Meccanismi, vantaggi e
rischi del nuovo strumento previsto dal collegato alla Finanziaria 2006 per gli
over 65
Prestito vitalizio: la casa si trasforma in contanti
Vi sono anziani che,
pur essendo proprietari della propria casa, dispongono di
ben poco denaro liquido. Non abbastanza, comunque, per
pagarsi una pensione integrativa, oppure perr
affrontare costose cure mediche, o infine solo
per concedersi qualche lusso e vacanza in più. Per loro il collegato
fiscale alla Finanziaria 2006 (legge 2/12/2005, n. 248) ha introdotto tra le
norme italiane un’interessante novità: il prestito vipotecario
vitalizio. Una sorta di mutuo che sotto i nome di “reverse mortagage” ha da anni
avuto larghissima diffusione nei Paesi anglosassoni, Gra
Bretagna e Stati Uniti in prima fila, dove ha sbaragliato il suo concorrente
più diretto, la vendita della nuda proprietà (ne parliamo nell’articolo a
fianco) .
Meccanismo del vitalizio. Non è
difficile da capire. L’anziano stipula un mutuo garantito da ipoteca sulla sua
abitazione. Non deve rimborsare alcuna rata, né pagare alcun interesse: può
spendere il denaro come crede. Quando passa a miglior
vita, sono i suoi eredi a doversene preoccupare. Hanno due scelte. La prima è
pagare quanto dovuto alla banca o alla finanziaria e divenire proprietari senza
alcun vincolo della casa. La seconda è vendere la casa. Con il ricavato, si
pagherà quanto dovuto. Ciò che avanza, è loro. Per esempio, se dalla vendita si
ricavano 200 mila euro, e il debito è di 140 mila, gli eredi si terranno 60
mila euro.
Condizioni. La nuova legge pone
quattro condizioni base. La prima è che chi stipula il mutuo abbia almeno 65
anni. La seconda è che il mutuo sia garantito da ipoteca di primo grado (cioè l’operazione non si può fare se la casa è già
ipotecata, anche per una cifra ridotta). La terza è che gli interessi siano
calcolati annualmente (anche se poi verranno pagati
tutti insieme, alla morte del sottoscrittore del prestito). La quarta è che
l’immobile sia residenziale.
Applicazioni pratiche. .Almeno per ora,
Finanza Attiva è l’unica società che garantisce il vitalizio. Per il momento,
l’età richiesta è di almeno 70 anni (anziché 65). Il tasso del prestito è
variabile:del resto è impensabile l’applicazione di un
tasso fisso, data l’incertezza che esiste sulla durata del prestito. Nel caso
specifico, è agganciato all’Euribor a 12 mesi con uno
spread (cioè un’aggiunta),
del 3%. Oggi come oggi, quindi, siamo circa al 5,9%.
L’importo massimo finanziabile è agganciato a due parametri. Il primo è il
valore della casa (tanto più vale, tanto più si alza il prestito erogabile). Il
secondo è l’età nonché il sesso del mutuatario (tanto
più una persona è anziana, tanto più è alto l’importo del muto, ma poiché le
donne hanno una più elevata speranza di vita, possono ottenere di meno).
Clausole particolari. Sono quattro. Innanzitutto la possibilità per l’anziano di riscattare il mutuo
anche prima della sua morte, ma solo dopo 5 anni da quando è stato sottoscritto.
Poi quella di poter includere nel finanziamento anche
le spese di iscrizione di ipoteca nonché quelle (50 euro all’anno) di gestione,
in modo che l’anziano non sborsi un soldo. Quindi la garanzia, a favore degli
eredi , del fatto che l’ammontare del debito non possa
mai superare il valore che si ricava dalla vendita della casa. Perciò, se il valore della casa è di 100 mila euro e
l’importo del debito di 110 mila, si rimborsano solo 100 mila euro. Infine un
mandato irrevocabile di vendita post-mortem (vedi box
in fondo).
Costi. In sintesi, quindi, gli eredi dovranno a
suo tempo valutare la scelta tra riscattare, o vendere la casa, che dipende
strettamente da tre fattori: l’ammontare del prestito, la sua durata (legata
alla vita residua di chi l’ha sottoscritto), e l’andamento del mercato. Se infatti l’immobile si è rivalutato molto nel frattempo, la
convenienza può in ogni caso esserci, se invece il suo valore è rimasto stabile
o è diminuito,anche la convenienza cala. Un identico discorso vale, ma all’incontrario, per i tassi di interesse.
