Più finanziamenti a fondo perduto a favore dei disabili, per l'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Ma anche una brutta sorpresa in agguato nel disegno di legge per la Finanziaria 2001. Ecco perché ridiviene di attualità parlare di una legge, la n. 13 del 1989, che ha avuto il merito di rendere meno pesanti in Italia le discriminazioni verso i portatori di handicap, sul modello di altri Paesi civili.
Prima la cattiva notizia: il testo del disegno di legge, nel prorogare la detrazione del 36% sul recupero prevista dalla Finanziaria 1997, inserisce un insidioso inciso. Dopo le parole " la stessa detrazione, spetta per gli interventi relativi .alla eliminazione delle barriere architettoniche" aggiunge "aventi ad oggetto ascensori e montacarichi". Una precisazione che suona come un limite al campo d'azione del 36%. Parrebbe che la detrazione sia concessa per ascensori adatti ai disabili, ma non, per fare qualche esempio, per predisporre per i disabili rampe che superino gli scalini, per adattare i servizi igienici o le cucine alle loro necessità, per consentir loro di salire su un balcone o di aprire una porta. Resta facile controbattere che le due barriere, quella architettonica e quella legislativa, possono essere entrambe scavalcate . Per esempio, considerando una rampa in condominio come un intervento di manutenzione ordinaria o un adattamento del bagno in casa, come manutenzione straordinaria, entrambi interventi agevolati. Resta però certo che mentre si facilita con detrazioni l'installazione di una vasca da idromassaggio, si pongono ostacoli all'uso di una toilet da parte di un immobilizzato su sedia a rotelle.
E ora le buone notizie. La prima è che lo Stato ha, negli ultimi anni, riaperto il rubinetto dei finanziamenti a fondo perduto concessi ai privati (singolarmente o sotto la veste di condomini), per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Nel corso di ben quattro anni (tra il1992 e il 1995) erano stati stanziati in totale due miseri miliardi. Da allora in poi è andata un po' meglio: 25 miliardi nel 1996, 10 nel 1997, 20 nel 1998, 10 nel 1999 e 30 miliardi nel 2000. Un ulteriore contributo di 20 miliardi è in corso di finanziamento. Tutti fondi comunque nettamente inferiori al fabbisogno, cioè alle richieste dei disabili presentate ai sensi della legge 13/1989.
Fortunatamente a dare una mano sono intervenute alcune Regioni, come chiarisce l'indagine dell'Ufficio studi della Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare) che riportiamo in pagina.
Va ricordato che la legge 13/89 sull'eliminazione delle barriere si occupa di due diversi problemi. Stabilisce, innanzitutto, che a decorrere dall'11 agosto 1989 tutti i progetti relativi alla costruzione o alla completa ristrutturazione di edifici, ad uso abitativo o meno, debbano essere adeguati alle prescrizioni tecniche sull'eliminazione delle barriere architettoniche, stabilite nel Decreto dei Lavori Pubblici del 14 giugno 1989, n. 236. In parole povere si tratta della possibilità, per un disabile in sedia rotelle, di raggiungere da solo il proprio appartamento dalla strada e, all'interno di questo, di muoversi agevolmente in corridoio, in soggiorno o in bagno. Ma la legge 13/89 agevola l'abbattimento delle barriere anche negli edifici esistenti. Come? Innanzitutto prevedendo maggioranze ridotte per le delibere condominiali che riguardino modifiche alle parti comuni (in seconda, quella che conta, un terzo dei condomini e almeno un terzo dei millesimi). Poi consentendo comunque al disabile, , se gli altri condomini rifiutano di partecipare alla spesa, di installare a proprio spese servoscala o modificare l'ampiezza di porte di accesso comuni. Quindi garantendo procedure urbanistiche semplificate e, possibilmente, gratuite, per le opere necessarie, oltre a deroghe sulle distanze minime delle costruzioni. E, dulcis in fundo, concedendo finanziamenti sulle opere eseguite. Il contributo può essere pari al 100% della spesa effettivamente sopportata, se essa è fino a 5 milioni di lire , è aumentato del 25% della spesa effettivamente sostenuta per costi da 5 milioni a 25 milioni di lire, e di un ulteriore 5% per costi da 25 milioni a 100 milioni. Un esempio: su 35 milioni di spesa il contributo assommerà a 10,5 milioni. Se a questa cifra si sottrae il 36% di detrazione Irpef, risulterà che il contribuente avrà versato effettivamente 15.680.000 lire, cioè meno della metà. Si aggiunga infine che l'Iva pagata sulle fatture è la più bassa possibile, il 4%.
