Bed and Breakfast: come arrotondare il bilancio familiare
Per
i turisti, l'occasione di spender poco, ospitati direttamente in famiglia.
Per chi ha una casa in una località di villeggiatura o in una città storica, un
simpatico modo di arrotondare il bilancio, senza tanta burocrazia, anche per
chi è del tutto privo di esperienze alberghiere.
Stiamo parlando del cosiddetto B&B (Bed and breakfast), cioè
dell'offerta nella propria abitazione di camera e prima colazione, per brevi
periodi (da un giorno a un mese). E tutto ciò con una
burocrazia ridotta al minimo: niente apertura di partita Iva, niente iscrizione
alle camere di Commercio, nessun bisogno di cambio d’uso dei locali
utilizzati per l’ospitalità.
Se si esclude la
provincia autonoma di Bolzano, quasi tutte le regioni hanno varato leggi nel
corso del quadriennio 1999-2003, magari per poi modificarle e affinarle:ormai il cosiddetto B.& B è una realtà in tutta la
Penisola. La diffusione dei punti di ospitalità non si
è fatta attendere, diventando un importante punto di riferimento non solo per
il turista itinerante, ma anche per l’uomo di affari in visita alla città, per
gli agenti e i rappresentanti, per chi partecipa a un convegno o a una
riunione, in concorrenza più stretta rispetto all’offerta alberghiera,
soprattutto in città, di quella che potevano tentare agriturismi e residence.
La formula. Consiste in
ospitalità e prima colazione nell’immobile di domicilio della famiglia: si deve
trattare di un’attività non continuativa e non esercitata
in modo imprenditoriale. Non a caso è vietato assumere dipendenti per curarla
(anche se uno strappo si fa in genere per la domestica che già assiste la
famiglia). Alcune regioni fissano sia un numero massimo di giorni all’anno in cui si accoglie la gente, sia un periodo massimo
per la singola locazione (magari stabilendo anche quanto tempo deve passare
prima di riaffittare alla stessa persona). Altre regioni sono piuttosto vaghe a
proposito.
Evoluzioni della formula. Lo
dice il nome, il B & B è offerta di letto e prima
colazione. Tuttavia in due zone dove da tempo il
turismo itinerante e alternativo era già da decenni in pista, la formula è
stata giudicata troppo “stretta” tanto che anche le norme hanno abbandonato
questa dizione. Si tratta in primis dell’Alto Adige, poi della Toscana, dove
l’ospitalità familiare è inquadrata nella categoria degli “affittacamere”. In
entrambe non è certo vietato limitarsi alla prima colazione, ma resta possibile
che la famiglia offra anche gli altri pasti.
Si
inizia poi ad infrangere un altro limite:
quello che prevede che l’ospitalità possa essere data solo nell’edificio dove
la famiglia ha la sua dimora abituale. Sempre in Alto Adige conta solo che
l’offerta sia concentrata in u edificio qualsiasi
(anche esterno). Stesso discorso nelle Marche dove però i locali non devono
distare più di 200 metri dall’abitazione e in Val d’Aosta (dove la distanza
scende a 50 metri). In Basilicata l’immobile separato è ammesso solo nei comuni
con popolazione residente non superiore a 5.000 abitanti In Sardegna si spezza
invece il tabù del domicilio: il proprietario può non risiedere nei locali, tranne nei periodi in cui ci sono ospiti.
Nato come turismo low cost, il B & B si è
evoluto anche nel settore del lusso (ville aristocratiche, castelli, palazzi
d’epoca), che di fatto è divenuto un segmento
specifico del mercato..
Profili fiscali. E' ormai accertato,
anche grazie a circolari delle Entrate (n. 180/1998 e risoluzione n. 155/2000)
che non occorre versare l’Iva e che il reddito ricavato va compreso tra quelli
"diversi", nel 730 e nell'Unico (art. 67, comma 1,
lettera i), “attività commerciali non esercitate abitualmente”. Si possono
costi sostenuti (scontrini del pane, bibite, ecc.). Quindi
i canoni di locazione riscossi non vanno riportati nella sezione
"fabbricati" e non si perde in alcun modo la possibilità
dell’esenzione di fatto dall’Irpef e dall’Ici. Il
tutto purché l’attività sia veramente saltuaria e stagionale, con interruzioni,
altrimenti l’Iva torna a colpire.