Nella tabella qui sotto
riportiamo quanto, ad oggi, è possibile sapere. Per esempio,
che se un ottantenne ha ricevuto circa 65.500 euro con ipoteca su una casa di
200 mila euro di valore, i suoi eredi per riscattare l’immobile dovranno
versare dopo 10 anni più della metà del valore della casa stessa e dopo 15
oltre tre quarti. Queste cifre vanno, naturalmente, prese con le pinze:
il valore dell’abitazione può crescere o calare, ed anche i tassi di interesse possono variare: oggi si può solo fotografare
la situazione così come è.
Quanto costa il prestito
vitalizio (importi in euro)
Valore
casa |
100.000 |
200.000 |
300.000 |
400.000 |
||||||||
Mutuatario |
uomo 80 anni |
donna 70 anni |
coppia 75 anni |
uomo 80 anni |
donna 70 anni |
coppia 75 anni |
uomo 80 anni |
donna 70 anni |
coppia 75 anni |
uomo 80 anni |
donna 70 anni |
coppia 75 anni |
Prestito massimo erogato |
33.600 |
20.400 |
23.800 |
67.200 |
40.800 |
47.600 |
100.800 |
61.200 |
71.400 |
134.400 |
81.600 |
95.200 |
Disponibilità effettiva* |
30.904 |
17.704 |
21.104 |
63.485 |
37.085 |
43.885 |
96.734 |
57.134 |
67.334 |
129.834 |
77.034 |
90.634 |
Rimborso dopo 5 anni |
45.032 |
27.451 |
31.980 |
89.782 |
54.621 |
63.678 |
134.533 |
81.791 |
95.376 |
179.284 |
108.961 |
127.075 |
Rimborso dopo 10 anni |
60.258 |
36.843 |
42.874 |
119.859 |
73.029 |
85.092 |
179.461 |
109.216 |
127.309 |
239.062 |
145.403 |
169.527 |
Rimborso dopo 15 anni |
80.536 |
49.351 |
57.383 |
159.917 |
97.546 |
113.611 |
239.298 |
145.742 |
169.840 |
318.679 |
193.938 |
226.068 |
Presupposi: tasso euribor 12 mesi + spread del 3%.
Spese annuali: 50 euro. Per esempio, se
l’anziano ottantenne ha una casa del valore di 300 mila euro, e ottiene un prestito
di 96.734 euro, dopo 10 anni i suoi eredi ne dovranno rimborsare 179.641,
oppure vendere la casa e incassare il residuo.
* La disponibilità
massima effettiva di denaro è inferiore al prestito massimo erogato, perché si
suppone che vengano finanziate attraverso il prestito
anche le spese notarili e fiscali. Esse sono state calcolate sulla base delle
tariffe notarili dei consiglio di Lecco e Como, per
l’iscrizione di un’ipoteca pari al doppio del valore della casa (come di
consueto), tenendo conto di un forfait di spese fiscali e burocratiche. Più in
dettaglio, tali spese
sono pari a 2.696 euro (valore casa 100.000 euro); 3.715 euro (valore
200.000); 4.066
euro (valore 300.000); 4.566 euro (valore 400.000).*
Fonti: Finanza Attiva e
elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
Percentuale del valore della casa finanziabile con mutuo
Età (anni) |
Maschio |
Femmina |
Coppia |
70 |
22,90% |
20,40% |
20,00% |
71 |
23,80% |
21,20% |
20,40% |
72 |
24,70% |
22,00% |
21,20% |
73 |
25,70% |
22,90% |
22,00% |
74 |
26,70% |
23,80% |
22,90% |
75 |
27,70% |
24,70% |
23,80% |
76 |
28,80% |
25,70% |
24,70% |
77 |
29,90% |
26,70% |
25,70% |
78 |
31,10% |
27,70% |
26,70% |
79 |
32,30% |
28,80% |
27,80% |
80 |
33,60% |
30,00% |
28,80% |
81 |
35,00% |
31,10% |
30,00% |
82 |
36,30% |
32,40% |
31,10% |
83 |
37,50% |
33,60% |
32,40% |
84 |
38,50% |
34,90% |
33,60% |
85 |
39,30% |
36,40% |
35,00% |
86 |
40,80% |
37,80% |
36,30% |
87 |
42,40% |
38,50% |
37,00% |
88 |
43,20% |
39,30% |
37,80% |
89 |
44,00% |
40,10% |
39,30% |
90 |
45,00% |
42,40% |
40,00% |
Note: Le speranze di vita dei maschi sono minori
di quelle delle femmine: ciò rende più alta per gli uomini la
percentuale finanziabile. La percentuale sulla coppia vale per l’età del
coniuge più giovane. Per esempio, in caso di uomo di
80 anni e donna di 75 anni, la percentuale è il 23,8%.