A godere delle agevolazioni della 13/89 non è solo il disabile totale: anche persone ammalate di mal di cuore possono per esempio rientrare nei benefici. C'è chi afferma anche che l'accessibilità ai disabili negli edifici deve essere garantita non solo a chi ci abita, ma anche ai visitatori. Infine le domande possono essere presentate anche da familiari o tutori del portatore di handicap.
Barriere architettoniche: cosa si intende per "accessibilità"
Come si può intuire leggendo il decreto, le cosiddette "visitabilità" e "adattabilità" consistono essenzialmente in una "accessibilità" limitata o potenziale solo di alcune parti e caratteristiche dei palazzi o dei singoli appartamenti.
E' quindi l'accessibilità stessa che ha bisogno di ulteriori definizioni.
I criteri tecnici di accessibilità di cui debbono tener conto i progettisti sono fissati dal dm 236/1989. Cerchiamo qui di sintetizzarli per i non esperti. Si tenga comunque conto che alcune leggi regionali hanno voluto vieppiù dettagliarli.
1 - Porte
2 - Pavimenti:
3 - Apparecchi elettrici:
4 - Servizi igienici:
5 - Cucine:
6 - Balconi e terrazze:
7 - Corridoi:
8 - Rampe:
9 - Ascensore
10 - Arredi fissi
Alcune Regioni fissano ulteriori requisiti tecnici, che è necessario adempiere anche per poter accedere a contributi propri (a quanto ci risulta, sono la Lombardia, la Liguria e la Calabria).
Contributi statali erogati tra ottobre 1998 e giugno 2000
per l'abbattimento delle barriere architettoniche.*
Regione o provincia autonoma | Milioni erogati |
% totale |
Abruzzo | 2.656 |
3,8% |
Basilicata | 687 |
1,0% |
Bolzano | 692 |
1,0% |
Calabria | 3.570 |
5,1% |
Campania | 6.704 |
9,6% |
Emilia Romagna | 6.212 |
8,9% |
Friuli Venezia Giulia | 1.442 |
2,1% |
Lazio | 2.829 |
4,0% |
Liguria | 2.267 |
3,2% |
Lombardia | 11.309 |
16,2% |
Marche | 4.694 |
6,7% |
Molise | 196 |
0,3% |
Piemonte | 2.842 |
4,1% |
Puglia | 3.799 |
5,4% |
Sardegna | 620 |
0,9% |
Sicilia | 4.706 |
6,7% |
Toscana | 5.612 |
8,0% |
Trento | 2.920 |
4,2% |
Umbria | 1.528 |
2,2% |
Valle d'Aosta | 96 |
0,1% |
Veneto | 4.619 |
6,6% |
Totale | 70.000 |
100% |
*I decreti di erogazione sono stati il Dl/9/10/98 n. 805; Dl 6/9/99 n. 298; Dl 17/11/99 n. 406; Dm 19/11/99 n. 410; Dm 5/6/2000 n. 142.
