Gas e luce: in Italia si
paga molto di più
Con la collaborazione
dell’Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
Aumentate del 3,7%, ad
inizio luglio, le tariffe del gas, con una maggiore spesa annua a famiglia
stimata in 31 euro. Rinviato l’incremento, per il momento, di
quelle elettriche. Sono gli effetti perversi del boom dei prezzi del petrolio, che porteranno quasi sicuramente ad altri
rincari in autunno. Ma , quasi contemporaneamente alla
delibera che stabilisce “la stangata”, l’Autorità per l’energia ha reso
pubblico il suo rapporto annuale che mette a confronto i prezzi energetici
dell’Italia con quelli degli altri Paesi europei. Dallo studio emerge un dato
di fatto: se i costi energetici sono così alti nella nostra Penisola, non è
solo colpa degli sceicchi o delle sette sorelle (le più grandi multinazionali del
petrolio).
Solo in Danimarca,
infatti, tra16 paesi europei, l’energia elettrica costava a luglio 2004 di più che in Italia, dove la bolletta è più
cara, in media, del 30% rispetto agli altri membri occidentali della Ue. Sempre in due paesi
scandinavi (Danimarca e i Svezia) i cittadini pagano di più per acquistare gas
metano rispetto all’Italia: gli altri sono più convenienti. Per la luce, la
colpa dei prezzi non è tanto attribuibile alle imposte (come capita invece per
la benzina), che incamerano una percentuale poco superiore alla media europea.
Contano molto di più la scarsa efficienza produttiva, il costo dei trasporti
dell’energia e gli sprechi. Più rilievo hanno invece i
prelievi del Fisco sul prezzo del gas
(ben il 42,1% del costo finale).
Queste percentuali
riguardano consumi familiari medi per il metano (quando utilizzato sia per la
cottura dei cibi che per il riscaldamento), e consumi lievemente superiori alla
media, per l’elettricità.
In Italia sono
privilegiati invece i cittadini che fanno scarsissimo uso di energia:
le famiglie che consumano la metà di
chilowatt di elettricità rispetto alla media italiana, pagano il 40% in
meno rispetto ai loro vicini europei e
quelle che utilizzano il gas solo in cucina l’8-12% in meno (ma, in questo caso,
lo “sconto” è quasi sempre compensato dai maggiori prezzi del gasolio da
riscaldamento).
Risparmio energetico:
come?. E’
possibile risparmiare sulla bolletta modificando gli impianti oppure scegliendo
energie alternative? Sicuramente sì, ma i calcoli sulla convenienza debbono tener conto di molte variabili, di cui la più
importante è senz’altro quella che risponde alla domanda: “se spendo oggi nella
ristrutturazione dell’impianto, quanti anni dovranno passare prima che, con il
risparmio energetico conseguito, mi ripagherò quanto ho investito e inizierò a
guadagnare?” Una delle soluzioni più indolori è probabilmente
sostituire la caldaia, quando è al fine del suo ciclo di vita, con un’altra di
maggiore efficienza energetica. Un passo in più è quello verificare
l’efficienza energetica di tutto l’involucro-appartamento, utilizzando tutte le
tecniche adatte (doppi vetri, coibentazioni,
cronotermostati, cioè apparecchi che regolano il
calore stanza perr stanza a seconda delle necessità
reali). Laddove la caldaia è centralizzata, passare alle caldaiette
individuali è un errore: molto meglio scegliere la contabilizzazione
del calore (la caldaia resta centrale, ma attraverso vari dispositivi è
possibile spegnere o regolare l’afflusso
di acqua calda
dei caloriferi nel proprio appartamento, pagando in proporzione al consumo
reale). Con tutte queste tecniche è possibile cominciare a risparmiare soldi a
distanza di pochi anni dall’investimento. Ammortamenti più lunghi hanno le
caldaie a condensazione, servite da pompe di calore.
E
le energie alternative? Tra quelle più conosciute, i pannelli solari sono
probabilmente la scelta migliore, a livello di rapporto costi/risultati, ma
raramente possono reggere tutte le necessità energetiche di un appartamento. I
tetti fotovoltaici hanno prezzi ancora proibitivi e
perfino quando si riescono ad ottenere
contributi regionali pari al 60-75% dell’investimento ci vogliono da otto a
dodici anni prima di cominciare a
risparmiare denaro. Il vento, la geotermia l’energia
da biomasse (ottenuta bruciando i rifiuti) sono
scelte ancora d’avanguardia e non disponibili al comune mortale (soprattutto se
risiede in un grande centro abitato). Paradossalmente vale, invece, il ritorno
all’antico: il legno. Sembra dimostrato che i risparmi maggiori si ottengano con stufe alimentate con legna da ardere o con “pellets” (ovuli in truciolato di basso costo, reperibili
anche in molte città).
