Dodicesima
puntata della rubrica per il mensile Cose di Casa
Dieci domande sulla casa
12.1 Se si acquista una prima casa e
due box pertinenziali, qual è il trattamento fiscale dei due box? Godono
entrambi delle agevolazioni sulle imposte della compravendita? E se si acquista,
oltre alla prima casa, un diverso
immobile pertinenziale (per esempio un gazebo classificato in Catasto come
categoria C/7)?
Sia ai sensi dell’imposta di registro (acquisto di immobili
esistenti), che a quelli dell’Iva (acquisto di immobili nuovi entro 4 anni
dall’ultimazione dalla ditta costruttrice), le agevolazioni prima casa coprono,
oltre all’abitazione,anche le pertinenze ma “limitatamente
ad una per ciascuna categoria, per le unità immobiliari classificate o
classificabili nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7”, come recita la legge.
Pertanto lo sconto fiscale (Registro al 3% o Iva al 4%, imposte ipotecarie e
catastali in misura fissa), può riguardare sia un box (categoria C/6) che una
tettoia (categoria c/7), ma un solo box o posto auto all’aperto o in garage,(non due). Il
secondo posto auto sarà sottoposto ai tributi “normali” (registro all’8% del valore o Iva al 10%).
12.2 Chi finisce di pagare un mutuo
deve cancellare ancora l’ipoteca? Come deve fare? Deve rivolgersi a un notaio? Con quali costi?
Con le nuove
disposizioni di legge (decreto Bersani), non più. Fa
però da spartiacque la data di estinzione del mutuo. Se è dopo il 3 aprile 2007, l’estinzione del muto porta
automaticamente alla cancellazione d’ipoteca, senza che si debba occuparsene.
La banca o la finanziaria deve rilasciare al mutuatario una quietanza che
attesti l’estinzione del debito e, entro 30 giorni, deve trasmettere alla
Conservatoria competente comunicazione dell’avvenuto rilascio della quietanza
stessa. Se il mutuo, invece, si è estinto prima (anche
in anni precedenti), il mutuatario che non ha ancora cancellato l’ipoteca ha
l’onere di inviare raccomandata con avviso di ricevimento alla banca stessa, in
cui chiede il rilascio della quietanza: a questo punto è a posto. In ogni caso,
non dovrà pagare assolutamente nulla e non è più
necessario l’intervento di un notaio. Molti in passato, per risparmiare, non
avevano cancellato l’ipoteca fidando sul fatto che in 20 anni si cancella automaticamente
e che, nel frattempo, non intendevano vendere la casa ad altri..
12.3 Se un anziano acquista una prima casa e, entro 5
anni, vende o dona la nuda proprietà ai figli, perde le agevolazioni prima
casa? Deve poi pagare le imposte sul guadagno realizzato?
In
effetti le norme stabiliscono che chi acquista la
prima casa non può cederla prima di cinque anni, pena l’applicazione delle
imposte in misura intera , nonché di una sovratassa
del 30%. Non solo: dicono anche che su tutti gli immobili rivenduti prima di
cinque anni dall’acquisto bisogna pagare le imposte sui redditi sul guadagno
realizzato, ma esclude “le unità immobiliari urbane che per la maggior parte del periodo
intercorso tra l'acquisto o la costruzione e la cessione sono state adibite ad
abitazione principale del cedente o dei suoi familiari”. Pertanto la
Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 213 del 2007 ha stabilito che: a)
Anche in caso di vendita o donazione della sola nuda proprietà, per non pagare
imposte di acquisto e sovratasse,
bisogna aspettare cinque anni; b) che però chi cede la nuda proprietà avendo
destinato la casa ad abitazione principale non versa tributi sul guadagno
realizzato.
12.4 Nei compromessi di
compravendita immobiliare quasi sempre chi promette di acquistare anticipa una somma a titolo di “caparra
confirmatoria” o “ caparra penale””. Qual è la differenza tra queste due
definizioni?
Sia la caparra
confirmatoria che quella penale sono somme che si
versano per garantire l’adempimento di un contratto. Per entrambe vale il
principio che, se chi le ha versate è inadempiente, non ha diritto alla loro
restituzione. Se invece è inadempiente chi le ha ricevute, deve rendere il
doppio della caparra (cioè quella anticipata, più una
somma uguale). Si distinguono per il fatto che, nel
caso della confirmatoria, non viene esclusa la possibilità di ottenere anche un
risarcimento del danno subito dalla mancata esecuzione del contratto. Si noti
che sulle caparre bisognerebbe versare un’imposta di registro dello 0,5% del loro ammontare (cosa che raramente si fa e che persino
molti operatori immobiliari ignorano che sia necessaria).
12.5 Cosa è “l’interesse legale”?
In che occasioni si utilizza, per esempio nei contratti o nei tributi
immobiliari?
