Trattamento fiscale vendite sottocosto   Oggetto: Oneri Fiscali nel caso che il donatario contraccambi con un assegno.   Un appartamento appartiene per due terzi a mia sorella e per un terzo a me: vorrei donare la mia quota a mia sorella. La rendita catastale è di 785,01 euro, il valore della mia quota è 785,01 + 5% x 120 : 3 = 32.970,42 (adesso è seconda casa per ambedue i comproprietari). Il valore di mercato dell’intera proprietà è di euro 270.000 (la mia quota è pertanto pari a 90.000 euro) Avete già precisato in una precedente risposta che gli oneri fiscali consistono nelle imposte catastali, ipotecarie, bollo e tributi minori (con esonero dalle imposte sulla donazione per effetto della quota esente tra fratelli). Aggiungo la seguente circostanza: mia sorella, desiderando contraccambiare, mi consegnerà un assegno di 15.000 euro (nettamente inferiore al valore catastale e di tale assegno non verrà fatta alcuna menzione al notaio). Può il fisco sospettare che si tratti di compravendita (e non di donazione) e applicare oneri più pesanti? Amorese   Una vendita, per quanto sottocosto, è pur sempre una vendita ed è sottoposta ai relativi tributi. Come è ovvio, le possibilità del Fisco di smascherare false donazioni sono piuttosto limitate, soprattutto se il corrispettivo non viene versato con assegno o bonifico, ma in contanti.   Se trattato come vendita, il trasferimento descritto ha due possibili basi imponibili. Quello base, ai sensi del Testo Unico delle imposte di registro, art. 51 comma 2, è il valore venale in comune commercio. In alternativa si può optare espressamente (come fanno praticamente tutti), per il valore catastale. L’imposizione è pari al 10%  più circa 500 euro di spese burocratiche aggiuntive. più l’onorario notarile.