Come ogni estate, l'afa in città ha un insidioso effetto: il proliferare di blatte e topi nelle nostre cantine, attirati dal rapido corrompersi al calore dei rifiuti biologici nei sacchi della spazzatura. C'è da correre ai ripari quindi, ricorrendo alle ditte specializzate nel campo bonifica, o comunque all'azienda di pulizie che assicurano questo servizio, divenuto indispensabile soprattutto nelle città, dove alla città verticale ne corrisponde una speculare "a testa in giù", fatta di cunicoli, fognature, metropolitane e tanti piccoli, intricati abissi.
La prevenzione. Ma come sconfiggere questo esercito di minuscoli nemici? Lo abbiamo chiesto ai i tecnici dell'Aler di Milano (l'ex istituto autonomo case popolari), che gestiscono da decenni in modo "industriale" questa quotidiana battaglia. "Prevenire, prima ancora di combattere", è la risposta. "Sotto i nostri piedi Madre Natura ricrea il suo ciclo. La sporcizia attira gli scarafaggi. Immondizia, scarafaggi e uova di piccione sono i cibi preferiti dei ratti, che si moltiplicano. A loro volta i piccioni attirano le zecche, che si attaccano agli animali domestici e, talvolta, all'uomo. Quindi, tanto più c'è un atteggiamento civile verso la pulizia, tanto più i nemici da sconfiggere calano di numero".
Il ruolo dei comuni. D'accordo, ma qualche suggerimento? "I cittadini debbono premere perché sia estesa nei comuni la raccolta differenziata dei rifiuti umidi, che sono quelli che attirano i parassiti dell'uomo, pretendendo che avvenga a scadenze ravvicinate. Occorre sigillare le canne di caduta dell'immondizia da scale e balconi (che sono un vero covo di parassiti e sono vietate in quasi tutti i comuni). Bisogna porre cartelli non solo in italiano, ma anche in altre lingue, laddove vi sono molti immigrati extracomunitari, che debbono adeguarsi alle nostre consuetudini".
La disinfestazione. E i sistemi pratici di lotta? "Il primo passo", dicono all'Aler, "è affrontare gli scarafaggi, che sono cibo per i topi. A fine febbraio-inizio marzo si fa il trattamento anti-larva, poi da maggio ad ottobre, una volta al mese, quello per uccidere gli adulti. Per i topi, invece, non c'è calendario. Nelle cantine si usano le gabbiette con esche. Nelle canne dell'immondizia o nelle intercapedini sigillabili, i mezzi fumogeni. Nei grandi magazzini con derrate, infine, dei paletti fissi con emissioni elettromagnetiche che tengono lontani gli animali . I costi di un normale trattamento oscillano sulle 13-18 mila lire a scala e sulle 40-50 mila lire per i locali delle centrali termiche".
A misura di isolato. Il vero guaio nella lotta contro questi insidiosi avversari sta nel fatto che la bonifica palazzo per palazzo è poco utile. Ne occorrerebbe una su misura di isolato, che veda coinvolto anche il Comune, per avere accesso anche a condutture e fognature. Spiega infatti un esperto Aler: "Il raggio d'azione di una famiglia di topi, composta da decine di individui, è una settantina di metri. Se un membro si allontana di più è espulso, e si forma una famiglia da solo. Perciò i sopravvissuti da una bonifica troppo ristretta, diventano potenziali fondatori di nuove stirpi di nemici dell'uomo".
E' evidente che la scelta della giusta ditta di pulizie è fondamentale. La legge n. 82/1994 impone che essa sia iscritta al registro delle imprese o all'albo delle imprese artigiane, con requisiti disegnati da un decreto del ministero dell'Industria (n. 274 del 7 luglio 1997). Per chi stipula contratti con le imprese non abilitate (in genere l'amministratore condominiale) c'è una sanzione, da uno a due milioni.
Silvio Rezzonico, presidente Confederazione piccola proprietà immobiliare.