Fonte Finanza Attiva
Sconto all’acquirente e usufrutto a chi cede
Per il compratore, un
investimento interessante: pagare, molto al di sotto dei
prezzi di mercato, l’acquisto di un immobile, versando per di più imposte
ridotte sull’acquisto e disinteressandosi delle normali spese di gestione. A
patto di saper attendere. Per il venditore, un buon affare: ricavare un
reddito, anzi un capitale, dalla propria casa, continuando ad abitarla vita natural durante, come
usufruttuario.
Raccontato così, il
fatto di alienare la nuda proprietà di un immobile serbandosi l’usufrutto, cioè la possibilità di goderne per tutto il corso della
propria vita o, addirittura, di affittarlo ricavandone un canone, pare una
scelta priva di contro-indicazioni.
Purtroppo, le cose non
filano sempre così lisce. Innanzitutto perché qualcuno di
danneggiato c’è: i possibili eredi, che si vedono irrimediabilmente privati
dell’immobile. Inoltre il venditore non potrà più vendere a prezzo pieno
la propria casa. Infine perché il mercato della nuda
proprietà, perlomeno in Italia, non è mai decollato veramente. Essendo
poche le vendite, è difficile avere riferimenti certi sullo sconto rispetto al
prezzo pieno che si è costretti a concede a chi compra. Risultato: poiché
l’acquirente non è chi ha bisogno della casa subito, ma un investitore, può
capitare che si tratti di operatori immobiliari con
pelo sullo stomaco, che con le buone o le cattive raggirano un anziano non
troppo accorto, per spuntare un prezzo esageratamente basso.
Premesso ciò, la
vendita della nuda proprietà non va demonizzata. se
condotta in modo trasparente può essere davvero provvidenziale. Così come
accade per il vitalizio, conta per stabilire il prezzo sia l’età che il sesso
di chi vende: tanto più una persona è anziana, tanto più la vendita rende. Le
donne, che hanno statisticamente vita più lunga, ricavano meno. A differenza di
quanto accade per il vitalizio, esiste anche un altro fattore: lo stato di
salute della persona anziana. Quanto più è vispa e
arzilla, tanto meno vale la nuda proprietà (e viceversa). Ciò può provocare
poco simpatiche indagini su malattie ed acciacchi (perdipiù
illecite).
Usufrutto e diritto di abitazione. Spesso
il contratto di vendita prevede che all’anziano non sia lasciato l’usufrutto,
ma “solo” il diritto di abitazione. Il titolare di
quest’ultimo diritto, a differenza dell’usufruttuario, non ha
infatti la possibilità di locare ad altri il proprio immobile. Così
l’acquirente non rischia di essere costretto ad attendere la liberazione
dell’appartamento dall’inquilino.
Spese. L’usufruttuario, che abita la casa, deve
sobbarcarsene quasi tutte le spese, a meno che diversamente stabilito nel
contratto di compravendita. Quindi non solo le rate
condominiali, ma anche quelle fiscali, come Ici e
tassa dell’immondizia. Il nudo proprietario ha solo un obbligo: quello
di versare le spese di manutenzione straordinaria, rispetto a
opere strutturali dell’immobile. In compenso può farsi rimborsare ogni anno una
piccola somma , pari all’interesse legale su quanto
investito per le opere.
Profili fiscali. La vendita della nuda
proprietà è meno colpita dal Fisco di quella della proprietà intera: il valore
imponibile dell’immobile è solo una percentuale di quello totale, secondo cifre
ben precise (vedi tabella qui sotto). Tanto per fare un esempio, se chi vende
ha 77 anni e il valore imponibile per la piena proprietà è di 100 mila euro,
esso diviene per la nuda di 70 mila euro (con il risparmio, quindi, di circa il
30% sui tributi sul trasferimento a favore dell’acquirente). Non conta, per la
legge, il sesso dell’usufruttuario: quando questi muore la riunificazione tra
nuda proprietà e usufrutto avviene senza il pagamento di ulteriori
tributi (salvo quelli, limitati, delle trascrizioni e volture).