Leggi regionali che si occupano specificamente dell'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati o prevedono contributi
Regione o Provincia autonoma | Contenuto (vedi note) | Legge (leggi di modifica tra parentesi) |
Basilicata | Contributi; modalità domande; requisiti | Legge n. 7/97 (6/00) |
Bolzano (prov. autonoma) | Contributi; modalità domande; requisiti | Legge n. 13/98, artt. 2 - 92, e reg attuazione |
Calabria | Contributi; norme tecniche | Legge n. 8/98 |
Campania | Contributi* | Legge n. 11/84 art. 18 (26/90; 39/94; 9/96, 21/96) |
Emilia Romagna | Contributi | Legge n. 29/97 |
Friuli V. Giulia | Contributi | Legge n. 41/96, art. 13 |
Liguria | Contributi; norme tecniche | Legge n. 15/89 (11/92; 44/96) |
Lombardia | Norme tecniche | Legge n. 6/89 (76/89; 17/95) |
Sardegna | Contributi | Legge 32/91 |
Trento (prov. autonoma) | Contributi; modalità domande | Legge n. 1/91 (8/96) |
Val d'Aosta | Contributi; modalità domande; requisiti | Legge n. 3/99 |
Veneto | Contributi; modalità domande; requisiti | Legge n. 41/93 (13/98) |
* Contributi previsti ma mai stanziati
Contributi: Sono previsti contributi integrativi o aggiuntivi a quelli statali
Norme tecniche: Sono dettate prescrizione tecniche ulteriori su come eliminare le barriere rispetto a quelle del Dm Lavori Pubblici 14 /6/89, n. 236
Modalità domande Sono dettate norme per inoltrare le domande
Requisiti Sono previsti particolari requisiti per accedere ai contributi
Ventaglio di leggi e stanziamenti decentrati
Cosa hanno fatto (o non fatto) le Regioni a favore dell'eliminazione delle barriere architettoniche? A tracciare una vasta panoramica è stato l'Ufficio Studi della Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare).
Abruzzo Niente fondi regionali. Quelli dello Stato sarebbero però stati quasi sufficienti al fabbisogno degli invalidi al 100%, dato lo scarso numero di domande presentate. C'è stato sicuramente un calo verticale delle richieste dagli anni immediatamente successivi al varo della legge 13/89 ad oggi: si è passati dalle 326 del 1990 alle 93 del 2000 (solo 45 nel 1999 e 58 nel 1997). C'è da chiedersi se manchi l'informazione ai cittadini.
Basilicata La legge 7/97 innalza il tetto dei contributi erogabili: 50% :della spesa sostenuta tra i 5 e i 10 milioni, e 75% della spesa tra i 10 e i 30 milioni (per gli ascensori 75% fino a 40 milioni).
Provincia di Bolzano Il regolamento di attuazione della legge 13/98 dà in dettaglio i requisiti e gli importi massimi finanziabili. Pur non esistendo, nelle previsioni di bilancio, fondi specificamente destinati, essi vengono via via finanziati a seconda delle necessità, permettendo di soddisfare interamente le domande nei tempi tecnici necessari, con un anno di tempo dalla richiesta. L'importo finanziabile varia dal 30 all 80% della spesa, in base alle fasce di reddito, fino a un tetto di 120 milioni di costo. Per i condomini è limitato al 30% dei costi sostenuti.. In base alle vecchie leggi sono stati erogati 558 milioni nel 1996 e 683 milioni nel 1997. Tra il gennaio 1999 ed oggi sono state presentate 80 domande, di cui 60 relative ad invalidi al 100%.
Calabria Le leggi istituiscono contributi regionali e dettano poi norme tecniche integrative a quelle statali che prevalgono sui regolamenti edilizi vigenti.
Campania Mai finanziati i contributi regionali previsti.. L'ultima delibera della Giunta di assegnazione dei fondi statali, per quasi 2,5 miliardi, era la n. 8969 del 30 dicembre 1999, mente ulteriori risorse, per circa un miliardo (decreto n. 406 del 17 novembre 1999) non sono stati ancora ripartiti, "in attesa di integrazione atti".
