Sconosciute ai più, perfino a molti tecnici del settore, le
norme regionali che stabiliscono contributi o agevolazioni al risparmio energetico sono in effetti di consultazione difficilissima.
Di regola, in effetti, una legge fissa solo la possibilità, per la Regione, di
varare contributi, mentre delibere di giunta determinano i requisiti generali e
singoli bandi a scadenza annuale, ma non per questo
ogni anno rinnovati, stabiliscono i singoli interventi finanziabili, spesso
lasciando solo un tempo limitato (due o tre mesi) per presentare i progetti.
Alcune regioni (per esempio l’Abruzzo, la Campania, la Toscana e, in parte, anche l’Emilia), preferiscono
riservare i fondi a iniziative di un certo spessore,
pur se promosse da privati, oppure alla piccola e media impresa o al
rafforzamento delle società di distribuzione dell’energia. Dove invece anche i
singoli privati o i condomini hanno la loro fetta di torta, è indispensabile
rivolgersi agli assessorati competenti (in genere quelli all’Ambiente e
all’energia) per informarsi dell’esistenza dei bandi o comunque
delle disponibilità di cassa che possano rendere effettive agevolazioni che
sulla carta esisterebbero.
In genere le leggi regionali fanno riferimento alle norme
statali per definire cosa si intende per “risparmio
energetico” o per “energie alternative”. Tra i più richiamati per quanto
attiene la prima definizione è il Dm 15 febbraio 1992, che è anche alla base
delle agevolazioni sul recupero (la detrazione del 36-41%). Per fonti rinnovabili si intendono
(dlgs n. 387/2003) quella eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, delle biomasse (legno compreso) ,
dei gas di discarica, dei gas residuati dai processi di depurazione e dei
biogas. Sono escluse quelle fossili (petrolio, carbone,
metano) e a seconda delle scelte strategiche, possono essere compresi anche i
rifiuti. Alcune regioni stanno anche concedendo aiuti anche alla certificazione energetica dei
vecchi edifici, nonché alla conversione da impianti
centralizzati a contabilizzati (Lombardia e provincia di Trento, in
quest’ultimo caso).
Tra le fonti solari, gli impianti
fotovoltaici sono raramente oggetto di nuovi bandi, dal momento che la
competenza delle agevolazioni è ritornata allo Stato che eroga i contributi
sotto forma di finanziamenti per kilowatt di energia prodotta, è non più come
finanziamenti a fondo perduto per l’installazione di impianti (decreto Attività
produttive 28 luglio 2005, modificato dal Dm .6/2/2006). Viceversa i più
tradizionali “pannelli solari” sono ancora nell’obiettivo delle agevolazioni
locali. Una nuova frontiera (o meglio, un “ritorno di fiamma”) è il
finanziamento delle caldaie a legna o comunque a suoi
derivati, valido per le stufe di nuova generazione, ad alto rendimento (norme
in Friuli, Veneto, Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), mentre in Lombardia è
scattato addirittura l’ostracismo per quelle di vecchia concezione, causa
l’inquinamento dell’aria: il loro uso è vietato da novembre 2006 a marzo 2007
nelle città e nei comuni con altitudine inferiore a 300 metri, a meno che non
siano l’unica fonte di riscaldamento.
Ecco alcune brevi sintesi dei contributi regionali previsti,
che possono servire da indirizzo a chi voglia approfondire la ricerca.
Basilicata
Il Dcr 220/2001 (piano energetico
regionale) affronta tutti i temi del risparmio energetico e dei metodi del suo
finanziamento, privilegiando però i finanziamenti agli
enti locali, comuni in primo luogo, che a loro volta possono incentivarlo nel
proprio territorio. Analogo discorso per il dgr n.
2920/2004 per quanto riguarda l’eolico.
Bolzano (provincia)
Fino a metà delle spese riconosciute possono essere
rimborsate in Alto Adige per la realizzazione di impianti
solari termici e per le stufe a legna e a pellets. Il
limite è invece del 30% per la coibentazioni negli edifici esistenti che consenta un risparmio di energia non inferiore al 20% ed
effettuata secondo regole tecniche predeterminate, l’installazione di
generatori calore a rendimento non inferiore al 90%, quella di pompe di calore,
per la contabilizzazione degli impianti centralizzati, le caldaie a
condensazione, la trasformazione del centralizzato in autonomo e ogni altro
intervento che garantisca un risparmio di energia non inferiore al trenta per
cento.
