I contributi per la ristrutturazione
Il giro d’orizzonte che il Sole dedica ai contributi per la ristrutturazione spazia su 13 regioni e
due province autonome, senza per questo avere la presa di esaurire l’argomento,
né quella (sarebbe vana), di fornire tutti i dettagli utili. Grazie ai
riferimenti di legge sarà più facile, però, per i privati cittadini di
informarsi, in prima istanza presso gli assessorati
competenti del proprio comune e solo in seguito, eventualmente, presso quelli
regionali.
La difficoltà dell’indagine sta anche nel
fatto che sono in vigore leggi regionali sul recupero, spesso emanate molti
anni fa, ma non per questo finanziate. Pertanto si è scelto di preferire quelle
di cui si hanno notizie sufficientemente recenti di inserimento
nei vari capitoli di spesa. Come si noterà, gran parte degli sforzi finanziari sono orientati verso la valorizzazione dei nuclei antichi
delle città, dei piccoli insediamenti con interesse storico-architettonico e
talora anche di singoli edifici di pregio. Più rare le iniziative di aiuto a famiglie con redditi bassi al recupero dei loro
immobili. Inesistenti i contributi per il recupero delle periferie degradate,
al quale in genere vengono dedicati solo pochi
progetti calati dall’altro, senza sostenere per questo gli sforzi dei singoli
privati proprietari.
Piemonte e Val d’Aosta.
In Piemonte si ha interesse di preservare viva la miriade di minuscoli centri che punteggiano il
territorio collinare e montano. La legge regionale n. 16 del 2000 (per la
collina) e quella n. 16 del 1999 (per la montagna), prevedono
contributi per le spese di trasferimento, di acquisto e ristrutturazione di
immobili da destinare a prima abitazione nei centri con meno di mille abitanti.
I beneficiari devono impegnarsi per un decennio a non modificare residenza e
dimora abituale e per un quinquennio a non trasferire l'attività economica,
pena la revoca dei benefici. Nelle zone montane sono favoriti i centri con meno
di mille abitanti.
In Val d’Aosta, le cooperative
edilizie a proprietà individuale che intendono realizzare interventi di nuova
costruzione o di recupero per acquisire la proprietà di un'abitazione, possono
usufruire dei finanziamenti previsti dalla Legge Regionale n. 56 del 28 aprile
1986. Delle varie forme di contributi previste, attualmente
sono attivi solo i cosiddetti “fondi rotazione”, regolati dall’articolo 3 della
legge. Sono concessi mutui agevolati per gli interventi che riguardino
la costruzione da un minimo di 9 ad un massimo di 12 alloggi.. L’attuale limite
di reddito familiare è 34 mila euro annui.
Trentino A. Adige.
In provincia di Bolzano, la legge n. 13
del 1998 sull’edilizia agevolata prevede un vastissimo range
di contributi a fondo perduto e di mutui agevolati quindicennali o ventennali,
sia ai singoli privati, sia ai soci di cooperative, che spaziano dall’acquisto
al recupero degli immobili: si tratta comunque e
sempre di abitazioni popolari o economiche e lo scopo è il soddisfacimento dei
bisogni abitativi primari. Tipica di Bolzano è la spartizione quantitativa
delle somme tra i tre gruppi linguistici (tedesco, italiano, ladino) in
proporzione alla media ponderata della loro consistenza. Occorre avere la
residenza da almeno cinque anni in provincia, lavorando da almeno due, aver
compiuto i 23 anni (se celibi o nubili senza figli). L’abitazione da recuperare
deve essere di ampiezza inferiore a
Veneto.
Dedicata agli
interventi nei cuori antichi dei comuni minori è la legge regionale n. 2 del
2001. Essa finanzia, per quanto attiene il patrimonio privato, solo le opere in
contesti di valore storico-ambientale sulle parti
esterne dei palazzi (facciate, tetti, balconi, e così via). Il denaro erogato
può essere pari all’85% della spesa ammissibile, per i comuni al di sotto dei 1.500 abitanti, e al 70 % per quelli fino a
3.500 abitanti. Il 40% del contributo in conto capitale viene
versato dai comuni all’accettazione del progetto, il resto alla presentazione
della documentazione di spesa. Il Decreto della giunta n. 1901/2003 ha fissato
le condizioni perché le domande siano accettate e il decreto 1430/2004 ha
individuato in quasi 3.810.000 euro le risorse disponibili per il 2004.
Specificamente
dedicata alle “città murate” è la legge n. 15 del 2003, per
cui sono stanziati nel 2004 duemilioni di euro. I contributi in conto
capitale possono raggiungere la metà della spesa prevista. Condizione di finanziabilità, per i privati, è che l’edificio
ristrutturato sia “posto in diretta connessione visiva con i
beni oggetto di tutela, limitatamente alle parti esterne degli edifici”.
Friuli.
