Previsti 53 milioni di euro di contributi per le ristrutturazioni

 

Agriturismo in Lombardia: raddoppiano i tetti degli ospiti

 

Rifondata, in Lombardia, la legislazione sull’agriturismo. la legge che va a sostituire la vecchia norma (la n. 3 del 1992) ha visto la luce il 29 maggio, con approvazione unanime in Consiglio, salvo l’astensione di Rifondazione Comunista.

La nuova norma rende da una parte più precisi e rigidi i requisiti per entrare nella cerchia delle aziende agrituristiche, ma dall’altra innalza i tetti di ricettività delle aziende stesse e rende più snella la burocrazia.

Più esattamente, nella vecchia formulazione della legge n. 3/1992 e del suo regolamento di attuazione, era previsto un tetto massimo di 15 stanze e/o un numero massimo di 30 ospiti per agriturismo: oggi si raddoppia a 60 ospiti. Resta invariato il numero limite di pasti/giorno (160), ma viene cancellato quello dei posti a sedere (80 posti a tavola). Non basta più che il 70% degli alimenti siano “tipici regionali”: la stessa percentuale deve essere acquistata “da altre aziende agricole o da artigiani alimentari della zona”. In compenso, di questo 70%, solo il 30% deve provenire dall’azienda agrituristica stessa (e non più il 50%). Spiega Mario Sala, relatore del ddl: “Il nostro scopo è reindirizzare il mercato rispetto alle tendenze attuali: le offerte di ristorazione sono sufficienti, mentre quelle di alloggi sono inferiori alla domanda. Inoltre occorre promuovere la vendita diretta di alimenti delle aziende agricole, anche di quelle che non hanno le dimensioni o le strutture per trasformarsi in agrituristiche”.

Come nella vecchia legge, resta il requisito che siano adibiti ad attività agrituristica solo ed esclusivamente gli edifici esistenti. Lo scopo è rivalorizzare l’edilizia agricola tradizionale, spesso di grande fascino artistico. Sottolinea Carlo Saffiotti, presidente della Commissioni Attività Produttive: “L’iter accellerato per l’approvazione ci consentirà di attingere ai finanziamenti dell’Unione europea per la ristrutturazione dei cascinali legati all’agriturismo, con particolare sensibilità verso quelli situati nelle zone montane, in via di spopolamento”. Si tratta di 53 milioni di euro da stanziare nei prossimi 7 anni, con contributi concedibili fino al 30% della spesa affrontata per il recupero edilizio

Il disegno di legge si preoccupa di precisare un requisito chiave: la prevalenza dell’attività agricola su quella agrituristica, che andrà dimostrata con certificazione. All’elenco degli agriturismi saranno iscritte di diritto le aziende in attività, mentre i gestori di quelle nuove di zecca saranno costretti a superare un corso di formazione gestito dalla Regione o da essa riconosciuto.

Viene poi semplificata la burocrazia prevista per l’apertura di nuove attività: meno carte al momento della presentazione in comune della Dda (Dichiarazione di avvio dell’attività), in linea con i principi dettati da una norma “trasversale” recentemente varata, quella sulla competitività delle imprese e i loro requisiti igienico sanitari. Sanzioni da 2.000 a 10.000 euro per chi esercita senza i requisiti e da 500 a 3.000 euro per chi li ha ma non a presentato la Dda.*

La nuova legge è in attesa di un regolamento di attuazione entro sei mesi dall’entrata in vigore. Si dettaglieranno prescrizioni e requisiti e, prevedibilmente, si consentiranno alcune eccezioni alle regole. Per esempio, allo scopo di dare nuova destinazione ad edifici montani in zone svantaggiate, saranno previste deroghe ai requisiti igienico sanitari o a quelli sull’eliminazione delle barriere architettoniche a favore dei disabili.

 

Così in Lombardia

 

Classifica

Provincia

Numero agriturismi

1

Brescia

185

2

Mantova

135

3

Pavia

112

4

Bergamo

94

5

Varese

66

6

Milano

57

7

Sondrio

56

8

Cremona

54

9

Lecco

44

10

Como

41

11

Lodi

24

 

Totale

856

Fonte: regione Lombardia