Emilia Romagna Con la legge 29/97, pur non istituendo contributi integrativi a quelli statali, l'Emilia Romagna ha finanziato gli interventi a favore dei disabili che non si ritenevano "coperti" dalle prescrizioni della legge 13. Quindi, non solo i tradizionali "ausili" (per esempio la carrozzina), ma anche le porte basculanti, i cancelli scorrevoli, gli arredi adatti . Quanto destinato all'eliminazione delle barriere non è però isolabile come un capitolo di spesa a parte.
Friuli Pur non esistendo leggi regionali ad hoc, la Regione ne ha erogati fondi grazie alla legge 41/1999 (art. 16). Nel triennio 1998-2000, circa 800 milioni per anno. I contributi statali sono stati invece di circa 200 milioni nel 1999 e di circa 400 milioni nel 2000.Alla fine del 2000 saranno evase tutte le domande presentate dai cittadini fino ai primi mesi del 1999. Se il rifinanziamento (in genere triennale) continuerà, le domande presentate per il 2000 dovrebbero essere soddisfatte entro il 2001.
Lazio Circa 12 in totale i miliardi stanziati tra il 1990 ed oggi, di cui 7 statali e 5 regionali. Grazie ad essi sarà possibile soddisfare il 40-50% delle 616 richieste ancora pendenti entro il 2001, con l'ovvia priorità degli invalidi totali. L'ultimo stanziamento (820 milioni, di cui 200 regionali) è stato deciso a inizio novembre.
Liguria La graduatoria 2000 riguarda 392 domande per un fabbisogno di 3,9 miliardi circa, di cui 286 relative a richieste arretrate, presentate nel 1998 e negli anni precedenti. Con le somme disponibili quest'anno sono stati erogati 1,208 miliardi circa, di cui quasi 218 milioni sono di fondi regionali, soddisfacendo così 131 domande. Nel 1998 era andata meglio: 2,648 miliardi erogati (261 domande soddisfatte).
Lombardia Le leggi sulle barriere dettano ulteriori prescrizioni tecniche sull'esecuzione delle opere edilizie, ma non prevedono risorse per gli edifici privati (solo per quelli pubblici). Nonostante ciò, l'anno corso la Giunta ha stanziato "una tantum" circa 18 miliardi a integrazione, con i quali è stato possibile soddisfare tutte le domande arretrate fino alla fine del 1999. Parte di questa cifra dovrebbe essere restituita dai comuni, dal momento che con otto anni di arretrato delle domande, è prevedibile che vi siano lavori che non sono stati fatti, persone decedute e così via. Con questi fondi si conta di soddisfare le domande presentate nel 2000.
Marche Niente contributi regionali né norme locali. Le richieste per il 1999 da parte dei comuni sono state di oltre 5 miliardi, rispetto ai quali lo Stato ha stanziato 2,2 miliardi. Per il 2000, anche per colpa dell'arretrato delle domande le richieste sono balzate a 10,1 miliardi. Si riesce a far fronte solo a parte delle necessità dei disabili totali.
Molise Nessun contributo. E' in preparazione però una proposta di legge regionale a proposito.
Piemonte Pur in mancanza di norme regionali, il Piemonte ha contribuito dal '90 ad oggi con 13,3 miliardi, una somma pari al doppio dei fondi messi a disposizione dallo Stato (6 miliardi e 474 milioni). L'ultimo stanziamento, che risale al 2000, è consistente (2 miliardi). E' stato così possibile dare totale soddisfazione alle richieste dalle persone con handicap totale (3.099), mentre solo 21 delle 325 domande presentate da disabili parziali hanno ricevuto i contributi. La Regione ha coperto più di un terzo della spesa sostenuta dai privati con un contributo medio di 7,5 milioni ad opera.
