Nel mio piccolo condominio: la caldaia è centralizzata, ma speciali valvole permettono a ciascuno di accendere, spegnere o regolare a proprio gradimento il riscaldamento di ogni appartamento. L'appartamento sovrastante e quello sottostante sono raramente abitati e, quindi, quasi mai riscaldati. Ciò mi impone degli alti costi di consumo, dal momento che solo il 30% della spesa è suddivisa in base a millesimi, mentre il resto va a consumo e io non posso godere dell'effetto-calore dato dagli appartamenti vicini . Posso imporre agli altri condomini di scaldare di più, dal momento che mi danneggiano? Posso chiedere un maggior numero di elementi radianti nei caloriferi, dal momento che non riesco a scaldare a sufficienza (raggiungo i 18 gradi) e il tecnico che ha progettato l'impianto non poteva sapere che due terzi degli abitanti sarebbero stati quasi sempre assenti? Chi paga il tecnico che dovrebbe eseguire la nuova taratura dell'impianto? Ferruccio Reynaudo, Borgo S.D. (xxx) La risposta alla prima domanda è un netto "no": la scelta della contabilizzazione del calore ha pregi e difetti, e bisogna accettarli entrambi. Per quanto riguarda le altre, siamo possibilisti. Certo, l'aumento degli elementi radianti (e quindi del consumo) fa alzare il conto della bolletta anche agli altri condomini che partecipano comunque al 30% delle spese totali. Inoltre l'intervento del tecnico che provveda alla nuova taratura è un costo: ma è logico che lei abbia diritto a un riscaldamento efficiente per poter godere della sua casa. Se gli altri non l'ammettono può citarli in giudizio, portando le dovute prove. Cerchi di raggiungere un accordo.