Tagliare i costi e guadagnare in condominio
Il risparmio in
condominio (come altrove, in una ditta o in una famiglia) si ottiene
essenzialmente in tre modi:
-
tagliando
dei costi, magari con una gestione più oculata;
-
investendo
denaro, allo scopo in futuro di pagare meno;
-
esplorando
le possibilità di un guadagno vero e proprio.
Analizziamo una per una queste tre possibilità.
Il taglio dei costi.
La soppressione della portineria. La
scelta tra portiere o ditta di pulizia, se giocata solo dal punto di vista del
risparmio, è senza storia. Un custode con portineria e orario di lavoro a metà
giornata costa oggi 25.500-26.000 euro annui, se si comprende lo stipendio, i
contributi, il Tfr e l’onorario per un consulente che
gestisca il pagamento. Una ditta di pulizia con
intervento tre volte alla settimana (più qualche
visita straordinaria in caso di imprevisti), che operi anche la rotazione dei
sacchi dell’immondizia, viene invece sui 7.000-8.000 euro a scala di 6 piani
annui (cifra unitaria da diminuire con l’aumento del numero di scale o con il
diminuire del numero dei piani). Al Sud o fuori dalle
grandi città si può spuntare anche meno.
Ne consegue che il
portiere è tanto meno conveniente tanto più il condominio è di piccole
dimensioni (anche se può essere impensabile che svolga da solo un servizio
sufficiente in un complesso di una decina di scale).
Il paragone tra le
due scelte zoppica però un bel po’. E' un po' come mettere sullo stesso piano
un Suv con una cinquecento. Senza il portiere
crescono infatti a dismisura i piccoli problemi di
gestione del palazzo. Pensiamo, per fare qualche esempio a caso, al controllo
di chi gira nel palazzo. O anche solo alla gestione della posta: Secondo il
regolamento postale é infatti compito preciso del
postino, in quanto pubblico ufficiale, ripartire le lettere nelle varie
caselle. Questa incombenza può essere, in alternativa,
solo affidata al custode con una precisa delega, e non, per esempio, a un
condomino qualsiasi (la tutela della riservatezza della corrispondenza é
infatti un diritto costituzionale) Ciò vuol dire che negli stabili senza
portineria il postino suonerà al citofono, e bisognerà aprirgli correndo un
rischio: che qualche persona poco raccomandabile si spacci per lui. In alternativa ciascuno dovrà ritirare le proprie lettere alla
Posta centrale, presentando un documento. Ma non è
finita. A ogni scoppio di temporale, immancabilmente,
i canali delle gronde si intasano di foglie: occorre rimuoverle subito, in caso
contrario si rischiano piccoli allagamenti e danni all'intonaco delle facciate.
E non manca mai il condomino che fa finta di niente, quando si
gli rompe la borsa della spesa lungo le scale. Sarà sfortuna, ma il fatto accade
quasi sempre poche ore dopo il passaggio degli
incaricati alle pulizie.. E così il contenitore del latte spaccato, o la
bottiglia dell'olio infranta perdono improvvisamente il loro proprietario, e i
rifiuti e le macchie sdrucciolevoli restano ad ingombrare le scale per due o
tre giorni.
Una soluzione ci
sarebbe: un'abitante dello stabile, magari unb
pensionato, potrebbe prestarsi a piccoli lavori a favore del proprio
condominio. Ma può essere retribuito, pur non essendo
un lavoratore autonomo o un dipendente? La risposta va data
caso per caso. I suoi interventi debbono essere
fatti in modo discontinuo ed avere il carattere di eccezionalità. Qualsiasi
lavoro retribuito svolto con periodicità va infatti
inquadrato in un contratto, con il pagamento dei relativi contributi. In altre
parole il condomino o l'inquilino che si prenda
l'impegno di curare sempre il giardino, potando anche le piante, oppure di
occuparsi del trasporto dell'immondizia, potranno un giorno far causa agli
altri condomini chiedendo una regolare busta paga. Tutto ciò vale anche se
l'inquilino o il condomino hanno ricevuto in cambio
delle loro prestazione l'uso gratuito di un locale comune (per esempio, l'ex
portineria).
Le maggioranze. L’abolizione della
portineria e la sostituzione con un impianto di citofono è una scelta che,
secondo alcuni, è assumibile con le normali maggioranze: in seconda
convocazione di assemblea, quella dei partecipanti che
possiedano almeno un terzo dei millesimi. Più prudente è però che sia viotata anche a maggioranza dei millesimi, cosa che diviene
necessaria quando la portineria è prevista nel regolamento condominiale.
Amministratore con onorario più basso.
Di
per se, è una scelta fattibilissima: non è
difficile trovare persone che si offrono con onorari stracciati, al punto che
ci sarebbe da chiedersi come facciano a sopravvivere, se la risposta non fosse
scontata: con le tangenti dei fornitori e degli appalti. Pertanto
va tenuto conto che l’amministratore serio non si offre mai sotto-costo: i
risparmi qui sono trappole per gonzi.
Appalti a prezzi ragionevoli.
L’attenta disanima
dei contratti di servizio (gestione della caldaia e dell’ ascensore,
soprattutto), e quella dei preventivi per le opere edili ed impiantistiche è
una garanzia di risparmio, perfino quando, apparentemente, si spende di più. A questo argomento, per quanto riguarda le opere di
manutenzione straordinaria, abbiamo dedicato un apposito capitolo: ma i criteri
suggeriti (attento confronto tra i preventivi di aziende possibilmente indicate
dai condomini, scelta di esperti estranei alla ditta che avrà l’apparto). Comunque le cautele da utilizzare in caso di servizi di
gestione del riscaldamento e dell’ascensore sono analoghi.
Investire nel risparmio
“Chi più spende,
meno spende”, dice un vecchio detto. Il che può essere vero particolarmente
quando è in ballo la manutenzione ordinaria del palazzo: quanto più essa è eseguita superficialmente e raramente, tanto più
prima o poi i nodi verranno al pettine e si dovrà sborsare cifre ingenti per
ricostruire quello che poteva durare di più.
Di
esempi se ne potrebbero fare tanti. La mancata
pulizia dei pluviali dalle foglie crea sacche attraverso le condutture,
allagamenti sui lastrici solari, rottura degli scarichi. Stesso discorso per le
canne fumarie: i depositi vengono dilavati dai fumi di
metano, vengono “attirati” dalle pareti roventi (per esempio della caldaia),
rendono cattivo il suo funzionamento, aumentano i consumi di combustibile,
accorciano la vita dell’apparecchio e provocano anche affioramenti sulle pareti
delle canne, dai giunti. Le lastre o le piastrelle in facciata mal saldate
fanno passare l’acqua e l’umidità, che con il gelo e l’aumento di volume
conseguente del liquido, provocano vasti distacchi e
anche pericoli. Infiltrazioni nelle coibentazioni fanno
marcire i materiali, favoriscono la creazione di nidi per insetti e
topi. Minime fessurazioni nei teli impermeabilizzanti
creano sacche d’acqua. Lasciamo poi alla fantasia di ognuno di completare
questa lista.
Risparmio energetico.
Ma
il risparmio viene non solo dalla manutenzione dell’esistente, ma anche dal suo
miglioramento.
L’esempio principe
(ma non il solo) sono i minori consumi energetici. E cioè
opere che coinvolgano o gli impianti o le strutture (con coibentazioni) o, ancor
meglio, entrambi. E’ comune poter arrivare a risparmiare, nei vecchi edifici,
fino al 50% e anche più dei consumi di carburante. Neparliamo
nel capitolo apposito dedicato al risparmio
energetico.
Guadagnare in condominio
Che si possa risparmiare in condominio lo sanno un po’ tutti, ma
che si possa addirittura guadagnare viene in mente a pochi.
Il trucco sta nel
valorizzare quel che si possiede e che, magari, ci si dimentica di avere.
Si sta parlando
degli spazi comuni, quelli inutilizzati ma anche quelli che possono vedersi
aggiungere funzioni diverse. Quelli racchiusi tra le quattro
mura ma anche quelli all'aria aperta. Tra i primi, le
cantine e i sottotetti inutilizzati o i locali del portiere abbandonati.
Tra i secondi i cortili vasti, i tetti pendenti e
quelli piani, i muri privi di finestre e le impalcature delle ristrutturazioni.
Le situazioni più
interessanti di guadagno sono:
-
l’affitto
o la vendita dell’ex portineria o di altri spazi che avevano un tempo altre
destinazioni (per esempio un seminterrato che ospitava le caldaie, ora
alloggiate in un casotto esterno o sul tetto);
-
l’utilizzo
dei muri ciechi o delle impalcature delle ristrutturazioni per cartelloni
pubblicitari;
-
l’affitto
dei tetti e delle terrazze per antenne di telefonia cellulare;
-
l’utilizzo
dei cortili o dei giardini comuni per costruire parcheggi interrati;
-
lo
sfruttamento dei sottotetti condominiali e privati.
