Invariate, nel 2001, le aliquote ordinarie Ici in quasi tutte le città. Lo afferma un'indagine, condotta dall'Ufficio Studi della Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare), sulle delibere adottate in 81 dei 103 capoluoghi di provincia italiani. Un campione rappresentativo, dal momento che quest'anno la raccolta dei dati dai comuni procede molto a rilento, complice la possibilità per il contribuente di versare, entro il 2 luglio 2001, l'acconto nella nuova misura del 50% dell'imposta, ma calcolato in base alle vecchie aliquote. Secondo l'analisi, da un trend di lieve, ma costante incremento delle aliquote di base, si è passati quest'anno alla sostanziale stabilità: sei capoluoghi hanno aumentato, ma di poco, il prelievo e altri sei, invece, l'hanno diminuito, sempre di poco. Una scelta importante: la maggior parte del gettito Ici, cioè la principale entrata dei comuni italiani, deriva infatti dall'aliquota ordinaria applicata agli immobili non abitativi, alle seconde case e, soprattutto, agli immobili a destinazione speciale (fabbriche, centri direzionali, alberghi eccetera). Salvo quindi nuovi incrementi dei controlli sui morosi, è chiaro che i comuni hanno stabilito di accontentarsi delle loro attuali entrate, lasciando respirare i contribuenti. L'aumento più forte si è avuto a Bolzano, che ha abbandonato l'aliquota ridotta al 4 per mille, innalzandola al 6. Abitazione principale Tributi ancor più lievi per la dimora abituale dei contribuenti. Solo in due capoluoghi (Sassari e Vercelli) il carico fiscale è aumentato rispetto al 2000, mentre in altri diciassette l'Ici è diminuita . Si conferma quindi la tendenza a privilegiare la proprietà della prima casa, beneficata quest'anno anche dalla cancellazione dell'Irpef. A Lecce si è scesi sotto il 4 per mille (3,5): una scelta legittima, come del resto hanno chiarito le Finanze in una recente risoluzione (19 febbraio 2001, n. 1, direzione per la Fiscalità locale). Canone concordato. La legge di riforma degli affitti prevede la possibilità per proprietari ed inquilini di sottoscrivere contratti a canone "concordato", cioè prefissato attraverso accordi tra le organizzazioni di categoria e inferiore a quello di mercato. A vantaggio dei proprietari non c'è solo un incremento della deduzione fiscale Irpef (che passa dal 15% al 40,5%), ma anche la possibilità per i comuni, di stabilire aliquote Ici inferiori a quelle ordinarie. Come hanno risposto i comuni, a questo invito a calmierare gli affitti? Piuttosto bene, si direbbe. Ben 57 capoluoghi sugli 81 testati (il 70%), infatti, nel 2001 hanno approvato aliquote ridotte. Già l'anno scorso, sullo stesso campione di comuni, erano stati 51, mentre l'anno precedente pochissimi avevano accolto l'invito. Non è finita qui: quest'anno due giunte (Bologna e Pisa) hanno addirittura cancellato l'Ici per le abitazioni affittate a canone calmierato e altre nove ne hanno ridotto l'importo (La Spezia, Massa e Venezia in maniera particolarmente incisiva). Ben 20 