Per certificare il pagamento
basta una ricevuta semplice non fiscale. Sulle ricevute emesse di importo superiore ad Euro 77,47 va posta una marca da
bollo da Euro 1,29 ed anche sulle ricevute emesse di importo minore se l’ospite
se la deve scaricare. la ricevuta sarà del tipo
madre-figlia, numerata progressivamente, con la data del pagamento.
Limiti alle camere. Poiché si
tratta di un’attività non imprenditoriale è ovvio che
si cerchi di circoscriverla: perciò è sempre fissato un limite massimo di
camere e, quasi sempre, anche di letti. Ci sono regioni (la maggioranza) che
fissano il tetto a 3 camere e sei letti ed altre molto più di manica larga, cioè Toscana, Sicilia, Calabria e Alto Adige. In
quest’ultima provincia, anzi, sono concessi anche 4 appartamenti autonomi.
Conformità dei locali. Trattandosi di abitazioni, occorre sempre che esse siano adeguate ai
requisiti igienico-sanitari previsti dal singolo comune per le residenze.
Talora però è previsto specificatamente che insieme alla dichiarazione o
denuncia di inizio attività sia presentata anche la
documentazione sull’agibilità dei locali o un’autocertificazione
sull’adeguatezza degli impianti alle norme di sicurezza. Comune è invece che si
debba allegare alla denuncia una planimetria dell’immobile. In sei regioni sono
dettate anche le dimensioni minime delle stanze, a seconda
del numero dei letti (vedi tabella). Un capitolo a parte sono i locali
da bagno. In Campania, Liguria, provincia di Trento e Veneto
è ammesso che un solo bagno serva sia i proprietari di casa che gli ospiti.
Altrove il bagno autonomo può essere imposto, almeno quando le stanze affittate
sono più di una. Spesso è previsto
che le camere abbiano un accesso indipendente, attraverso corridoio o disimpegno.
Dotazioni e servizi. Alcune
regioni che descrivono in modo estremamente
dettagliato la dotazione delle stanze: si tratta comunque di arredi essenziali.
La pulizia dei locali è in genere imposta giorno per
giorno. Il cambio di lenzuola ed asciugamani è sempre previsto ad ogni cambio
ospite e, in più, una, duo o tre volte alla settimana
(in provincia di Trento, però, no).
Limiti condominiali. In Lombardia
e in Val d’Aosta per aprire un bed and breakfast in
un palazzo condominiale occorre l’assenso dell’assemblea: è un grave limite
perché se esistono vicini di casa rognosi, che del resto non hanno nulla da
guadagnare dal loro assenso, gli ostacoli possono essere forti. Più
ragionevolmente, in Basilicata è sufficiente che si autocertifichi che non
esistono divieti nel regolamento condominiale contrattuale. Altrove c’è piena
libertà.
Prima colazione. In buna parte delle
regioni si impone una colazione con cibi e bevande
preconfezionate. Per cibi confezionati si intendono
quegli alimenti posti in confezioni chiuse e con data di scadenza fissata dal
produttore, (prodotti industriali, di pasticceria ecc.). Devono essere monouso,
ossia una volta aperta la confezione devono essere
consumati in giornata e le parti rimanenti dellaconfezione
non possono essere più offerti agli ospiti nei giorni successivi.