La legge n. 2 per il recupero centri
storici è del 1983, ma i finanziamenti vengono ancora
erogati: l’ultima norma regolatrice, il Decreto presidente della giunta
regionale n. 299/04, risale a fine settembre 2004. I bandi sono
però vinti dai comuni, che provvedono a loro volta a identificare i
cittadini meritevoli dei finanziamenti, in base ai piani di recupero. Sempre
con lo stesso meccanismo funziona l’articolo 12 della legge 26 ottobre 1987, n.
34, volto ad aiutare i privati nel recupero delle
facciate degli edifici, per cui le graduatorie regionali sono biennali.
Garanzie sui mutui, per l’acquisto ma
anche per la ristrutturazione, sono previste da un accordo con il Mediocredito
(legge n. 6/2003), per un importo massimo di 37.500 euro a copertura di un
mutuo eccedente l'80% del valore dell'alloggio
ipotecato. Il regolamento è stato emanato con decreto del presidente regionale
13 aprile 2004,n. 120. Altre leggi regionale (la n. 14
e la n. 16 del 2000) sono volte rispettivamente al recupero del patrimonio
storico-culturale e dei siti legati alla prima guerra mondiale e a quello di origine italiana nell’Istria, nel Quarnero
e nella Dalmazia.
Emilia
La legge regionale n. 16 del 2002,
dedicata al “recupero degli edifici storico-artistici e la promozione
della qualità architettonica e paesaggistica del territorio” ha
assistito nel piano triennale 2002-2005 alla presentazione di ben 349 domande,
per un totale di n. 552 interventi, che ambivano ai contributi stanziati
(8.505.348 euro). Il Dgr n. 1286 del
Molise e Lazio.
In queste due regioni i contributi possono
essere richiesti alla regione direttamente dai privati, senza che i comuni
predispongano piani appositi. In Molise l’ultima
delibera di giunta sulle sovvenzioni alla ristrutturazione di
edifici è la n. 631 del 2004. La scala di priorità è: prima i centri
storici, poi le zone di recupero e infine i semicentri. I fondi stanziati sono
1.170.000 euro per la provincia di Campobasso e 630 mila per quella di Isernia.. Il denaro viene erogato solo a favore dei
lavori sulle prime abitazioni. Occorre possedere un reddito familiare inferiore
a 25.882,84 euro: il contributo è calcolato in percentuale al reddito stesso e al
tipo di opere, per un entità complessiva che varia da
In Lazio la legge n. 55 del 1998,
per l’auto-recupero del proprio patrimonio immobiliare è rivolta solo agli enti
pubblici. Si può dar conto, però, della legge n. 8 del 2002
(articolo 82) prevede mutui agevolati a favore dei privati per la
costruzione di nuovi alloggi. Condizione indispensabile è che i cittadini siano
riuniti in cooperative. Il termine per la presentazione delle domande previsto
dall’ultimo bando (Dgr n. 355 del 30.4.2004) era stato prorogato a fine ottobre 2004
Umbria e Puglia.
Nella prima regione ,
norma regolatrice è l’art. 5 della legge n. 13/1997. I contributi vengono erogati nell’ambito di programmi urbani complessi
per i centri storici, e riguardano l'acquisizione ed il recupero di immobili
destinati prevalentemente a residenza, eliminazione delle barriere
architettoniche, il recupero di opere architettoniche di pregio storico –
artistico, l’insediamento nei centri storici di attività turistico - ricettive,
culturali, commerciali ed artigianali anche la messa a norma degli impianti e
il risparmio energetico. Le ultime norme attuative
sono state emanate con i decreti della giunta regionale n. 612 del 2004 e
numero 1126 del 2003.
In Puglia sono ancora i nuclei storici l’obiettivo degli
interessi della legge n. 45 del 1980, per il cui recupero sono concessi mutui
agevolati di durata non superiore ai quindici anni e con onere a carico del
mutuatario pari al 50% del tasso rinegoziato. Avvantaggiati sono gli immobili
abitativi, con piani terra che possono essere destinati a qualunque
destinazione. Le spese ammesse comprendono onorari professionali per, in base
alle tariffe vigenti, quelle contrattuali, ipotecarie, di sopralluoghi, di
collaudi.
Abruzzo
La legge n. 13 del 2004 è specificamente
dedicata al recupero dei centri storici del paesi minori
(sotto i 25 mila abitanti e comunque con un massimo di 2 mila residenti nel
centro), con attenzione non solo al ripristino delle caratteristiche originarie
dei borghi ma anche ai piani del colore e dell’arredo urbano. I contributi per
i privati non possono superare il 30% della spesa ammissibile, pari a 30 mila
Euro per unità immobiliare. I finanziamenti massimi per ogni programma sono di
150 mila euro (elevati a 250 mila in area di parco).
