Tre sono i tipi di certificazione che riguardano gli impianti a gas:
L'adeguamento alle norme di sicurezza e di risparmio energetico deve essere eseguito ai sensi della legge 46/90 e, soprattutto, del Dpr 412 del 1993. Per l'esecuzione delle opere "a regola d'arte" si fa riferimento, naturalmente, alle norme tecniche Uni-Cig (Comitato italiano gas).
Impianti individuali. Gli impianti termoautonomi sono la principale causa di incidenti . Non sono più insicuri di quelli centralizzati, però il loro numero è largamente preponderante. Inoltre la loro gestione e manutenzione è affidata all'utilizzatore dell'impianto (proprietario o suo inquilino), che dà spesso prova di imperizia, trascuratezza e scarsa cura . A lui è imposto, sulla carta, l'obbligo di incaricare per lo meno una volta all'anno un tecnico della revisione. Sempre in teoria, i comuni e le province dovrebbero provvedere a costanti indagini affidate anche a ditte private, a spesa dell'utenza. Nei fatti sono ben pochi gli enti locali che abbiano effettivamente messo in moto i controlli.
Ecco le principali prevenzioni imposte dalla legge.
Tipo di apparecchi Gli apparecchi individuali a gas metano possono avere scarico dei fumi esterno e focolare o fiamma aperti (caldaie o scaldabagni di tipo B, quello più diffuso) o afflusso dell'aria e scarico a tenuta stagna rispetto al locale (caldaie di tipo C). La legge impone di adottare caldaie di tipo C in caso di ristrutturazione totale dell'impianto (salvo praticare una vera e propria finestra senza vetri nei locali).
Locali Gli apparecchi di tipo B, a fiamma aperta, non possono essere disposti nè camera da letto nè in bagno, se quest'ultimo locale non è particolarmente vasto. Devono sempre scaricare in un camino o in una canna fumaria individuale, oppure in una collettiva, ma a patto che serva solo altri apparecchi alimentati con lo stesso combustibile.
Le aperture di ventilazione Nei locali che ospitano apparecchi di tipo B (caldaie individuali o scaldabagni) o cucine a gas per la cottura dei cibi, deve esistere un apertura di ventilazione non chiudibile e protetta da una griglia, di perlomeno 100 centimetri quadrati di grandezza e comunque di almeno 6 centimetri quadrati per ogni kilowatt di portata termica degli apparecchi.
Se è impossibile praticarla in cucina, l'apertura può essere ricavata anche in un locale adiacente (purché non sia una camera da letto o un locale comune). In tal caso occorrerà ampliare la fessura tra porta e pavimento dell’infisso che separa i due locali: le misure della fessura devono essere perlomeno uguali a quelle prevista per l’apertura.
Scarichi. I tubi che collegano la caldaia ai condotti di scarico devono avere tre cambiamenti di direzione al massimo e pendenza minima verso l'alto del 2%. Gli scarichi debbono avvenire oltre il colmo del tetto, salvo quelli già esistenti "a parete", che possono essere mantenuti a certe particolari condizioni (impossibilità di praticare canne fumarie, ottimo rendimento della caldaia). Anche i comignoli ubbiìdiscono a prescrizioni di altezze e di distanze minime l'uno dall'altro.
Altre prescrizioni Ciascuno degli altri componenti di un impianto termico o del gas è regolato da norme di sicurezza e di risparmio energetico (dimensioni e tipi di canne fumarie e camini, ventilazioni forzate, rubinetti del gas e flessibili di collegamento, posizionamento dei contatori, eccetera).
Impianti centralizzati. Quelli nuovi, in edifici costruiti con concessione o permesso rilasciati dopo il 30 giugno 2000, devono essere del tipo "a contabilizzazione di calore", cioè con la possibilità di regolare l'accensione e lo spegnimento in ciascun appartamento. La produzione dell'acqua calda deve essere separata da quella del riscaldamento invernale (salvo isolate eccezioni). Se l'impianto è di potenza superiore a 350 kw, debbono esistere almeno due generatori di calore oltre a un addolcitore (un apparecchio che elimina il calcare) se l'acqua utilizzata supera una certa "durezza" (35°F).
Locali delle caldaie centralizzate I locali che ospitano le caldaie debbono essere areati costantemente da una finestra aperta munita di grata, di proporzioni differenti a seconda della potenza della caldaia. Debbono inoltre avere certe dimensioni minime (altezze, distanze dei muri dalla caldaia); ed essere chiusi da una porta tagliafuoco. Se sono interrati o seminterrati è necessaria l'esistenza di un locale di disimpegno, prima della porta.
PRINCIPALI NORME UNI PER GLI IMPIANTI A GAS METANO
UNI 7129* |
Impianti a gas per uso domestico. Progettazione, installazione e manutenzione |
UNI 10642 |
Apparecchi a gas – Classificazione |
UNI 10640 |
Canne fumarie collettive ramificate per apparecchi di tipo B |
UNI 10641 |
Canne fumarie collettive e camini a tiraggio naturale per apparecchi di tipo C |
UNI 10845 |
Sistemi per l’evacuazione dei prodotti della combustione. Criteri di verifica, risanamento, ristrutturazione ed intubamento |
UNI 10389 |
Generatori di calore. Misurazione del rendimento di combustione |
UNI 10435 |
Impianti di combustione a gas oltre i35 kW. Controllo e manutenzione |
UNI 10436 |
Caldaie a gas oltre i 35 kW. Controllo e manutenzione |
UNI 10738 |
Impianti a gas combustibile preesistenti alla data del 13 3 1990- Verifica delle caratteristiche |
UNI 10845 |
Impianti a gas per uso domestico - Evacuazione dei prodotti della combustione |
* Aggiornata con Dm del 4 dicembre 2000