Valori fiscali e di mercato
della nuda proprietà
Età di chi vende la nuda proprietà (anni) |
Valore fiscale |
Valore di mercato (stima) |
||
Uomo |
Donna |
Coniugi* |
||
da 70 a 72 |
60,00% |
56,00% |
51,00% |
46,00% |
da 73 a 75 |
65,00% |
62,00% |
57,00% |
52,00% |
da 76 a 78 |
70,00% |
68,00% |
65,00% |
60,00% |
da 79 a 82 |
75,00% |
71,00% |
68,00% |
63,00% |
da 83 a 86 |
80,00% |
77,00% |
75,00% |
72,00% |
da 87 a 92 |
85,00% |
87,00% |
85,00% |
83,00% |
da 93 a 99 |
90,00% |
93,00% |
91,00% |
90,00% |
* Vale l’età del coniuge più giovane
Fonte: elaborazione ufficio studi Confappi-Federamministratori
Il confronto
Nella scelta conta la presenza di eredi
Meglio il prestito o la
vendita della nuda proprietà? Semplice: se l’anziano è solo, senza persone da
beneficare, o con fortissime esigenze di denaro liquido, con la vendita della
nuda proprietà può ricavare anche il doppio del denaro, senza alcuna
contro-indicazione (purchè non si faccia truffare da
chi compra). Se invece non intende diseredare persone
care e può accontentarsi di meno, il vitalizio è la scelta migliore. Purchè l’immobile
sia residenziale: altrimenti solo l’alienazione della nuda proprietà è
possibile.
Vantaggi della nuova formula.
Detto ciò, anche il vitalizio può essere una scelta costretta. L’esperienza
insegna, infatti, che la vendita della nuda proprietà è un’alternativa
concreta solo se l’immobile posseduto è di sufficiente pregio, altrimenti non si
trovano acquirenti, se non a prezzi stracciati. Nessuno è
disposto a rischiare denaro per divenire proprietario, non si sa quando,
di una modesta abitazione in periferia. Viceversa, il vitalizio “sta in piedi”
in ogni caso. Va poi aggiunto che finanziatore nel vitalizio deve essere un
intermediario abilitato ai sensi del Testo unico delle leggi bancarie, quindi
qualcuno che offre, o dovrebbe offrire, certe garanzie
di serietà. Viceversa, acquirente di nuda proprietà può
essere chiunque, anche qualcuno che spinto da avidità intende truffare
l’anziano. Infine il vitalizio assorbe meglio i contraccolpi del mercato
immobiliare. Se la casa si rivaluta, meglio: non ci si mangia
le mani per averla venduta sottoprezzo. Se
invece le quotazioni calano, ci si può consolare dicendo che, dopotutto, è il
prestito che si rimborsa.
Controindicazioni. Inutile
nasconderselo, entrambe sono operazione delicate,
sotto il profilo etico e morale. L’acquirente di nuda proprietà ha il concreto
interesse che chi l’ha venduta passi a miglior vita il più rapidamente
possibile. Ma anche gli eredi di chi ha avuto il
vitalizio hanno lo stesso interesse, perché più passa il tempo, più la loro
eredità perde valore. Quindi l’anziano deve puntare su solidi legami affettivi,
perché le stesse persone che dovranno accudirlo e curarlo, possono avere una spinte a non farlo. Ma anche
troppa diffidenza guasta: dopotutto chiunque appartenga alla terza età, se ha
beni al sole e persone interessate alla loro successione, dovrebbero porsi
problemi simili.
Perplessità
La clausola della procura
Il contratto previsto
da Finanza Attiva prevede che sia rilasciato a suo favore, da chi sottoscrive
il vitalizio, un mandato irrevocabile così concepito: se gli eredi sono
difficili da identificare, oppure entro un anno dalla morte non riescono a
vendere la casa, Finanza Attiva può farlo al loro posto. Il prezzo minimo è
stimato da un esperto del Tribunale, nominato dal giudice, per garantire che sia equo.
