Abito in un piccolo condominio di tre appartamenti. Io e un altro condomino vorremmo distaccarci dalla caldaia centralizzata, mentre il terzo vuole conservarla. L'amministratore ci dice che se mi distacco dovrei comunque contribuire alle spese di gasolio. Un tecnico afferma che il mio distacco non porterebbe problemi all'impianto centralizzato. Cosa posso fare? Pietro Amoruso, Milano Vi sono due diverse vie per rendere l'impianto autonomo . La prima è l'assenso di tutti i condomini al singolo distacco , secondo quanto dice il codice civile (si deve continuare a pagare le spese di manutenzione straordinaria della caldaia, non quelle di consumo del gasolio, però). La seconda è l'accordo dei condomini che possiedano la maggioranza dei millesimi (comma 2 art. 26, legge 10/91), come nel suo caso. Per sfruttare quest'ultima possibilità, occorre che si provi il risparmio energetico complessivo ottenuto, con una relazione tecnica. La legge 10/91 non parla di "distacco dall'impianto centralizzato" ma, al contrario, di "trasformazione dell'impianto centralizzato in impianti singoli". Ne consegue che la sopravvivenza dell'impianto comune è quasi sicuramente da escludersi. C'è anche chi, ma sono in pochi, che la pensa diversamente, ritenendo altrimenti non tutelati i diritti delle minoranze che, secondo alcuni, avrebbero addirittura diritto a un indennizzo. Secondo la Cassazione, la trasformazioni in impianti singoli deve essere gestita dal condominio, con un singolo contratto di appalto che preveda le condizioni tecniche necessarie perché il risparmio si realizzi e perché sia garantita la sicurezza all'interno di ogni appartamento.