Ottava puntata sul ruolo del
professionista in condominio per il Resto del Carlino
Responsabilità in condominio rispetto ai morosi
L’amministratore
deve riscuotere le quote di spese condominiali e reinvestirle per il
funzionamento del condominio
Sovente i condomini
sanno pretendere ma si dimenticano di pagare. Possono avere
ragione quando lo stabile non funziona a dovere e gli amministratori
sprovveduti o imbroglioni calpestano leggi e regolamenti; tuttavia sbagliano
strada. perché la via da seguire non è quella
di rifiutare i versamenti.
L’amministratore infatti deve far approvare dall’assemblea il consuntivo e
il piano di riparto delle spese così come deve far approvare il preventivo e la
loro ripartizione. Ciò è la base di tutto e non si vede proprio come dopo tali
approvazioni i condomini possano rifiutarsi di pagare.
Il decreto di ingiunzione
L'articolo 63, primo
comma, delle disposizioni di attuazione del Codice
civile, pone tra le mani dell'amministratore condominiale un'arma abbastanza
potente. Afferma infatti che, per la riscossione delle
spese in base alla ripartizione decisa in assemblea, egli può"ottenere
decreto di ingiunzione immediatamente esecutivo, nonostante opposizione". Il che significa che il giudice, basandosi sulle prove portate
dall'amministratore, può ingiungere subito di pagare le spese al condomino;
quest'ultimo, se pensa di non dovere nulla, potrà senz'altro far causa al
condominio, ma nel frattempo dovrà versare quanto richiesto dal giudice.
Se vince la causa avrà indietro quanto ingiustamente pagato, con tanto di interessi.
La procedura del
decreto ingiuntivo è molto più rapida ed efficace di quella ordinaria,
che prevede spesso un attesa di anni prima di veder riconosciute in giudizio le
proprie ragioni. Non solo: l'amministratore che non ha richiesto il decreto
ingiuntivo a tempo debito può essere condannato al
pagamento dei danni. Non potrà accampare scuse: non è necessario infatti che l'incarico di conferire in giudizio sia
approvato in assemblea.
Tempi e modi del giudizio
L'obbligo a pagare
decorre dal momento in cui è approvata la ripartizione delle spese. Dalla
stessa data (e non, per esempio, da quella di approvazione
del bilancio condominiale, che può anche essere antecedente) decorre anche il
periodo di prescrizione del debito: cioè i cinque anni di tempo che ha il
condominio per ricorrere in giudizio e farsi restituire i soldi. Perché ci sia morosità, )deve esistere anche una lettera di diffida
al pagamento. Il regolamento condominiale contrattuale e anche
quello"interno o assembleare", cioè
approvato a maggioranza in assemblea, possono disporre quanto tempo deve
passare prima che un condomino sia giudicato moroso.
Il regolamento
contrattuale (cioè accettato da tutti), può fare anche
di più: per esempio decidere il tasso degli interessi di mora, anche superiore
a quello legale, cioè stabilito dalla legge (cioè al 2,5% fino 31/12/2000, il
3,5% fino 31/12/2001 e il 3% in seguito). Viceversa il regolamento approvato in
assemblea non può fare eccezione alla regola dell'interesse legale.
Responsabilità dei condomini
Chi paga, quando un
condomino è moroso? )La prima risposta è: il condominio, o meglio ogni singolo
condomino. Va infatti premesso che i debiti si hanno
quasi sempre con persone estranee al condominio stesso. Per
esempio i fornitori del gasolio o del metano, il portiere, l'Inps, il Fisco,
una ditta edile. Essi concludono contratti con
l'intero condominio, non con i singoli proprietari,. Ed
è quindi il condominio a rispondere del debito, salvo poi rivalersi contro il
moroso. La spartizione dei debiti, in proporzione ai millesimi condominiali,
resta un problema interno, che non riguarda i suoi debitori, che non devono
essere costretti a chiedere il denaro a ciascuno degli abitanti dello stabile.
Ma
c'è di più: la responsabilità in condominio è, come si dice,
"solidale". Cioè ciascuno dei proprietari
può essere costretto a pagare quanto dovuto dall'intero condominio. A sua volta il condomino preso di mira, una volta saldato il debito,
potrà rivalersi, anche in causa, contro tutti i vicini di casa. Si
capisce il perché sia una garanzia avere come debitore un condominio. E si capisce anche il perché essere condomino può rivelarsi
un rischio infernale.
La spartizione del debito.
Ecco
quindi che i condomini si trovano spesso costretti a "coprire", bene
o male, i buchi contabili lasciati dai loro vicini.
Ma secondo che principio ciò può avvenire? Il criterio
di spartizione cambierà a seconda della spesa dovuta:
per esempio quella della tinteggiatura della facciata sarà divisa secondo i
millesimi di proprietà, e quella della riparazione delle scale, secondo i
millesimi previsti per scale ed ascensore. I millesimi stessi andranno però
ricalcolati, escludendo dal conto il moroso. La giurisprudenza più recente
aggiunge che la decisione di ripianare così i debiti altrui va presa con una
delibera assembleare, che crei una voce nel rendiconto
condominiale dichiaratamente "provvisoria", in attesa dello sperato
recupero del debito. L'obbligo di sostituirsi al moroso riguarda solo i debiti
inesigibili: non è quindi consentito all'amministratore di pretendere denaro
per semplici ritardi nel versamento da parte di qualcuno o comunque
senza aver richiesto un decreto ingiuntivo per il pagamento. )