Quando, la
conversione dell’uso della parte condominiale prevede lavori edili, resta
sempre possibile godere della detrazione del 36% sul
recupero, abbattendo così la spesa di più di un terzo.
Il principale
ostacolo resta la mancata coesione tra condomini nelle scelte. Sia il codice
civile che la giurisprudenza, infatti, pretendono che
ogni decisione sia presa a larga maggioranza, e talvolta all’unanimità.
Vendita o affitto dell’ex portineria.
Lo spazio a portineria può essere già liberato o si può decidere di farlo,
anche per risparmiare sulle spese (questa eventualità
è esaminata nei capitoli precedenti).
La vendita degli spazi dell’ex portineria
è un affare complesso: occorre infatti,
sempre e comunque, il consenso unanime di tutti i condomini (rinuncia a una
cosa comune). Molto più semplice la locazione. Se è di durata inferiore a nove anni, bastano secondo i più, il voto
favorevole della maggioranza dei partecipanti all’assemblea, che possiedano la maggioranza dei millesimi (secondo alcuni, se
il servizio portineria non è previsto dal regolamento, basterebbero anche un
terzo dei millesimi).
Quel che vale per le portinerie è applicabile
alla vendita e all’affitto di qualsiasi altro spazio condominiale inutilizzato:
ovviamente lo stesso non può dirsi per quelli che hanno una reale funzione a
servizio del condominio, quando anche solo la locazione impedisca l’uso, anche
ad un solo condomino: ij tal caso resta necessaria
l’unanimità dei voti, in assemblea oppure anche in seguito, con un apposito contratto.
Antenne cellulari
L’affitto del tetto
per antenne cellulare, ove ancora sia necessaria alle compagnie una maggiore
“copertura” del servizio, è un’occasione di buoni guadagni.
I canoni ottenibili
sono difficilissimi da stimare, perché dipendono da tanti fattori. Per esempio
la dislocazione dell’immobile, il volume di traffico e la presenza di
smagliature nella rete delle trasmissioni, ma anche la capacità di trattativa
delle due parti, condominio e azienda gestrice dell’antenna, cosicchè in situazioni simili si possono riscontrare cifre
assai diverse. Ulteriore conseguenza è che le aziende
si rifiutano strenuamente di offrire ammontari degli affitti: quindi un
indagine sui prezzi deve svolgersi più pescando dalla cronaca o dalle cause
accese in tribunale che da fonti ufficiali.
Anche così c’è comunque da farsi venire il mal di testa: tragliando la tsta al toro si potrebbe
stimare una cifra annua oscillante tra i 10 mila e i 18 mila euro (ma c’è anche
chi prende molto meno).
Le maggioranze
necessarie perché un condominio possa decidere di ospitare le antenne dei cellulari sono ancora dubbie. La relativa delibera va considerata
almeno come un’innovazione, decisa dalla maggioranza dei condomini con 2/3 dei
millesimi. E’ però capitato più volte che i tribunali abbiano optato per l’unanimità dei consensi, facendo leva sul fatto
che la pericolosità di questi impianti non è mai stata confutata in modo
definitivo.
Sopraelevazione del
palazzo
E’ una situazione
che si distingue dalle altre perché ad essere valorizzata non è una parte
comune, ma una appartenente a uno solo dei condomini.
Secondo l’articolo 1127
del codice civile, è possibile infatti al proprietario
dell’ultimo piano o del lastrico solare (il terrazzo piano che sovrasta il
palazzo) elevarne altri. Vanno rispettate le condizioni statiche dell'edificio,
il decoro architettonico, i regolamenti condominiali, nonché
gli standards urbanistici ed edilizi. Chi fa la
sopraelevazione deve corrispondere agli altri condomini un'indennità pari al
valore attuale dell'area. diviso per il numero dei
piani, ivi compreso quello da edificare, e detratto l'importo della quota a lui
spettante. Egli è inoltre tenuto a ricostruire il lastrico solare di cui tutti
o parte dei condomini avevano il diritto di usare.
Si tratta di
un’ipotesi tutto sommato rara, se non altro perché i
comuni non concedono facilmente l’aggiunta di nuove volumetrie.
