Nessun requisito di legge per amministrare stabili   Quale pensionato dello stato col massimo di anzianità di servizio, gradirebbe poter conoscere le modalità per esercitare l’attività di amministratore di stabili condominiali, anche alla luce delle eventuali nuove norme fiscali che dovessero regolare la citata attività. Fernando Guardani   Non esiste alcun limite a chi possa esercitare l’attività di amministratore condominiale, né dal punto di vista di titolo di studio né dal punto di vista dell’iscrizione ad albi o ruoli. Se l’attività è esercitata non occasionalmente (è solo il caso di chi lo fa nel proprio stabile, magari a rotazione) occorre senz’altro aprire una partita Iva. Bisogna tener conto, però, che si tratta di un’attività particolarmente complessa che impone diverse competenze e diversi obblighi, con conoscenze che senz’altro debbono spaziare non solo nel campo civilistico (diritto del condominio), ma anche nel dal campo fiscale (per esempio detrazione del 36-41% sul recupero, condominio sostituto d’imposta, pagamento di tasse), a quello urbanistico (permessi per opere), quello impiantistico (nome sicurezza e risparmio energetico), quello del diritto del lavoro (disciplina assunzioni, contratti, contributi del portiere), eccetera. Non è, purtroppo, la risposta a una lettera che ci consente di elencarle. Questo non impedisce , purtroppo, a persone molto poco competenti di occuparsene. E’ quantomeno opportuno frequentare un corso indetto dalle principali organizzazioni del settore, sperando che sia ben fatto.       .