Puglia La legge nazionale non è stata rifinanziata per anni e le domande inevase si sono accumulate. Due anni fa sono stati erogati fondi che hanno permesso di evadere le domande presentate fino al 1997,sulla base di criteri rigidi (priorità ai portatori di handicaps con invalidità del 100% e difficoltà di deambulazione). In seguito altri 600 milioni hanno permesso di estinguere il fabbisogno delle graduatorie fino al 1998 compreso. Ora è in preparazione un'ulteriore delibera della giunta che stanzia 1800 milioni.
Sardegna. Negli anni tra il 1990 e il 1997 sono pervenuti 4,23 miliardi dallo Stato. A questi si sono aggiunti tra il 1994 e il 1999, grazie alla legge 32/91, 3 miliardi di finanziamenti regionali (in tranches da 500 milioni all'anno).
Sicilia Non risultano contributi, e nemmeno norme locali, se si esclude la legge 16/86 che riguarda però solo i portatori di handicap ospitati in case-alloggio.
Toscana Da quando la legge 13/89 è in vigore, sono stati erogati 14,175 miliardi circa, soddisfacendo 1.694 domande. Restano invece inevase 1.103 domande per richieste pari a 9,36 miliardi, di cui 417 presentate da invalidi totali e 686 da invalidi parziali. Nel 1999 la Giunta ha approvato uno stanziamento straordinario di 2,9 miliardi: nei fatti, però, si riesce a dar risposta solo alle richieste presentate dagli invalidi totali , per le quali si è comunque fermi a fine febbraio 1998..
Provincia di Trento Tra il 1991 e il 2000 sono stati erogati più di 13,3 miliardi, soddisfacendo 984 domande. E' in corso di finanziamento un ulteriore trance di 2,216 miliardi che coprirà ulteriori 150 domande. Il bilancio è quello di sostanziale risposta al fabbisogno.
Umbria. La regione non ha stanziato fondi, ma lo hanno fatto i comuni, circa 5 miliardi negli ultimi anni. Il fabbisogno per il 2000 è di 2,8 miliardi e, dal 1990 in poi, sono state esaudite 645 domande su 1005 presentate.
Val d'Aosta In base alle leggi n. 42/1995 e n. 3/1999, la Val d'Aosta tra il 1996 e il 2000 ha previsto quasi 4,382 miliardi (di cui 1,765 nel 2000), mentre dallo Stato sono venuti solo 97 milioni nello stesso periodo.. I finanziamenti regionali, però, coprono non solo le opere per l'abbattimento delle barriere, ma anche l'acquisto di mezzi di locomozione oltre a un 15% di interessi sui mutui sostenuti per l'acquisto di autoveicoli Per gli edifici privati il contributo è rapportato al reddito e comunque non superiore a 20 milioni (50 milioni per le realizzazione di ascensori).
Veneto La Regione (legge 41/93) ha erogato 6,832 miliardi (di cui 985 milioni nel 1999 e 1,357 miliardi nel 1998). Tuttavia questi fondi sono solo in parte stati destinati agli edifici privati (art. 8 della legge) e in altra percentuale a quelli pubblici e ai trasporti. I fondi statali sono stati invece di 2,44 miliardi nel triennio 1997-1999. I tetti dei contributi regionali per gli edifici privati (che possono essere aggiunti a quelli statali) sono stabiliti al 50% della spesa e comunque per un importo non superiore a lire 15 milioni.
Come far domanda
Richieste ai comuni entro il primo marzo
Le domande per i contributi statali, in carta da bollo, vanno presentate entro l'1 marzo di ogni anno al Comune. Devono contenere la descrizione, anche sommaria, delle opere da apportare alla propria abitazione o allo spazio condominiale, nonché la spesa prevista. Non è necessario un preventivo analitico a firma di un tecnico. E' bene informarsi se non esistono moduli appositi. I contributi non sono comunque concessi per seconde case. Se barriere di diverso tipo ostacolano differenti funzioni, l'handicappato può ottenere vari contributi per ogni opera necessaria, presentando una diversa domanda per ognuna di esse (è il caso di necessità di un ascensore e di un servizio igienico adattato). Quando più disabili godono di un'unica opera, il contributo è invece uno solo.