capoluoghi hanno, infine, stabilito un'aliquota inferiore al 4 per mille. Bologna e Lodi, infine, applicano anche una detrazione (150 mila lire). Locazioni a prima casa. Sei città del campione (Bologna, Genova, Livorno, Pistoia, Reggio Calabria e Trieste) hanno deciso di favorire l'affitto ad abitazione principale, anche a canoni "di mercato". Lo hanno infatti equiparato al possesso di prima casa. Altre tre (l'Aquila, Napoli e Trento), hanno fissato comunque aliquote ridotte. Una scelta intelligente. L'Italia è infatti, tra i Paesi avanzati, è quello dove l'affitto è meno diffuso: una realtà che ingessa la mobilità della forza lavoro e i trasferimenti da comune a comune. Immobili gratis ai parenti. Il genitore restato solo in un appartamento troppo grande che scambia la sua casa con figlio o figlia, che hanno messo su famiglia in troppo poco spazio. Oppure madre e padre che possiedono due immobili e ne lasciano abitare uno, gratis, alla prole. Sono questi i due casi più comuni di "comodato gratuito a parenti stretti", che la sensibilità sociale di metà dei comuni sotto indagine (41 su 81), ha voluto agevolare E' sostanzialmente raddoppiato, rispetto all'anno scorso, il numero delle amministrazioni che hanno deciso di non calcar la mano su tali accordi familiari,. Quasi tutti hanno optato per un aliquota identica a quella dell'abitazione principale, spesso applicando anche la relativa detrazione; sei capoluoghi, invece, hanno deciso una percentuale un po' superiore. Case sfitte Pugno di ferro contro chi non loca il proprio appartamento. Questa è la scelta imboccata da quasi il 70% delle Giunte comunali, di cui 28 hanno applicato l'aliquota Ici massima concessa per questo caso, il 9 per mille. Si tratta della percentuale introdotta dalla legge di riforma delle locazioni per le abitazioni diverse da quella principale, a per cui non siano stati registrati contratti di locazione per due anni. Altre agevolazioni. Meno diffuse sono aliquote ridotte e sconti, di variegata qualità e tipo, che mutano da comune a comune. Previsti come possibili dalla legge nazionale sono quelli sugli immobili inagibili, su quelli sottoposti a recupero, su quelli posti in vendita da imprese che hanno per scopo la commercializzazione di fabbricati. Le mancate agevolazioni sugli immobili non abitabili colpisce non solo il privato ma, ad esempio, certi istituti come l'Aler di Milano (l'ex Iacp) che avrebbe oltre 3 mila appartamenti inutilizzabili, perché non assegnabili senza opere edilizie. Da segnalare gli sconti previsti per immobili commerciali o artigianali utilizzati dal contribuente ( a Bari, Perugia, Pisa e Roma), programmati spesso come incentivi per le nuove imprese. Ordinaria Ab. Principale Detraz ordinaria Fab non venduti Locazioni canoni concordati Non affittato 2 anni Comodato a parenti stretti Detrazione max part categorie Inabitabili o in recupero ALESSANDRIA 6,5 4 200 - 3 7 4 (1) - - ANCONA 6 4 200 - 3,5 9 4 - 3 AREZZO 6,2 6,2 250 - - - - 500 ASTI 6,5 5 200 4 2 - - - - AVELLINO 