Si tratta senz’altro
di un forte handicap che fa precipitare i bed &
breakfast di certe località un gradino in sotto a quelli di altri
Paesi (si pensi, per esempio, alla Francia, alla Germania o all’Austria in cui
la prima colazione è talora un’occasione di festa per l’ospite, quanto a cibi
freschi, locali ed appetitosi). Un motivo formale c’è: le
norme nazionali igienico-sanitarie prevedevano che chi somministrava
alimenti fosse dotato di tessera sanitaria, ora in sostituzione con la frquenza a un apposito corso. Qualche ente locale ha ormai
fatto come se il problema non esistesse o ha addirittura insistito (Calabria e
Marche) sull’uso di prodotti tipici della zona. Del resto, nel segreto di molte
cucine, le norme sul preconfezionato sono talora disattese, per la gioia dei
turisti.
Burocrazia. Gli adempimenti
comprendono una denuncia o dichiarazione di inizio
attività su modulo già predisposto e con diversi allegati (planimetria,
autocertificazione o certificazione di conformità degli impianti, talora
l'autocertificazione di non aver subito condanne penali, la dichiarazione di
presenza di requisiti dell'immobile, i periodi di apertura previsti, prezzi che
si intende praticare). Destinatario è in genere il Comune ma possono entrare in
gioco anche la Provincia o l’Associazione turistica territoriale, soprattutto
per quanto attiene ai prezzi. Le presenze devono essere dichiarate all’ufficio
di pubblica sicurezza (norma statale) e agli uffici provinciali, ai fini dei
rilevamenti Istat. Per il pagamento non occorre
emettere fattura a una semplice notula. Non è un
segreto che esiste una certa area di evasione a queste
norme: il loro controllo è affidato al Comune e, talora, alla Provincia e sono
sempre previste sanzioni a cui si può sommare anche la chiusura temporanea e
poi definitiva dell’attività, in caso di violazioni reiterate. In Basilicata e
Lombardia si pretende anche un’apposita polizza
assicurativa, a copertura dei danni ai clienti. I prezzi sono autodeterminabili, vanno affissi in casa e ogni loro variazione
va dichiarata annualmente, per l’anno dopo: in mancanza, restano validi quelli
previgenti.
Contributi.
Le leggi istitutive del B&B, in cinque regioni
prevedono espressamente l'erogazione di contributi a favore dei privati
gestori. Si tratta di Calabria, Basilicata, Piemonte, Sicilia e Umbria). Talora
requisito è coordinarsi un un’associazione. In Piemonte bisogna impegnarsi a
continuare l’attività almeno per 10 anni. In Sicilia per 5 anni (con almeno 50 presenze annue), e
prestare apposita fideiussione: i finanziamenti una
tantum sono da circa 2.000 a 3.100 euro a posto letto, a seconda delle “stelle”
di categoria. Priorità ai piccoli centri delle aree interne
in Calabria e contributi a fondo perduto del 50% della spesa nel limite di 25
mila euro (5 mila a posto letto). In Umbria la formula è quella del
mutuo a tasso agevolato.
Principali condizioni per
l’apertura nelle regioni
Regione (legge di
riferimento) |
N. max camere |
Periodi consentiti |
Dimensioni minime
stanze |
Bagni |
Cambi biancheria |
1a colazione |
Classificazione in categorie? |
Abruzzo L 78/2000 |
4 (10 letti) |
Max 30 giorni a
cliente. |
8mq (1 letto), 14 mq (2 letti), + 4 mq (ogni letto in più) |
1 solo per ospiti |
2 volte settimana |
Cibi e bevande
preconfezionati |
NO |
Basilicata L8/2008 |
4 (8 letti) |
Min 90 giorni, max
270 giorni |
Previste per civili abitazioni |
1 solo per ospiti e ogni 2 camere |
2 volte settimana |
Cibi e bevande
preconfezionati |
2 (Normale e
comfort) |
Bolzano (prov) L 12/1995. Dpgp
27/8/96, n. 32 |
6 (o 4 appartamenti) |
Non specificato |
9mq (1 letto), 12 mq (2 letti), + 4 mq (ogni letto in più). Appartamenti 23 mq (1 persona), + 5 mq (ogni ulteriore persona) |
A seconda categorie |
1 volta settimana |
Libera. Anche altri pasti consentiti |
3 |
Calabria L 2/2003 Regolamento
1/2004. |
4 (8 letti) |
Max 60 giorni a
cliente |
B&B 1a categoria: mq 12 (1 letto), mq
16(2 letti), mq 20 (3-4 letti) |
1 autonomo ogni 4 ospiti |
2 volte settimana |
Prevalentemente
con cibi e bevande calabresi |
2 |
Campania L 5/2001 |
3 (6 letti) |
Max 30 giorni a
cliente |
9mq (1 letto), 12 mq (2 letti), 18 mq (3 letti), 24 me (4
letti). |
Anche in comune con abitazione |
2 volte settimana |
Cibi e bevande
preconfezionati |
No |
Emilia Romagna L 16/2004, art. 13 Dgr 2/11/04, n. 2149 |
3 (6 letti) (1) |
Max 120 giorni o
500 pernottamenti. Permanenza singola massima 60 giorni consecutivi |
Previste per civili abitazioni |
1 bagno autonomo se 2 o più stanze |
2 volte settimana |
Non specificato |
3 |
Friuli L 2/2002,artt.
