorizzazione è necessaria per
le sopraelevazioni, le opere infrastrutturali e gli interventi edilizi in
abitati dichiarati da consolidare. Comunque, anche
nelle località “più stabili”, resta necessario il deposito presso lo Sportello
unico per l’edilizia del progetto esecutivo riguardante le strutture redatto
dal progettista abilitato in conformità alle norme tecniche per le costruzioni.
L’autorizzazione
sismica ha validità per cinque anni, ma decade in caso di entrata
in vigore di contrastanti previsioni legislative o di piano ovvero di nuove
norme tecniche per le costruzioni, salvo che i lavori siano già iniziati e
vengano completati secondo quanto stabilito dalla normativa vigente.
Lombardia. L’individuazione
delle zone sismiche e le norme tecniche fanno capo alla regione, mentre le
province soino competenti per la progettazione,
esecuzione e gestione di opere di difesa del suolo
nonché per il controllo delle
costruzioni in zone sismiche. Non vi sono Comuni in zona 1, quella a più alta pericolosità, in zona 2 (media sismicità) sono
41, 238 quelli in zona 3 (bassa sismicità) mentre l'84% dei municipi lombardi
sono in zona 4 (bassissima sismicità). La provincia di gran
lunga più a rischio è quella di Brescia, con 32 comuni in zona 2 e ben
116 in zona 3. La legge 12/2005, vincola i Comuni
sismici all'aggiornamento della
classificazione del territorio in funzione delle
amplificazioni sismiche valutate. La delibera, n.8/1566/2005 è norma regionale di riferimento per
quanto riguarda la microzonazione a livello comunale.
In attesa dell’entrata
in vigore delle norme tecniche per le costruzioni nazionali, solo nei 41 comuni
a medio pericolo è imposta la progettazione antisismica, fatta eccezione per
gli edifici “strategici” (in buona sostanza ospedali, sedi degli enti locali,
scuole, centri anziani), e le opere rilevanti (per esempio viadotti e
aeroporti). L’analisi della sismicità è condotta su tre livelli di diverso
approfondimento, il primo obbligatorio in tutti i comuni lombardi, il secondo
solo in quelli in zona 2 e 3, il terzo solo nella progettazione di costruzioni
con affollamenti significativi, industrie pericolose
p, reti viarie e ferroviarie critiche e costruzioni con funzioni pubbliche o
strategiche importanti.
Toscana. La disciplina
antisismica è contenuta nelle norme generali per il territorio (legge n.
15/2005, articoli 95-118), e, a differenza di quanto accade in Emilia, si
applica solo alle zone considerate pericolose, individuate da apposite delibere di Giunta. Dopo il varo
di questa legge, era intervenuta la Corte Costituzionale, che con sentenza n.
182/2006 aveva bocciato l’articolo 105 dove prevedeva che per l'inizio dei
lavori in zone sismiche non è necessaria l'autorizzazione della struttura
regionale competente. Poiché gran parte del territorio
regionale della Toscana è classificato a media sismicità (zona 2), dal
giorno di deposito della sentenza gli uffici erano stati sommersi da una mole
ingestibile di richieste di autorizzazione.
Per sciogliere il
nodo, senza violare le disposizioni di legge, la Regione ha adottato (delibera
n. 431 del 12/6/2006) una nuova classificazione sismica del territorio,
spostando 106 comuni dalla zona 2 alla nuova zona 3S,
a bassa sismicità ma per la quale le norme antisismiche per la progettazione
sono uguali a quelle previste per la zona 2. In questo modo i progetti delle
nuove zone3S devono essere depositati (per i controlli
a campione stabiliti dal regolamento) ma non è richiesta l’autorizzazione per
iniziare i lavori. In seguito è uscito il regolamento (Decreto presidente
giunta n. 48 del 17-10-2006 ) che si occupa della
vigilanza sulla realizzazione dei lavori in zone a basso rischio. In queste
zone è estratto a sorte un certo numero di interventi,
che vengono sottoposti a verifica. Il campione è scelto con il criterio di più
verifiche per le zone più a rischio: il 10% dei progetti in zone denominate 3S,
in 4%in zone 3 e l’1% in zone 4 .
Infine la Dgr
841/2007 ha inserito 14 comuni in quelli a maggior rischio sismico.
Le norme nelle tre regioni
Lombardia |
|
Legge n. 1/2000, art3, c.
108-113 |
Funzioni enti
locali |
Dduo n. 14964/2003; Dgr
19904/2003 |
Identificazione
opere con progettazione obbligatoria |
Legge n. 12/2005, artt. 55-58 |
Pianificazione antisismica |
Dgr 1566/2005 |
Microzonizzazione e analisi
antisismiche |
Emilia Romagna |
|
Nota 21411/2003; Dgr 1435/2003 |
Classificazione
sismica territorio |
Legge n. 19/2008 |
Norme per la
riduzione del rischio sismico |
Toscana |
|
Legge n. 1/2005 articoli 95-118 (Capo V) |
Norme per la
riduzione del rischio sismico |
Dgr 841/2007 |
Classificazione
sismica territorio |
Legge n. 52/1999 |
Permessi edilizi
in zone sismiche |
Fonte:
Ufficio studi Confappi-Federamministratori