CLASSIFICA DEI PREZZI DELL'ENERGIA ELETTRICA di utenze domestiche (consumo 3.500 kw/h) |
|||
(Italia = 100) |
|
|
|
|
|
Prezzo (Italia =100) |
Incidenza tributi (%) |
1 |
Danimarca |
116,6 |
59,6 |
2 |
Italia |
100,0 |
26,9 |
3 |
Paesi Bassi |
95,3 |
43,5 |
4 |
Germania |
89,1 |
25,6 |
5 |
Belgio |
74,6 |
20,8 |
6 |
Austria |
74,1 |
31,5 |
7 |
Lussemburgo |
71,0 |
10,9 |
8 |
Svezia |
71,0 |
38,7 |
9 |
Portogallo |
69,9 |
5,2 |
10 |
Irlanda |
65,3 |
15,9 |
11 |
Norvegia |
62,2 |
28,3 |
12 |
Francia |
59,1 |
20,2 |
13 |
Spagna |
56,0 |
17,6 |
14 |
Finlandia |
54,9 |
25,5 |
15 |
Regno Unito |
43,5 |
4,8 |
16 |
Grecia |
34,7 |
7,5 |
Media europea ponderata |
69,4 |
24,6 |
Fonte:
Elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
su dati Autorità energia elettrica e gas
CLASSIFICA DEI PREZZI DEL METANO per utenze domestiche (acqua calda e
riscaldamento) |
|||
(Italia = 100) |
Prezzo (Italia =100) |
Incidenza tributi (%) |
|
1 |
Danimarca |
147,3 |
55,8 |
2 |
Svezia |
115,4 |
49,9 |
3 |
Italia |
100,0 |
42,1 |
4 |
Austria |
79,4 |
33,4 |
5 |
Paesi Bassi |
78,6 |
38,1 |
6 |
Germania |
76,3 |
25,8 |
7 |
Portogallo |
73,2 |
4,9 |
8 |
Spagna |
67,4 |
13,9 |
9 |
Belgio |
63,7 |
20,3 |
10 |
Francia |
61,0 |
14,8 |
11 |
Irlanda |
53,5 |
12,0 |
12 |
Regno Unito |
43,8 |
4,6 |
13 |
Lussemburgo |
42,7 |
5,5 |
Media europea ponderata |
68,5 |
25,7 |
Fonte:
Elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
su dati Autorità energia elettrica e gas
Le bollette, voce per
voce
Elettricità.
Le voci base sono tre. Quota fissa, quota potenza e quota energia, ma i costi
di ciascuna di esse sono del tutto diversi se
l’alloggio è adibito ad abitazione principale o ad altra abitazione (in affitto
o casa di villeggiatura). Ovviamente si paga di più nel secondo caso. La quota
base è una cifra abbastanza limitata. La quota potenza è rapportata, appunto,
alla potenza del contatore. Per i classici 3 chilowatt si versano
18,72 euro (abitazione principale) e 46,44 euro (seconda casa). Le tariffe a
chilowatt per la quota energia sono infine
rapportate (ma solo per la prima casa) alla quantità di chilowatt
consumati ogni due mesi : sono più basse per chi
consuma meno. Vi sono poi le imposte: una addizionale
stabilita dal singolo comune, e due statali (imposta erariale e Iva al 10% sul
totale della bolletta).
Metano.
A differenza di quel che accade per l’elettricità, le tariffe sono
“liberalizzate”, secondo certi criteri, e variano comune per comune a seconda dei costi di approvvigionamento, di distribuzione
e di vendita. Sia le quote fisse che quelle variabili
dipendono strettamente dal consumo: anche qui vale la regola che a bassi
consumi corrispondono tariffe al metro cubo di gas meno elevate. Non esiste
distinzione tra prima e seconda casa, ma bensì tra uso solo per cottura cibi e
uso misto (cottura e riscaldamento). Ovviamente, in aggiunta si pagano le
tasse: l’Iva è al 10% per la sola cottura e al 20% se c’è anche il
riscaldamento.