Emilia
La legge n. 26/2004 prevede contributi in conto capitale,
interessi, crediti d’imposta a favore di tutti gli interventi inquadrabili nel
risparmio energetico (contenimento dei consumi, valorizzazione delle fonti
rinnovabili) e comunque senza un quadro rigido di
criteri di corresponsione, che potranno poi essere precisati da singoli
“programmi regionali”.
Per quanto attiene al settore
privato il principale sforzo è volto verso le nuove costruzioni: negli
interventi di nuova urbanizzazione con superficie utile oltre i mille metri
quadrati (a misura di un piccolo condominio, quindi) il progetto deve
riguardare la fattibilità di impianti basati sulla valorizzazione delle fonti
rinnovabili, di cogenerazione, pompe di calore, sistemi centralizzati di
riscaldamento e raffrescamento, questi ultimi con meccanismi di
termoregolazione e contabilizzazione del calore per ogni singola unità
immobiliare. La contabilizzazione è imposta in ogni caso anche per tutti gli interventi
di ristrutturazione di impianti in edifici di oltre
mille metri quadrati di superificie utile per i quali
sia necessario qualsiasi assenso edilizio (dia o permesso di costruire).
Friuli
Abbastanza ampio il ventaglio di interventi
previsto dalle norme friulane. Il dpgr n. 210/2001 si
occupa degli impianti solari e delle caldaie ad alto rendimento (quest’ultime
finanziate fino al 40% della spesa ammissibile), la legge n. 12/2006 incentiva i combustibili a legna. e
la legge n. 4/2001 parla di concessione a privati e agli enti pubblici
contributi in conto capitale, fino a una percentuale massima dell’80 per cento
della spesa ammissibile. Il regolamento di attuazione è il decreto presidente giunta regionale 15/9/2005, n. 311. L’ultimo bando relativo è
targato . n. 2225 del 10
ottobre 2005, ma si è già chiuso. Il
prossimo bando sarà, però, solo nel 2007.
Liguria
La legge n. 19/1999(articoli 104-106) si pone come generico
obiettivo “l’approvazione dei progetti e la concessione di contributi nel campo
delle energie alternative e del risparmio energetico in raccordo con quanto
contenuto nel Quadro di riferimento e nel Piano degli
interventi del Programma regionale di sviluppo”. Altrettanto vago
il quadro della legge n. 48/1996, volta di più verso le energie
rinnovabili. Sul piano concreto ci risulta attivo il
bando per la realizzazione di interventi d'installazione di impianti solari
termici per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento delle
piscine, riscaldamento degli ambienti, varato con provvedimento n. 484 del 19
maggio 2006 della Giunta regionale,. I fondi stanziati sono 153.750, di cui al
6 settembre 2006 risultavano ancora disponibili 60.000
euro (il termine per la presentazione delle domande è il 14/11/06, presso la
Regione Liguria – Ufficio Politiche dell'Energia - Via Fieschi,
15 - 16121 – Genova). Gli interventi dei privati vengono
finanziati con un contributo in misura del 25% del costo di investimento
ammesso, non inclusivo dell'Iva. In ogni caso il contributo totale non può
superare la somma massima di 25 mila euro ad intervento.
Lombardia
Norma regolatrice è la legge 13/12/96, n. 36 che si rifà
direttamente ai principi della legge nazionale 10/1991, i quali prevedono
contributi in conto capitale per la coibentazioni, l’installazione di caldaie
con rendimento di almeno il 90% e a cogenerazione, quella di pompe di calore,
la trasformazione di impianti centralizzati in
unifamiliari o contabilizzati. Per quanto attiene alla sola contabilizzazione
nei nuovi edifici, è la legge n. 1/2004 a dettare
regole più specifiche. I contributi vengono
concretamente erogati con bandi della giunta regionale, ma non sono cumulabili
con erogazioni statali o di altri enti pubblici concessi per le stesse
iniziative. La delibera di giunta 27/10/2005, n. 935 assegna poi finanziamenti
pari, per i privati, a 2,5 milioni di euro, per la
trasformazione di caldaie centralizzate a gasolio in centralizzate ad alto
rendimento a metano e ulteriori 500 mila euro per dispositivi che riducano
l’inquinamento di quelle a gasolio. Si tratta di bandi che la regione rinnova
annualmente da diverso tempo. Il contributo è pari a 20 euro
a Kilowatt per le caldaie da 35 a 200 kw; pari a
4.000 euro più 10 euro a Kilowatt per quelle da 200 a 500 kw;
a 7 mila euro più 5 euro a kw per quelle più potenti.