5,75 5,5 200 - - 7 - - - BARI 6 (4) 4,5 200 - 4 7 4,5 (1) 400 4 BENEVENTO 6 5 200 6 - 9 - - - BERGAMO 5,9 5,3 270 5,9 - 6,5 - 370 - BOLOGNA 6,4 5,7 230 - 0 (2) 9 5,7 450 3,2 BOLZANO 6 4 500 6 2 9 6 600 - BRESCIA 5,8 4,5 270 - 4,5 (1) 7 4,5 (1) - - CAGLIARI 4,5 4,3 200 - 4,3 - 4,3 350 - CAMPOBASSO 6 4 200 - 4,8 - - - 2 CASERTA 6,75 5 200 - - - - - - CATANIA 5,6 4,4 200 - 2 7,5 4,4 (1) 500 2 COMO 5,6 4,2 200 4,4 4,4 6,2 - 500 4 COSENZA 7 5 200 5 - 5 - 400 - CREMONA 5,65 4,5 200 - 3,65 7 - 500 - CROTONE 7 6 220 - - 9 6 280 3,5 CUNEO 6,5 6 200 4 3 9 6,5 300 - FERRARA 6,8 5,5 200 - - 9 5,5 n.d. 4 FIRENZE 7 5,7 200 - 5,7 9 5,7 500 - FOGGIA 5,5 5,5 300 - 4 7 - - - GENOVA 6,2 5,8 300 4 5 (2) 9 5,8 (1) 500 4 GORIZIA 6 5,5 200 - 5,5 - 5,5 (1) 300 - GROSSETO 6 6 400 - - 9 - - - IMPERIA 6,8 4,5 200 - - - - - - LA SPEZIA 7 5,25 200 4 2 9 - 500 7 L'AQUILA 6 4,5 200 - 4,5 (3) 7 6 (1) 300 6 LATINA 7 5 200 - - - 5 300 3,5 LECCE 5,5 3,5 200 3,5 3,5 7 3,5 400 - LECCO 5,9 4,5 200 - - - - - 4 LIVORNO 6,4 5,3 200 - 2 (2) 9 5,3 500 - LODI 6,5 5 300 5,5 5 (1) - 5 - 5 LUCCA 5,5 5 240 - - - - 500 - MACERATA 6,7 4,6 200 - 5 - - 500 - MANTOVA 7 4,7 200 - 5,5 - 4,7 - 3,5 MASSA 6 4,6 210 - 4 7 - 250 3 MESSINA 6,3 4 200 - 3,5 7,5 4 (1) - - MILANO 5 5 200 - 4 - -- 300 4 MODENA 6,7 5,2 200 - 4,8 9 5,2 300 - NAPOLI 7 5,5 300 - 5,5 (3) 9 - 300 - NOVARA 5,8 4,8 210 - 4 7 4,8 300 - NUORO 7 4 200 - - - - - 3 PADOVA 5,5 4,8 200 - 2 7 4,8 400 - PALERMO 5,2 5 200 - 4 7,2 300 - PARMA 5,4 5 200 5,4 2 7 5,4 - - PAVIA 6,5 5,25 200 - 2 7 5,25 500 - PERUGIA 7 (4) 5 200 4 5 9 - 450 4 PESARO 6 4,7 200 4 2 9 4,7 350 - PESCARA 4,25 4,25 200 - - - 4,25 400 - PIACENZA 5 4,2 200 - 3,8 - - 300 - PISA 7 (4) 4,3 200 - 0 9 - 500 - PISTOIA 7 4,5 200 - 4,5 (2) 9 4,5 500 4 PORDENONE 4,5 4 200 - - 7 4 - 4,5 POTENZA 7 4,75 200 - 2 9 4,75 300 3,5 PRATO 5,9 5,9 460 - 9 - - - REGGIO DI CALABRIA 5,6 4,5 230 - 5 (2) - - 240 - REGGIO NELL'EMILIA 5,8 5,8 250 - - 7 5,8 350 - RIETI 6,6 5,9 200 - - - - 250 - RIMINI 6,7 5 200 - 3 9 - 400 3 ROMA 6,9 (4) 4,9 200 - 4,9 9 4,9 500 - ROVIGO 7 5,5 200 - 6 9 - 500 4 SALERNO 7 5,2 200 - 6 - - - - SASSARI 6 5,5 220 - - - - - - SAVONA 5 4 250 - 3 7 4 (1) 500 2 SIENA 6 4,6 200 - 4,6 9 4,6 - 3,9 SONDRIO 5,8 5 200 - 5 6,8 - 300 - TERAMO 7 5 280 - 5 - - 340 3 TERNI 7 5,5 200 7 5,5 - - 300 - TORINO 6 5,75 240 4 2,5 9 5,75 - - TRAPANI 5 5 250 4 - - 5 - 3 TRENTO 5 4 200 4 4 (3) 7 5 (5) - TREVISO 6,5 4 200 - - - - 500 - TRIESTE 6 4,5 200 4,5 4,25 (2) 9 - 400 - UDINE 5 4,5 200 5 4,5 7 4,5 500 - VENEZIA 7 4 220 - 4 9 4 500 4 VERCELLI 5 5 200 - 4 7 - 300 - VERONA 5,5 5,5 210 - 4 - - 400 2,75 VICENZA 6 4 200 - - 9 - 500 - VITERBO 5,5 4,5 200 - - - 4,5 450 4 (1) si applica anche una detrazione (in genere quella prima casa) (2) locati non a canone concordato ad abitazione principale con aliquota prima casa (3) locati non a canone concordato ad abitazione principale con aliquota ridotta (4) aliquote ridotte per immobili commerciali condotti direttamente (5) a concorrenza dell'imponibile (lo azzera)