Contributi a fondo perduto per gli impianti fotovoltaici: un’occasione
da non perdere
Finanziamenti
per installare pannelli fotovoltaici sui tetti: c’è tempo fino al 20 marzo per proprietari
di casa e condomini per partecipare al bando di concorso per la concessione di
un contributo a fondo perduto pari al 65% dei costi sopportati. E non è finita: quest’anno si può
godere (fino al 30 settembre) anche della detrazione fiscale del 36% su quanto
effettivamente pagato.
Di cosa si
tratta esattamente? La regione Piemonte, per il secondo anno consecutivo, mette a disposizione oltre 3 milioni di euro (3.107.552,54) per finanziare i lavori per la
realizzazione di impianti fotovoltaici di potenza compresa tra 1 e 20 kilowatt.
Il solare fotovoltaico è una tecnologia che permette la conversione diretta
dell'energia solare in energia elettrica, attraverso piccole lastre da
installare o in sostituzione delle tegole dei tetti, oppure sopra di essi (che sono cosa diversa dai pannelli solari propriamente
detti, che producono essenzialmente acqua calda). L’anno scorso il bando, che
prevedeva finanziamenti inferiori (un milione di euro
in meno) è stato un successone: oltre 500 domande presentate in Piemonte (oltre
40 dalla provincia di Asti), di cui 317 idonee.
Quest’anno il comune di Asti ha voluto sostenere l’iniziativa pubblicando sul suo
sito internet (www.comune.asti.it)
il bando di concorso, con le condizioni per partecipare e i moduli da compilare.
Pro e
contro Quando conviene il fotovoltaico? Bisogna subito
premettere che i costi di un impianto, installazione compresa, sono oggi elevati: per lo
meno 8.000-8.500 euro, Iva compresa., per kilowatt di potenza: occorre
raddoppiare questa cifra per servire un normale impianto domestico. Se infatti è vero
che esso ha normalmente 3 kW di potenza, gli si
chiede normalmente di erogare di meno. Il risparmio che si ottiene negli
anni con la produzione di energia elettrica a costo
zero permette di ripagare l’investimento (tenuto conto anche dei costi di
manutenzione) in un periodo assai lungo, 18-20 anni a seconda della potenza
dell’impianto e di altri fattori (orientamento dei pannelli, situazione metereologica, eccetera). Insomma, solo dopo vent’anni si inizia a guadagnare.
I costi si abbassano solo se l’edificio è in costruzione o comunque
è in completo rifacimento il tetto.
Il
contributo del 65% è quindi un’iniziativa indispensabile per spingere i
cittadini a scegliere l’energia solare. I costi
si abbassano radicalmente. Se poi entra in gioco la detrazione Irpef del
36%, siamo sui 2200-2500 euro a kilowatt, e si comincia davvero a ragionare: otto-nove anni per ripagarsi l’investimento
e almeno altri vent’anni per guadagnarci sopra, con in più il vantaggio
sociale del minore inquinamento e l’orgoglio di essere un pioniere dell’energia
solare.
“Per completare il quadro”, afferma
l’architetto Vittorio Fiore, del Wwf” bisognerebbe
seguire le orme dei tedeschi: costringere le aziende energetiche ad acquistare
l’energia elettrica prodotta in più da privati e condomini a
un prezzo particolarmente favorevole”.
Tempi. L’invio della domanda, entro il 20 marzo, non obbliga per forza a
realizzare l’opera (soprattutto se si fa conto sui contributi…). Si avrà poi tempo 65 giorni dall’accettazione della
domanda stessa per presentare il progetto e altri 120 giorni dall’accettazione
del progetto per eseguire i lavori. Chi,
comunque, non dovesse fare in tempo, non
disperi: è prevista una riedizione del bando tra l’estate e l’autunno di quest’anno.
Avv. Mauro
Bolla, Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare)