Conversione
da centralizzato a singolo:
le
maggioranze in assemblea e le condizioni
Tipo di trasformazione |
Maggioranze condominiali necessarie |
Condizioni per la trasformazione |
Distacco di un solo
condomino dall’impianto centralizzato |
Unanimità |
Il singolo condomino deve
continuare a contribuire alle spese di conservazione dell’impianto
centralizzato (ma non a quelle di consumo del combustibile) |
Trasformazione di impianti
centralizzati in impianti unifamiliari a gas |
Maggioranza dei millesimi
e maggioranza degli intervenuti in assemblea* |
Deve essere gestita dal
condominio, con un singolo contratto di appalto che preveda le condizioni
tecniche necessarie perché il risparmio energetico si realizzi.
Contemporaneamente alla delibera, o anche in seguito (Cassazione sentenza n.
5843/1997) si commissionerà una relazione tecnica che dimostri che la
trasformazione in impianti singoli è conveniente. Se il progetto non riesce a
provare il risparmio energetico, la decisione presa in assemblea non può
essere eseguita dall’amministratore di condominio e l’impianto resta
centralizzato. |
Adozione, negli impianti
centralizzati, di sistemi suddivisione dei costi di riscaldamento in base al
consumo (la cosiddetta contabilizzazione del calore) |
Maggioranza degli
intervenuti in assemblea e almeno metà millesimi (in prima convocazione) e
maggioranza degli intervenuti che rappresenti almeno 1/3 dei condomini e 1/3
millesimi (in seconda convocazione) |
Singolo contratto di
appalto. Non è necessaria la relazione tecnica che provi il risparmio
energetico. |
* L'articolo 26, comma 8, della legge 10/1991 che
ha introdotto i nuovi quorum assembleari, parla in effetti solo di maggioranza
dei millesimi.
Fonte:
Ufficio studi Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare)
Pro e contro di impianti autonomi, centralizzati e centralizzati
contabilizzati.
Impianti
autonomi
Vantaggi
·
Regolazione
autonoma della temperatura
·
Pagamento
solo di quel che si consuma
·
Rivalutazione
del valore dell’appartamento in caso di rivendita (l’impianto autonomo è più
gradito)
·
Risparmio
sul calore inutilmente irradiato dalla caldaia nel suo locale e minori
dispersioni di calore delle tubazioni.
·
Minori
sbalzi termici negli appartamenti dovuti a cattive tarature della caldaia
centralizzata apparecchi (locali al primo e all’ultimo piano più freddi)
·
Meno
litigi con i vicini sull’entità delle spese di riscaldamento e sulla loro
ripartizione;
·
L’amministratore
condominiale non può lucrare sulle forniture di gasolio.
·
Sono
sempre a metano, combustibile più pulito e che costa meno.
Impianti
centralizzati tradizionali
Vantaggi
·
Minore
costo di prima installazione, ripartito tra tutti;
·
Possibile
l’uso di più combustibili (anziché il solo metano);
·
Vita più
lunga della caldaia;
·
Rendimento
termico migliore, rispetto a tante caldaiette singole;
·
Spese di installazione e di manutenzione straordinaria e ordinaria
ripartite tra tutti;
·
Maggiore
sicurezza. Si evita la cattiva manutenzione del singolo della caldaia, che crea
pericoli a tutti;
·
Aperture
per la libera aerazione dei locali di dimensioni più piccole (non devono tener
conto del consumo d’aria delle caldaie individuali, se sono a fiamma libera)
·
Delega
della responsabilità dell’impianto a terzi;
·
Minore
inquinamento, se la caldaia centralizzata è a metano , rispetto a tante
singole;
·
Un solo
camino sul tetto, anziché tanti: vantaggi estetici e funzionali (meno
infiltrazioni in caso di piogge)
·
La conversione
da centralizzato a autonomo può comportare forti spese e, in certi casi, essere
tecnicamente impossibile;
Impianti
centralizzati contabilizzati
Vantaggi
In più:
Svantaggi
·
Maggiori costi
(rispetto agli impianti individuali) per chi usa molto poco il riscaldamento.