Marche
La legge n. 13 del 1992 ha il compito di ripartire i
contributi per il risparmio energetico, di cui il 20% è erogato per gli
interventi di edilizia residenziale e prevedono
contributi in conto capitale nella misura del 30% delle spese d'investimento
preventivate e riconosciute ammissibili. Le domande vanno inoltrate entro il 10
gennaio di ogni anno, corredate da una relazione
tecnico - economica redatta e sottoscritta da un tecnico iscritto all'albo, da
una dichiarazione di impegno del richiedente a dare inizio alle opere stesse
entro novanta giorni dalla data di accoglimento della domanda di contributo e
da una dichiarazione di assenso di tutti i condomini o comproprietari per gli
interventi di trasformazione di impianti centralizzati di riscaldamento in
impianti unifamiliari a gas.
Piemonte
Scarse per ora le iniziative della
regione, nonostante il fatto che una legge (la n. 22/2002), consenta
l’erogazione di contributi. Secondo l’assessorato all’Ambiente e energia, tuttavia, sono allo studio iniziative anche a
favore dei privati (per ora i fondi sono solo erogati a favore dei gestori
delle reti di teleriscaldamento)
Trento (provincia)
Il decreto del presidente della giunta 2190 del 2002 traccia
un ampio quadro dei finanziamenti ammissibili che, anche per i privati e i
condomini, coprono praticamente tutto l’universo del
risparmio energetici e delle fonti alternative, entro un limite minimo di
investimento di 5 mila euro. In linea di principio, i contributi coprono fino
al 25% della spesa ammissibile, ma in certi casi di più. Per esempio raggiungono
il 30% per le diagnosi energetiche e gli studi di fattibilità, il 35 % per le
stufe a legna e derivati nonché per i pannelli solari,
e fino al 70% per il fotovoltaico. Nelle zone “svantaggiate” queste percentuali
sono incrementate. Le domande vanno presentate entro il 30 giugno di ogni anno al Servizio Energia della Provincia , via R. Lunelli, 4 – Trento. Hanno priorità in graduatoria quelle
con rapporto tra energia risparmiata e spesa ammessa. ,
Negli edifici abitativi sono agevolate anche le coibentazioni
delle murature perimetrali, l’installazione di caldaie ad alto rendimento (purchè non in zone dove sia disponibile il
teleriscaldamento), nonché la contabilizzazione delle
caldaie centralizzate esistenti di potenza pari o superiore a 116 kw, purchè l’edificio sia stato
realizzato con concessione edilizia antecedente il 30 giugno 2000.
Umbria
In Umbria la legge n. 23/2003 regola non
tanto i contributi al risparmio energetico quanto quelli, più in generale,
previsti per il recupero e la ristrutturazione degli edifici, intesi sia
come condomini che come singoli alloggi. Tuttavia l’ammontare di tali erogazioni
è legato a complessi calcoli sul tipo di intervento
eseguito: quelli per il risparmio energetico hanno un trattamento privilegiato
ai sensi del suo regolamento di attuazione della legge stessa (9 febbraio 2005,
n. 3). In particolare, le opere che prevedono isolamenti termici, pannelli
solari, serre, i sistemi di cogenerazione, permettono di avere una “fetta in più” di
finanziamento ammissibile.
Val d’Aosta
Due gli ambiti intervento dalla
legge n. 3/2006. Il primo è quello dell’utilizzo razionale dell’energia e
l’aumento dell’efficienza, per cui è finanziabile fino
al 50% della spesa, mentre l’altro è quello delle fonti rinnovabili, per cui si
sale a un tetto del 70%. Il denaro è disponibile sotto forma di contributi in
conto capitale o interessi. Nel primo caso il limite minimo di spesa
ammissibile è di 2.000 euro e quello massimo, nel corso di un triennio, è di
50.000 euro. Nel secondo, il minimo è 25.000 euro e il massimo 500.000
triennali e l’ente erogatore è la Finaosta
spa. La giunta regionale delibera la tipologia delle
iniziative ammesse e l’entità del risparmio annuo convenzionale di energia correlato, a seconda del tipo di intervento.
