Forma del testamento e quote di legittima   Convivo da diversi anni con una donna divorziata la quale risulta unica proprietaria dell'appartamento: ella mi ha consegnato una dichiarazione autografata nella quale asserisce che, in caso di sua morte, l'appartamento mi viene lasciato in eredità. Vorrei sapere se suo fratello potrebbe in qualche modo avanzare pretese sulla casa oppure no. (Il fratello in questione è solo figlio della stessa madre ma da 1° matrimonio - il padre è un'altro). Grazie Trevaini Livio - Tess. 45477.     Va subito chiarito che una “dichiarazione autografata” non ha, necessariamente, il valore di testamento, se non è redatta in certe forme. In particolare, se non si vuol coinvolgere un notaio e dei testimoni, il testamento deve essere olografo, cioè interamente scritto a mano, e oltre ad essere firmato deve riportare la data in cui è stato redatto (anche perché chi fa testamento deve poter cambiare idea in ogni momento, e quindi un testamento successivo sarebbe l’unico ad avere valore). Detto ciò , l’altra cosa da accertare nel caso concreto è se tale testamento dispone o no della generalità dei beni oppure riguarda solo una parte di essi (come legato, ad esempio, come sembrerebbe). In tale ultimo caso il fratello unilaterale avrebbe (in mancanza di parenti più stretti) il diritto all’eredità, da cui verrebbe però escluso l’appartamento.  Per evitare confusioni, sarebbe bene che la sua convivente disponesse della generalità dei suoi beni, non solo della casa. Comunque, se così non fosse, l’esistenza di un fratello non è un ostacolo, perché non è un parente con diritto alla legittima (lo potrebbero essere solo i figli e, in loro mancanza, in nipoti in linea retta (figli dei figli), e in oloro mancanza  i genitori o nonni della sua convivente.