81-82, 92-100 |
3 (6 letti) |
Saltuari/stagionali |
Previste per civili abitazioni |
Non specificato |
Non specificato |
Cibi e bevande
preconfezionati |
No |
Lazio L 18/1997, art. 8 |
3 (6 letti) |
Saltuari/stagionali |
8mq (1 letto), 14
mq (2 letti), 20mq (3 letti) |
Non specificato |
Non specificato |
Cibi e bevande
preconfezionati |
No |
Liguria L 2/2008, art. 23, 40, 48, 64, 68 (2) |
3 |
Saltuari/stagionali |
Previste per civili abitazioni |
Anche in comune con abitazione (2) |
2 volte settimana (2) |
Cibi e bevande
preconfezionati (2) |
3 |
Lombardia L. n. 15/2007, art. 45 |
3 (6 letti) |
Saltuari/stagionali |
Previste per civili abitazioni |
Autonomo se più di una stanza |
3 volte settimana |
Non specificato |
No |
Marche L. 9/2006, art. 34 Dgr 19/4/2007, n. 378, Dgr n. 100/2005 (contributi) |
3 (6 letti) |
Saltuari/stagionali.
Non più di 30 giorni consecutivi per ospite |
7mq (1 letto), 11
mq (2 letti), + 4 mq (ogni letto in più) |
1 ogni 6 posti letto |
Non specificato |
Prodotti tipici della
zona,almeno al 70% |
No |
Molise 13/2002 |
3 (6 letti) |
Max 30 giorni
consecutivi |
Previste per civili abitazioni |
2 bagni se più di 1 stanza |
2 volte settimana |
Cibi e bevande
preconfezionati. In caso contrario, indicazione ingredienti |
No |
Piemonte L. 31/1985, art. 14, 15-bis; L. 3/2006 |
3 (6 letti) |
Max 270 giorni, min 45 giorni continuativi |
Previste per civili abitazioni |
2 bagni se più di 1 stanza |
2 volte settimana |
Non specificato |
No |
Puglia L. 17/2001 |
6 (10 letti) |
Saltuari/stagionali |
Previste per civili abitazioni |
2 bagni se più di 1 stanza |
Ad ogni cambio cliente o a richiesta |
Non specificato |
No |
Sardegna L 27/1998, art. 6; parere legislativo
4/8/1999 |
3 (6 letti) |
Saltuari/stagionali
(di competenza comunale fissarli) |
Previste per civili abitazioni |
Non specificato |
Non specificato |
Cibi e bevande
preconfezionati |
No |
Sicilia L 32/2000 art. 88; Decreto
ass. turismo |
5 (20 letti) |
Non specificato |
Previste per civili abitazioni |
A seconda categorie |
A seconda categoria (ma almeno 1 volta settimana) |
Non specificato |
3 |
Toscana L. 42/2000, artt.