Stefano Buzzonetti, dirigente della società, lo giustifica così:
“Il mandato è uno strumento indispensabile,. E’ fatto sia nel nostro interesse
(così non siamo costretti a mettere all’asta l’immobile, sobbarcandoci costi e
tempi infiniti) ma anche in quello degli eredi, che con il passare del tempo
vedrebbero crescere il loro debito, che continua a maturare interessi”. Dal
momento che di consueto la validità del mandato cessa con la morta di chi l’ha
dato (art. 1722 del codice civile), Finanza Attiva si richiama all’articolo
successivo del codice (il 1723), che prevede la mancata estinzione con la morte
“se il mandato è conferito nell’interesse di chi lo riceve o di terzi”.
Guido De Rosa,
presidente del Consiglio notarile di Bergamo, ha i suoi dubbi: “Anni fa, per i
mutui per l’acquisto della casa, è capitato che alcune banche inserissero
nei contratti un mandato a vendere l’immobile, per evitare i tempi delle
esecuzioni immobiliari. Come notai, l’abbiamo vivamente sconsigliato, tant’è vero che la clausola è stata
tolta. Per più motivi: si andava dal divieto di patti commissori (art. 2744 del
codice civile), alla violazione dei diritti del consumatore ad una difesa
dei suoi interessi in sede giudiziaria con tutte le garanzie offerte dalla
legge (ora, articolo 33 del codice del consumo). I rischi di litigiosità tra il
mutuante e gli eredi sono considerevoli. Tra l’altro chi ha dato a suo tempo la
procura a vendere è impossibilitato a vigilare sulla
sua esecuzione, che non riguarda solo il prezzo che si può spuntare, ma anche
le altre condizioni della vendita”.
Sia come sia, resta
certo che sarebbe opportuno che le condizioni del prestito vitalizio fossero
meglio dettagliate dalle norme: se davvero il mandato post-mortem
è uno strumento indispensabile, lo si regoli, magari
per decreto, con grande precisione.
.
Vitalizio e mutuo ordinario a confronto
A confronto un prestito vitalizio (condizioni
Finanza Attiva) e un mutuo per l’acquisto prima casa (San Paolo, Domus a tasso variabile), rilasciati a
una donna sola di 70 anni con reddito netto mensile da pensione di 1200 euro,
abitante a Como
|
Prestito
vitalizio Finanza Attiva |
Mutuo
variabile Domus San Paolo |
Valore casa |
100.000 |
100.000 |
Prestito concesso |
20.400 |
20.400 |
Totale spesa dopo 10 anni |
36.843 |
24.794 |
Note: Ovviamente, il prestito vitalizio ha un
costo superiore rispetto a un mutuo tradizionale, per
almeno due motivi: il primo è il maggior rischio che si assume la compagnia
(che fa sì che il tasso sia superiore), il secondo, ancora più importante, è il
fatto che il capitale non viene via via rimborsato
nel corso della durata del mutuo.
Fonti: Finanza Attiva e Mutui on line.
Dettaglio spese notarili e fiscali dell’iscrizione di un’ipoteca
Ipoteca
per il doppio del valore dell’immobile (come di consueto)
Valore immobile |
Onorario notarile
(senza Iva) |
Onorario Ivato |
"+ Altre spese burocratiche*" |
100.000 |
1.830 |
2.196 |
2.696 |
150.000 |
2.371 |
2.845 |
3.345 |
200.000 |
2.679 |
3.215 |
3.715 |
250.000 |
2.971 |
3.566 |
4.066 |
300.000 |
2.971 |
3.566 |
4.066 |
350.000 |
3.389 |
4.066 |
4.566 |
400.000 |
3.389 |
4.066 |
4.566 |
* Stima. Visura ipocatastale ventennale 180 euro, Bollo telematico
230 euro, tassa d'archivio+ trascrizione in
conservatoria 90 euro
Cosa dice la legge
(legge 2/12/2005, n. 248, art. 11-quaterdecies,
c. 12)
Il prestito vitalizio ipotecario ha per oggetto la concessione da parte di aziende ed istituti di credito nonché da parte di intermediari finanziari, di cui all'articolo 106 del testo unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, di finanziamenti a medio e lungo termine con capitalizzazione annuale di interessi e spese, e rimborso integrale in unica soluzione alla scadenza, assistiti da ipoteca di primo grado su immobili residenziali, riservati a persone fisiche con età superiore ai 65 anni compiuti.