La legge n. 44/ 1996 (la cui efficacia è stata recentemente
prorogata a tutto il 2007) prevede invece contributi per la metanizzazione,
erogabili a seconda dell’ordine cronologico delle
domande e la disponibilità di cassa. Essi coprono la realizzazione degli impianti
interni condominiali (129 euro) , l’allacciamento alla
rete di distribuzione del gas (181 euro), l’installazione o la conversione di
impianti centralizzati (775 euro), la realizzazione di impianti di
riscaldamento a gas nelle singole unità abitative (516 euro) e perfino
all’installazione di scaldabagni (258 euro).
Veneto
La recente legge n. 8/2006 privilegia
le stufe a legna di ultima generazione complementari o sostitutive ai
tradizionali impianti di riscaldamento a combustibile fossile. Il rendimento
certificato , per quelle fino a 80 kw,
delle essere perlomeno l’80% e per quelle di potenza superiore (medi e grandi
condomini) dell’85%. I contributi sono concessi solo per l’acquisto della apparecchiature (gruppo termico , dell’accumulatore
inerziale, serbatoio, sistemi di alimentazione) e non per l’impianto. Variano
dal 35% delle spesa (fino a 80 kw)
al 40% (oltre). Se si riciclano le ceneri, o si aderisce a
iniziative poliennali, è previsto un ulteriore 10%.
Regione o prov. Autonoma |
Norma |
Contenuto |
|
Abruzzo |
TOGLIERE |
Metanizzazione |
|
Basilicata |
Dcr n. 220/2001 |
Risparmio
energetico: norma quadro |
|
Basilicata |
TOGLIERE |
|
|
Bolzano |
Dpg n. 42/1999 |
Recupero
e risparmio energetico |
|
Bolzano |
Legge n.
13/1998, art. 60 |
Isolamento
termico |
|
Bolzano |
Legge n.
4/1997, art. 6 |
Impianti
solari termici |
|
Bolzano |
Legge n.
4/1993 |
Fonti
rinnovabili: |
|
Bolzano |
Legge
16/1992 |
Metanizzazione |
|
Emilia |
Legge n.
26/2004 |
Risparmio
energetico: norma quadro |
|
Friuli |
Legge n.
12/2006, art. 6 commi 41-48 |
Riscaldamento
a legna |
|
Friuli |
Dpg n. 210/2001 |
Solare e
legna |
|
Friuli |
Legge n.4/2001, art. 5, commi 24-28 |
Risparmio
energetico |
|
Lazio |
Legge n.
4/2006, art. 36 |
Fonti
rinnovabili: |
|
Liguria |
Dgr n. 484/2006 |
Pannelli
solari |
|
Liguria |
Legge n.
19/1999 art. 104-104-ter |
Risparmio
energetico |
|
Liguria |
Legge n.
48/1996 |
Fonti
rinnovabili |
|
Lombardia |
Dgr n. 935/2005 |
Metanizzazione |
|
Lombardia |
Legge n. 1/2004 |
Trasformazione
di impianti centralizzati in contabilizzati |
|
Lombardia |
Legge n.
36/1996 |
Fonti
rinnovabili |
|
Marche |
Legge n.
13/1992 |
Fonti
rinnovabili |
|
Piemonte |
Legge n.
23/2002 |
Risparmio
energetico |
|
Toscana |
Legge n.
39/2005, art. 22 |
Risparmio
energetico |
|
Toscana |
Decreto
dirigenziale n. 1696/2004 |
Fonti
rinnovabili: |
|
Trento |
Dpg n. 2190/2002 |
Risparmio
energetico |
|
Umbria |
Regolamento n. 2/2005 |
Risparmio
energetico |
|
Umbria |
Legge
23/2003 |
Risparmio
energetico: norma quadro |
|
Val
d'Aosta |
Legge
3/2006 |
Risparmio
energetico |
|
Val
d'Aosta |
Legge n.
44/1996 |
Metanizzazione |
|
Veneto |
Legge n.
8/2006 |
Riscaldamento
a legna |
|
|
|
|
|
Legenda: Dcr= decreto consiglio
regionale; Dgr: deliera o
decreto giunta regionale; Dpg= Decreto presidente
giunta |
|||
Contenuto:
Risparmio energetico= ampia gamma di interventi; fonti rinnovabili=
solo le fonti non petrolifere |
Fonte: Ufficio Studi Confappi-Federamministratori