Una fetta delle spese, per il buon funzionamento dell’impianto, viene ripartita
tra tutti;
·
Necessità
di imprese con un buon livello di specializzazione per eseguire le opere al
meglio e necessità di una buona diagnosi energetica dell’edificio.
·
Scarsa
convenienza in condomini composti da villette a schiera (per dispersioni
termiche tubature).
Di che cosa stiamo palando.
Impianti singoli. Sono caldaiette, in genere di potenza massima di 35 kw e a metano,
installate nei singoli appartamenti. Quasi sempre sono dotati di
cronotermostato, che permette di regolare un diverso livello di temperatura (o
lo spegnimento) a seconda delle ore della giornata.
Impianti centralizzati. Sono spesso a gasolio, ma talvolta anche a metano o a gas propano
liquido (dove non arriva la rete del metano). Prevedono l’esistenza di un
locale caldaia che serve tutto il condominio.
Impianto contabilizzati. Sono come quelli centralizzati, ma consentono la regolazione della
temperatura o lo spegnimento con cronotermostato, anche in ogni singola stanza
di un appartamento e il pagamento a consumo del combustibile. Possono prevedere
anche la gestione a distanza, da parte di una ditta.
Silvio Rezzonico
Il punto sui contributi per
la conversione degli impianti termici
Se si eccettua la detrazione del 36% sulle opere di recupero, le norme nazionali non hanno mai previsto
agevolazioni fiscali o contributi per la trasformazione da centralizzato a
singolo dell’impianto di riscaldamento, anche se in anni passati (ma oggi non
più) alcune delle spese necessarie erano state dichiarate deducibili (dall'art. 29 della legge 9 gennaio 1991, n.9).
In compenso fino a poco tempo fa molte
aziende di distribuzione del metano erogavano finanziamenti, anche notevoli,
per la conversione da gasolio a metano degli impianti centralizzati, un passo comunque
necessario per il passaggio al termoautonomo.
Oggi la situazione è mutata, almeno secondo
l’indagine condotta dalla Confappi (confederazione piccola proprietà
immobiliare), presso Italgas, Camuzzi e Aem, tre delle principali società di
distribuzione.
L’Italgas, che serve molte grandi città italiane (tra cui Roma, Torino, Venezia e Catanzaro), e l’Aem , che rifornisce Milano, l’hinterland e parte del Triveneto (attraverso consociate), hanno entrambe interrotto la tradizionale politica degli sconti o dei contributi/finanziamenti alla trasformazione da gasolio a metano. Probabilmente, per due motivi: buona parte degli impianti sono stati già convertiti e in secondo luogo perché prima o poi, con la liberalizzazione del mercato del gas, finirà il monopolio locale delle società di distribuzione. Quindi un cliente,aiutato a scegliere il metano, potrebbe passare a un concorrente. In sostituzione, l’Italgas propone contratti pluriennali di Servizio Energia (in cui viene venduto non il combustibile ma l’impegno a garantire una certa temperatura nei locali) connessi a interventi agevolati di riqualificazione degli impianti, della loro messa a norma e della loro trasformazione per il funzionamento con i combustibili economicamente più convenienti.
La Camuzzi gas, recentemente assorbita dall’Enel e che serve oltre
500 comuni in Italia, non ha politiche di finanziamenti in corso, ma prevede
che vengano approvate ad autunno, per la stagione di riscaldamento successiva
(2003-2004).
A caccia di altri
contributi, occorre spulciare le leggi e le delibere regionali e
informarsi dell’effettiva disponibilità di fondi. Per esempio le leggi
regionali della Liguria n. 48/1996 e del Veneto n. 25/2000. Oppure la legge
provinciale di Bolzano n. 4 del 1993 e la Legge della Val d’Aosta n. 62/1993, che agevolano la trasformazione
da centralizzato a singolo e la legge regionale Toscana 45/1997 (che dà
autonomia ai comuni su come spendere contributi per il risparmio energetico),
Silvio Rezzonico