Un caso molto più comune, però, c’è. Accade quando le leggi
regionali (per esempio quelle della Lombardia e Liguria) consentono di
innalzare la falda del tetto esistente nonché le
pendenze delle falde per raggiungere le altezze minime per il recupero di un
sottotetto, che viene inglobato nell’appartamento sottostante. Allora, anche se
il sottotetto non appartiene a tutti i proprietari del palazzo ma a un singolo condomino, egli dovrà versare agli altri
l'indennizzo previsto per la sopraelevazione.
Tabelloni pubblicitari.
Il settore è in
Italia rigidamente ripartito in due differenti specializzazioni,
gestite da aziende diverse. Da una parte vi è la pubblicità tradizionale
(tabelloni con manifesti di sei metri per tre, insegne luminose sui tetti o sui
lastrici solari e, meno adatti ai condomini, maxiposter luminosi di 8 o 12
metri per 4, che si autoreggono su pali, più comuni
nei parcheggi).Dall’altra vi sono i cosiddetti “teli pittorici”, che sono opere
uniche, di dimensioni che si adattano agli spazi esistenti (in media da 140 a
300 metri quadrati) e che sono affare per pochi, perché la richiesta riguarda
solo spazi di altissimo pregio nel centro delle grandi
città.
Per i tabelloni
tradizionali a dettare i canoni è la visibilità e la zona: arterie di grande
scorrimento, strade pedonali, meglio se chic, collocazione
vicino ai supermercati o alle zone fieristiche, zone commerciali. Ovviamente le
posizioni frontali rispetto a chi percorre le strade
sono le preferite. L'installazione è possibile sui frontespizi ciechi dei
palazzi ma è più comune sulle impalcature di immobili
in via di ristrutturazione. In quest’ultimo caso, per coprire le spese di installazione, il cantiere deve durare almeno un anno e mezzo-due anni.
Secondo un operatore
specializzato, a Milano e Romai canoni medi sono sui
5 mila euro annui per ciascun poster di 6 metri per 3. Per esempio se
sull’impalcatura ce ne stanno sei, l’incasso è di 30 mila euro annui. Viceversa
in città minori (Como e Varese, tanto per fare un esempio), gli incassi
scendono del 60%. Le entrate sono influenzate dai costi e dalle scelte
comunali: per esempio a Firenze le tasse sulla pubblicità sono elevatissime e a
Venezia è consentita l’installazione solo nelle zone periferiche. Le insegne
luminose sui tetti sono quotabili invece a Milano sui 10 mila euro annuali.
I contratti per le
installazioni fisse (frontespizi ciechi e tetti) sono quinquennali, e annuali
invece per quelli sulle impalcature, con possibilità di rinnovo e adeguamento
al costo della vita dopo il secondo anno o per tutta la durata del cantiere. I
regolamenti comunali dettano però spesso limiti alla loro collocazione
nelle zone di pregio artistico e architettonico e il codice della strada
rispetto alla collocazione nelle intersezioni semaforiche (in questo caso per
evitare che gli automobilisti si distraggano).
Se l’installazione
avviene su un muro cieco e inutilizzato, è difficile sostenere che porti a
gravi disagi: è da ritenere che basti la maggioranza per le delibera
condominiali che regolamentano l’uso delle parti
comuni (quella dei partecipanti all’assemblea e dei millesimi). Se invece accade su impalcature, è necessaria almeno quella
delle innovazioni (maggior parte dei condomini e due terzi dei millesimi). Più
prudente comunque avere l’unanimità, che talora non
difficile da conseguire: infatti le impalcature si devono mettere comunque per
ristrutturare l’immobile e tanto vale sfruttarle al meglio..
Parcheggi in cortile
o in cantina
Di per sè la costruzione al piano terra o nei sotterranei di
parcheggi è avvantaggiata dalla cosiddetta “legge Tognoli” (art. 9 legge 122/89), che consente
decisioni prese con la maggioranza degli intervenuti e con perlomeno 500
millesimi. Sono anche previste facilitazioni urbanistiche (il mancato pagamento
al Comune del contributo di costruzione). Tuttavia ad ogni unità immobiliare
del condominio deve essere legato almeno un posto auto, non importa se di
proprietà singola o comune. Perciò le possibilità di guadagno dalla vendita o
dall’affitto per il condominio dipendono dalla disponibilità di
ampi spazi e quindi dalla realizzazione di un numero di posti auto,
superiore a quello degli appartamenti dell’edificio. Viceversa l’affitto del
box singolo, da parte del suo proprietario, non sarebbe limitato secondo le
interpretazioni più recenti. Per l’alienazione dei posti auto in più occorre
delibera presa, all’unanimità. Per la loro locazione sotto i nove anni, basta
quella regolamentare.