Dimissioni volontarie
amministratore e rischi di responsabilità
A
fine gennaio 2006 sono stato nominato come amministratore in un supercondominio
di n°126 proprietari,ereditando una situazione di
insoluti utenze-fornitori di €.50.000,00 circa +
saldi negativi e morosità di molti condomini ed assicurazione scoperta.il conto corrente era a zero ed
ho quindi richiesto ai condomini una rata straordinaria a copertura degli
insoluti della gestione precedente,oltre l'importo necessario alla copertura
assicurativa degli immobili. Questa rata è stata pagata dalla minoranza e tutto
il lavoro non è stato recepito in modo adeguato.ieri 27.3.06 nell'assemblea
ordinaria da me convocata l'assemblea intende,prima di pagare insoluti,fare
ricerche sulla gestione precedente nonchè contesta la
mia gestione e non ha approvato il preventivo 2006/2007 con atteggiamento
maleducato ed offensivo nei miei confronti.
sono
inoltre in arrivo numerosi decreti ingiuntivi dei fornitori.
è
mia volontà rimettere il mandato immediatamente (anche se sono passati 2 mesi
dalla nomina.
1)mi
dica come poterlo fare tutelando la mia persona e la mia società,come mi devo comportare e in che modo posso dissociarmi
dalla responsabilità.
2)in
che modo e cosa devo scrivere per avvisare i condomini (non intendo più fare nessuna assemblea in quanto la prima è stata di un'inciviltà
assoluta).
3)se
non avviene la nomina dell'amministratore cosa succede
e in che tempi io rimango responsabile?
grazie
è urgente.
alessio goffredo rm1589
Siamo consapevoli del
suo problema, che non è semplice da risolvere.
Innanzitutto non v’è
dubbio che nel la lettera raccomandata con cui Lei dà
le dimissioni, Lei deve sollecitare i condomini alla nomina di un nuovo amministratore,
indicendo un’assemblea per la nomina stessa (anche se Le ripugna). Nel caso in
cui, come forse Lei ritiene probabile, l’assemblea non riesca
a nominare l’amministratore, Lei deve far ricorso all’articolo 1129 del codice
civile per la nomina di un amministratore giudiziario. A questo punto va
premesso che il ricorso dovrebbe, stando alla lettera del codice, essere
presentato da uno o più condomini, e non dall’amministratore. Se non riesce a convincerli, tuttavia, può provare a farlo
Lei: abbiamo notizia che, per lo meno al Tribunale di Milano, il ricorso dell’amministratore
è stato accettato dai giudici (tra parentesi, la leggi di riforma del
condominio, per il momento naufragata, lo prevedeva espressamente).
Nel frattempo, Lei resta in proroga a tempo indefinito, e quindi obbligatoriamente tenuto a dar corso ai decreti ingiuntivi contro i morosi, nell’interesse anche di un solo condomino (quindi l’assemblea a maggioranza non può esentarla). Ponga comunque il problema in assemblea, se non altro perché risulti dal verbale, a suo discarico.