50; 60-61 Dpgr 18/01, art. 39 |
6 (12 letti) |
Non specificato |
Previste per civili abitazioni |
Uno ogni 10 persone o frazione di 10
superiore a 2 (compresa famiglia proprietaria) |
1 volta settimana |
Libera. Anche altri pasti consentiti |
No |
Trento (prov) L. 7/2002, artt
33;38-43; Dpp n. 28/2003,
art. 25, 29-34 |
3 |
Saltuari/stagionali |
Previste per civili abitazioni |
Non specificato |
Ad ogni cambio cliente |
Non specificato |
No |
Umbria L 18/2006, art. 47, Tabella M |
3 (8 letti)(3) |
Massimo 30 giorni
consecutivi. Inattività obbligatoria: 60 giorni (30 per le località non
turistiche) |
Previste per civili abitazioni |
Autonomo ogni 3 camere |
1 volta alla settimana |
Non specificato |
No |
Val d'Aosta L 11/1996, artt. 16bis-quinquies, art. 23-29 |
3 (6 letti) |
Non specificato |
Previste per civili abitazioni |
2 bagni se più di 1 stanza |
2 volte alla settimana |
Non specificato |
No |
Veneto L. 33/2002, artt.
25-27 |
3 |
Non specificato |
Previste per civili abitazioni |
Anche in comune con abitazione |
2 volte alla settimana |
Cibi e bevande
preconfezionati |
No |
(1) più 1
posto letto per minori 12 anni
(2) in attesa di regolamento di attuazione, i requisiti sono
quelli della legge antecedente
(3)
compresi 2 letti per minori 12 anni
Legenda: L. = Legge, Dgr. = Deliberazione giunta regionale; Dpgp=
Decreto presidente giunta provinciale; Dpgr.= Decreto
presidente giunta regionale; Dpp. = Decreto
presidente provincia;
Fonte: Ufficio Studi Confappi-Federamministratori
Ma quanto si guadagna?
Tenere un bed and breakfast va prudenzialmente considerata
un’attività che permette di arrotondare il bilancio familiare. Gli inizi
possono essere duri, anche perché la concorrenza è in forte crescita. Il
guadagno effettivo dipende evidentemente dalla zona e dalla capacità del
gestore, non ultima quella di farsi adeguata pubblicità (il sito web è quasi
indispensabile, ma anche l’adesione a un’associazione
è una spesa assai utile). Secondo un associazione
Romana “per un appartamento in zone centrale di una città si può arrivare a
percepire tranquillamente 60-65 euro al giorno che per una media di 20 giorni
al mese è pari ad un guadagno di 1.200-1.300 euro mensili”. Un’altra fonte, un indagine Touring Club Italiano,
abbassa molto la stima, a un fatturato medio di 4.000 euro annui (ma è datata,
risale a giugno 2003) . Secondo il Touring
circa 2/3 dei gestori sono donne, la permanenza media è di 2 notti
(circa la metà dei casi). Le professioni più diffuse sono
impiegati e insegnanti (20%), pensionati (18%) e casalinghe (15%),
mentre commercianti e liberi professionisti sono in minor numero (9%), gli
studenti una significativa minoranza (4%) e gli operai quasi inesistenti (2%) :
il che se non altro dimostra che è possibile comunque svolgere un’altra
attività lavorativa regolare.
Comunque
sia, è bene che esista una forte curiosità verso nuove persone e nuove culture:
così ci si garantirà comunque un discreto divertimento. Un atteggiamento di
questo tipo porterà inoltre, sempre secondo l’indagine Touring,
a introiti superiori alla media (il lavoro che si
svolge volentieri si fa meglio).
Quanti sono
L’ultima
stima ufficiale, di fonte Istat, risale al 2005 e dà
10.176 B & B (affermando comunque che si tratta dati
provvisori). In base ad essa, e al trend di crescita
delle registrazioni di nuove strutture, il sito www.bed-and-breakfast.it ha
stimato in circa 20 mila le strutture esistenti a marzo 2008.