E’ un interesse su
somme versate o su debiti che si ha deve, rispettivamente, ottenere oppure
pagare. In campo immobiliare, per esempio, il proprietario che ha richiesto
all’inquilino una somma a titolo di deposito cauzionale per
eventuale danni all’appartamento, deve versare annualmente l’interesse
legale all’inquilino stesso. Conta anche nei rapporti tra usufruttuario e nudo
proprietario di un immobile: se quest’ultimo esegue riparazioni straordinarie,
l’usufruttuario deve versare l’interesse legale annuale sui costi sostenuti. E’
comunque l’interesse che paga chi ha un debito, se non
esistono e sono possibili accordi o situazioni diverse (lo versa anche la
Pubblica amministrazione, per esempio il Fisco, sulle somme dovute a rimborso).
E’ modificato periodicamente per legge: attualmente il
tasso di interesse legale è del 2,5% annuo.
12.6 Un contratto, per esempio un compromesso di acquisto di una casa, può essere “registrato”, oppure
anche “trascritto”. Che differenza fa?
Enorme. Qualsiasi
contratto (un compromesso di compravendita, una locazione, un comodato, cioè la concessione di un bene gratis, ma anche altri tipi
di contratti) può essere registrato. Nel caso delle locazioni di durata di più di un mese, anzi, la registrazione è obbligatoria. La
registrazione non è che il deposito di una copia del
contratto in un ufficio pubblico: l’effetto che ha è di dargli una data certa,
cosa utile in caso di liti, contrasti, problemi con la pubblica
amministrazione. In genere la registrazione ha un costo fisso (168 euro),
tranne che per le locazioni (2% del valore, da versare annualmente) e per certi
atti particolari. Viceversa la trascrizione è possibile solo per determinati
atti, elencati nel codice civile (articolo 2643) e per i loro allegati. Per
esempio, è obbligatoria per le compravendite
immobiliari, per i diritti sui beni immobili come la servitù, per le ipoteche
(in questo caso si parla di “iscrizione”), e facoltativa per i compromessi di acquisto o per le sentenze di un giudice che creano certi
diritti. Si versano imposte molto più consistenti, ma in compenso si è
garantiti sui diritti che si acquisiscono con il contratto. Per esempio tra due
compravendite dello stesso bene, vale quella che è stata trascritta prima,
anche al fine della precedenza per la riscossone
di eventuali crediti ancora da esigere
(crediti privilegiati).
12.7 Se il marito stipula un mutuo per
l’acquisto di una casa e in seguito va ad abitare altrove perché si è separato
dalla moglie, continua ad avere diritto alla detrazione fiscale del 19% sugli
interessi e le spese sul mutuo stesso?
Sì,
serba questo diritto, perché formalmente continua ad essere coniuge e un suo
familiare ha destinato la casa ad abitazione principale.
Diverso è il discorso se divorzia: allora perde il diritto alla detrazione, a
meno che i suoi figli (che restano familiari) continuino a risiedere nei
locali.
12.8 Se una costruzione è stata
realizzata abusivamente decenni fa, e non è mai stata fatta sanatoria, si
prescrive la possibilità di chiederne la demolizione?
No, l'esercizio dei
poteri repressivi per abusi edilizi non incontra alcun termine di decadenza o
prescrizione (si veda per esempio la sentenza del Consiglio di Stato, sezione
V, 1º marzo 1993, n. 308).Tutto ciò a meno che l’opera non
sia stata realizzata prima dell'entrata in vigore della legge 17 agosto 1942,
n. 1150.
12.9 C’è ancora tempo per presentare domanda per il Fondo
di solidarietà, qualora si è stati truffati da una
impresa nell’acquisto di una casa in costruzione? Come si fa?
Sì, la legge 26
febbraio 2007, n. 17 ha dilazionato i termini fino al 31 dicembre 2007. La
domanda va presentata alla Consap: le modalità e la bozza della domanda sono stati pubblicati,
insieme al decreto 2 febbraio 2006, sulla Gazzetta Ufficiale n. 34 del 10
febbraio 2006.
12.10 Se un condomino non paga le spese, quali sono gli
obblighi dell’amministratore? Deve farsi autorizzare dall’assemblea per
trascinarlo in giudizio?
L'articolo 63, primo
comma, delle disposizioni di attuazione del Codice
civile, pone nelle mani dell’amministratore un'arma abbastanza potente. Afferma infatti che, per la riscossione delle spese in base alla
ripartizione decisa in assemblea, egli può"ottenere decreto di ingiunzione
immediatamente esecutivo, nonostante opposizione". Il
che significa che il giudice, basandosi sulle prove portate
dall'amministratore, può ingiungere subito di pagare le spese al condomino;
quest'ultimo, se pensa di non dovere nulla, potrà senz'altro far causa al
condominio, ma nel frattempo dovrà versare quanto richiesto dal giudice.
Se vince la causa avrà indietro quanto ingiustamente pagato, con tanto di interessi.
La procedura del
decreto ingiuntivo è più rapida ed efficace di quella ordinaria,
che prevede spesso un attesa di anni prima di veder riconosciute in giudizio le
proprie ragioni (anche se qualche mese è necessario comunque). Non solo:
l'amministratore che non ha richiesto il decreto ingiuntivo a tempo debito può essere condannato al pagamento dei danni (ivi
compresi quelli da infiltrazioni). Non potrà accampare scuse: non è necessario infatti che l'incarico di conferire in giudizio sia
approvato in assemblea.