Ho una casa composta da due alloggi con cortile indipendente, uno è in affitto (1piano) mentre quello al piano terra lo uso saltuariamente per il fine settimana. L'inquilino senza il mio permesso lascia libero nel cortile un cane di grossa taglia, il quale impedisce a me e ai mie famigliari la sicurezza e la libertà nei movimenti. Vorrei sapere se può tenere il cane libero nel cortile senza il mio consenso. Faccio presente di averlo già invitato a non lasciarlo libero sia a voce che con raccomandata ma lui fa orecchie da mercante. Il codice penale (art. 672) sanziona con una somma variabile da 50 mila a 500 mila lire chiunque lasci liberi, o non custodisca con le debite cautele, animali pericolosi da lui posseduti, o ne affidi la custodia a persona inesperta. La Cassazione Penale (sentenza n. 1942/1982) ha sancito che non occorre l'accertamento della pericolosità dell'animale né l'esposizione e pericolo della pubblica incolumità e non ha rilevanza la durata, anche se breve, dell'omessa custodia. Sempre la Cassazione Penale (sentenza n. 822/1970) ha precisato che si debbono ritenere pericolosi non soltanto gli animali feroci per istinto, ma anche gli animali domestici che possano divenire aggressivi in particolari circostanze. La Corte di Cassazione (sentenza 1840/1990) ha affermato che i cani da guardia in genere e quelli appartenenti anche per somiglianza alla razza dei pastori tedeschi sono da considerarsi pericolosi e rientrano nell'ambito dell'art. 672 del c.p. Disposizioni particolari possono anche essere previste dai regolamenti dei singoli comuni e anche dai regolamenti condominiali contrattuali. L'articolo 2052 del codice civile, infine, si preoccupa dei danni cagionati da animali, di cui risponde chi ne ha la custodia, salvo provi che il danno derivi da caso fortuito. Anche l'articolo 844 del Codice civile si occupa, indirettamente, di animali quando parla di immissioni di rumore che superano le soglie della normale tollerabilità (tipico è l'abbaiare di un cane), ma è raramente utilizzato se non altro per la difficoltà nel raccogliere prove documentate ed inoppugnabili.