La legge n. 64 del 1999 è invece più
tagliata su misura per la direzione “dall’alto” da parte dei comuni, che
predispongono piani di recupero. Promotori possono essere però anche i privati,
riuniti in consorzi o cooperative. I contributi per i privati sono in conto
capitale e variano a seconda di tre classi di ampiezza
del comune e del tipo di intervento, da un minimo del
Lo strumento individuato dalla legge n.
121 del 1997 è invece il mutuo convenzionati a tasso
agevolato. Beneficiari sono gli interventi di restauro e ristrutturazione
edilizia e manutenzione straordinaria su edifici ricadenti nei perimetri dei
centri storici (zone A) nonché gli edifici di
rilevanza storico-architettonica, anche altrove. La gestione è demandata alla Fira (Finanziaria Regionale Abruzzese).
Specificamente
rivolta al recupero degli immobili con vincolo storico - artistico ai sensi
delle leggi statali, nonché alle ville, ai parchi e ai
giardini di preminente interesse (anche non vincolati) è infine la legge n. 138
del 1997. Le domande vanno presentate entro il 30 giugno di ogni
anno e l’intervento e finanziabile fino a 41.316 euro.
Campania
La valorizzazione dei nuclei antichi e, in maniera particolare,
di quelli in Comuni con popolazione inferiore a quarantamila abitanti è
anche l’obiettivo della legge 18/10/2002 n. 26. Quelli meritevoli di maggiore
protezione sono identificati dall’assessorato regionale alla Tutela, in accordo
con
Risale infine
al lontano 1974 la legge n. 58 (Programma di valorizzazione dei beni
culturali), i cui ultimi criteri di attuazione sono
però definiti dalla Delibera di giunta n. 243 del 2003, e riguardano
essenzialmente i beni rilevanti sotto il
profilo storico, artistico, architettonico, culturale.
Isole.
A fare da regia ai contributi è la legge
sarda n. 29/1998 di tutela e valorizzazione dei centri
storici. Finanziati sono sia i programmi integrati comunali sia le semplici ristrutturazioni avviate da privati, secondo
regole stabilite dai comuni all’interno dei piani stessi. Criteri e entità dei finanziamenti variano da anno in anno, secondo
decisioni regionali e comunali. La legge n.
Oltre un quarto di secolo è passato
dall’emanazione in Sicilia della legge n. 70 del 1976, che prevede contributi
soprattutto per il centro storico di Agrigento e per
il quartiere Ortigia a Siracusa. Tuttavia leggi
regionali recenti li hanno tenuti “in caldo”. Tra esse
la n. 11 e n. 2 del 2002.
Altre agevolazioni
Le agevolazioni
per la casa previste dalle regioni non si esauriscono certo nei capitoli
acquisto-ristrutturazione. Pur non citando gli infiniti provvedimenti
per le calamità naturali, si possono
identificare facilmente alcuni filoni-base, presenti nella legislazione di
molte regioni.
Eliminazione barriere architettoniche. E’ un capitolo
di spesa è compreso all’interno del Fondo nazionale per le politiche sociali, insieme
a quello per l’acquisto prima casa, almeno per quanto
attiene al denaro erogato dallo Stato alle Regioni. Quest’anno lo Stato ha
previsto lo stanziamento di 20 milioni di euro a
questo scopo. Ciascuna regione ha poi varato leggi ad
hoc.
Contributi per il risparmio energetico. In questa
grande “famiglia” di interventi possono essere
compresi quelli erogati, con bandi annuali, per i tetti fotovoltaici,
quelli per il contenimento e la riduzione dei consumi e l’utilizzazione delle
fonti alternative di energia, quelli per la conversione degli impianti di
riscaldamento da gasolio o Gpl a metano. Praticamente
tutte le regioni hanno una o più norme apposite.
Bonifica dall’amianto. Tra le ultime norme locali con forza di
legge che si occupano del problema ricordiamo la n. 17/2003
(Lombardia), la n. 20/2003 (Molise), la n. 11/2003 (Calabria), la n. 2/ 2003
(Piemonte), la n. 22/2001 (Friuli), la n. 27/ 1999 (Basilicata)e la n. 75/ 1996
(Abruzzo).
Lotta all’inquinamento acustico. Ricordiamo, tra
le ultime norme approvate, la legge n. 8/ 2004
(Basilicata), la n. 8/2002, con il suo regolamento attuazione n. 1/2004
(Umbria), la n. 3/2002 (Puglia) e la n. 28/ 2001 (Marche).
Sostegno alle vittime dei fallimenti immobiliari.
Il
Lazio, con legge regionale n. 10 del 3/8/2004, ha previsti contributi, fino a
10.000 euro o mutui agevolati fino a 50.000 euro, per i soci delle cooperative
coinvolti nel fallimento delle imprese costruttrici. La regione Emilia Romagna,
invece, con l'articolo 39 della legge regionale n. 28 del 22/12/2003 ha
istituito un fondo, valido per l'anno