Il procedimento di esproprio, o meglio quello che definiremo "modello ordinario" (per distinguerlo dalle sue varianti), è rigidamente scandito in numerosissime tappe e in tempi prescritti, il cui mancato rispetto può creare guai a non finire sia all'espropriato che a chi promuove l'esproprio stesso.

La conoscenza dei complessi meccanismi di legge è una preziosa arma in mano a chi si vede sottratto un diritto, sia pure per motivi di pubblica utilità. A questo scopo la Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare) ha messo a punto uno schema (o meglio, un diagramma di flusso) che aiuta gli interessati a seguirne le varie fasi. 

Molto sinteticamente, le tappe principali de l'esproprio "ordinario" sono:

  1. Approvazione del Piano regolatore o di una sua variante e del vincolo di esproprio;
  2. Progetto di massima dell'opera
  3. Progetto definitivo dell'opera  e dichiarazione di pubblica utilità
  4. Determinazione dell'indennità provvisoria di esproprio
  5. Decreto di esproprio e sua esecuzione

Tuttavia l'esperienza insegna che, nel caso degli espropri, le eccezioni possono essere più importanti delle regole. Qui sotto ne elenchiamo le principali. (l'occupazione senza titolo ,quella temporanee. e la determinazione urgente dell'indennità provvisoria).

Un iter a parte, indipendente, è quello che porta infine dall'indennità provvisoria alla determinazione di quella definitiva. Non a caso l'indennità definitiva può essere fissata  anni dopo che il proprietario non ha più alcun diritto su quelli che un tempo erano i suoi beni.

 

 

Principali eccezioni al procedimento ordinario

 

 

L'occupazione senza titolo di aree

C'é chi ha valutato la scomparsa della occupazione d'urgenza  come la principale novità del Testo Unico. Si tratta della cattiva abitudine di molte amministrazioni di procedere ad occupare un'area vincolata, ma non ancora espropriata, iniziando i lavori per realizzare l'opera. Con il risultato che il decreto di esproprio arrivava ad edificazione già avvenuta sul suolo del proprietario.  Come vedremo, chi gioisce della cancellazione è un po' troppo ottimista: nei fatti l'occupazione d'urgenza viene moralmente dequalificata a "occupazione senza titolo" ma molti dei suoi meccanismi rimangono invariati.

In particolare potrà accadere, come già oggi succede, che scatti la cosiddetta "accessione invertita", con cui la pubblica amministrazione si appropria del terreno su cui ha illegittimamente costruito. Un principio esattamente opposto da quello stabilito sul codice civile, secondo cui il titolare del fondo è presunto proprietario anche di quello che vi è edificato sopra.

L'unico cambiamento certo sta nel fatto che l'atto motivato di acquisizione dei lotti alla pubblica amministrazione deve determinare a quanto ammonta il   risarcimento del danno e disporne il pagamento, nel giro di trenta giorni. Non sono pregiudicate le azioni legali in essere del proprietario. Viceversa, in passato, il risarcimento era spesso rimandato per anni .

Quanto alla misura del risarcimento è lecito avere dubbi sull'interpretazione del testo. Per alcuni commentatori essa sarà pari all'indennità di esproprio e sarà calcolato secondo i suoi meccanismi . Non si applicherà solamente la riduzione del 40% sulle aree fabbricabili. Per altri, conterebbe invece il valore venale del bene.

La prima ipotesi, testo alla mano, sembra purtroppo la più probabile. Infatti l'articolo 43, che tratta dell'occupazione senza titolo, non usa l'espressione "valore venale" (sempre presente quando si fa riferimento al prezzo di mercato), bensì quella "valore del bene utilizzato per scopo di pubblica utilità". Non è finita: l'articolo 55, che tratta delle occupazioni  senza titolo di suoli edificabili avvenute prima del 30 settembre 1996 (o con giudizio pendente al primo gennaio 1997) , nel definire l'entità del risarcimento parla espressamente di esclusione della riduzione del 40% e dell'incremento dell'importo nella misura del 10%. Un criterio tipico della determinazione dell'indennità, non di quella del valore di mercato. Resta riconfermato comunque il valore di mercato per l'occupazione senza titolo di fabbricati, valido del resto anche per l'indennità di esproprio e imposto nel passato dalla Corte Costituzionale.

 

L'occupazione temporanea

Riconfermato il diritto all'occupazione temporanea, per eseguire lavori necessari in caso di "frane, alluvioni, rottura di argini e in ogni altro caso in cui si utilizzano beni altrui per urgenti ragioni di pubblica utilità". L'indennità è pari a un dodicesimo di quella di esproprio per ogni anno di occupazione, e di un 144esimo per ogni mese o frazione di mese.

 

 

L'indennità provvisoria determinata con urgenza.

In "casi di particolare urgenza" (quali, è difficile dirlo), l'articolo 22 del Testo Unico permettere di saltare a piè pari tutta la procedura della determinazione dell'indennità provvisoria decretata nell'articolo 20 del T.U. (elenco dei beni redatto dal promotore dell'esproprio, eventuale invito al proprietario a valutare il suo bene, determinazione dell'indennità provvisoria, osservazioni del proprietario, accettazione o rifiuto).

Senza indagini e formalità, come recita il Dpr, nello stesso decreto di esproprio viene indicata la misura dell'indennità provvisoria al proprietario. Questi ha 30 giorni dall'esecuzione dell'esproprio con l'immissione definitiva in possesso da parte dell'espropriante per obiettare e chiedere la nomina della commissione arbitrale dei tecnici . Si seguono allora le stesse procedure previste per il passaggio dall'indennità provvisoria a  quella definitiva, stabilite dall'articolo 21 del T.U.

L'unica disposizione più favorevole prevista per il proprietario è la mancata applicazione della riduzione del 40% dell'indennità per le aree edificabili. In altre parole, se ad essere espropriati sono un'area agricola o dei fabbricati, la procedura "urgente" prevede gli stessi indennizzi di quella ordinaria e  porta quindi solo svantaggi al proprietario (che non ha la possibilità materiale di partecipare al processo di determinazione dell'indennità provvisoria). Inoltre un'indennità fissata "senza indagini", come sottolinea il T.U., ha buone probabilità di essere decretata a caso e senza solide motivazioni, più secondo una logica levantina di ribasso del prezzo che secondo equità.