Nel caso le richieste non possano essere soddisfatte, niente paura: vengono comunque inserite in graduatoria e restano valide. Ha diritto al contributo chi deve affrontare la spesa: se non si tratta del disabile (ma, per esempio, è il suo tutore, il condominio o anche un semplice condomino), la domanda deve comunque essere sottoscritta anche dal portatore di handicap per conferma ed adesione. Se il disabile è inquilino, dovrà chiedere l'autorizzazione del proprietario.
Solo dopo la presentazione della domanda, si può dare il via alle opere nei tempi concessi dalle norme urbanistiche. E, in genere, conviene farlo, perché il denaro può arrivare anche anni dopo. Il contributo è comunque concesso solo dopo la presentazione della fattura quietanziata.
Vanno allegati un certificato medico in carta semplice indicante la menomazioni o le patologie irreversibili (pneumopatie, disturbi cardiocircolatori, ecc.) che portino a concrete difficoltà di movimento e una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. Da quest'ultima devono risultare quale sia la barriera da eliminare, gli ostacoli che comporta, dove è l'abitazione e se sono già stati ricevuti contributi per i lavori. Va dichiarato anche di non aver iniziato ancora i lavori.
Il contributo che si richiede è cumulabile con altri concessi al portatore di handicap. Se però essi riguardano l'eliminazione di barriere, non si può superare l'importo della spesa sostenuta. L'eventuale detrazione del 36% sulle opere di recupero è godibile per l'intero importo della fattura, qualora, come spesso accade, non si è ancora ottenuto il contributo. Tuttavia, una volta che si sia incassato, la somma ottenuta va assoggettata a tassazione separata, così come stabilito dall'articolo 16, comma 1, lettera n-bis), del Testo unico sulle imposte dei redditi (vedi Circolare Finanze del 24 febbraio 1998, n. 57).
Nella graduatoria hanno precedenza le domande presentate da invalidi al 100%, così riconosciuti dalla Asl . In via subordinata il criterio sarà quello dell'ordine cronologico.
In genere le domande presentate per i finanziamenti statali valgono anche per quelli integrativi regionali. Non è così in Veneto, dove occorre fare domanda apposita. Stesso discorso per la Val d'Aosta dove la Regione ha esaudito a pieno le richieste presentate, mentre i contributi statali hanno coperto solo un quarto delle richieste presentate. Anche in Emilia Romagna l'iter e i requisiti sono differenti (vedi l'altro articolo in pagina). In provincia di Bolzano i contributi sono concessi in base al preventivo lavori, senza bisogno di fatture quietanziata e per la graduatoria delle domande conta solo il giorno di presentazione (non la percentuale di handicap, in quanto tutte le richieste sarebbero soddisfatte).
I contributi Inail
Anche l'Inail (Istituto nazionale infortuni sul lavoro), eroga dei contributi per l'eliminazione della barriere architettoniche. A poterne godere, però, sono solo gli invalidi per incidente sul lavoro, circa 12 mila in Italia. E' garantito il rimborso al 100% di qualsiasi lavoro necessario per l'eliminazione delle barriere, esclusa solo la cifra che sia finanziabile dallo Stato o dalle Regioni. I fondi non mancano e le richieste possono essere soddisfatte tutte, in tempi ragionevoli (qualche mese). Un équipe assiste il disabile e lo aiuta anche nel conoscere i suoi diritti e nelle prassi burocratiche, ivi comprese le domande per ottenere i contributi statali e regionali. Per ottenere i contributi, quindi, vale la pena rivolgersi alla sede Inail più vicina.
Gli stanziamenti Inail sono di 30 miliardi all'anno circa, ma comprendono tutti gli ausili ai disabili (dal computer, alla carrozzina fino alle protesi) e non solo le opere di eliminazione delle barriere.