Le nuove aliquote delle imposte di successione sono state approvate dal Parlamento. La legge avrà effetto retroattivo dal 1° luglio scorso ma solo per le successioni per cui non sia ancora stata presentata denuncia. Con il nuovo sistema di tassazione gli eredi pagheranno molto meno che in passato. Nelle prossime settimane "Tuttosoldi" presenterà nel dettaglio le nuove norme. In questa occasione, però, vorremmo sgombrare il campo da un equivoco causato, forse per eccesso dai sintesi, dai media, che spesso e volentieri hanno parlato di "riforma delle successioni". In realtà sono state riformate le imposte, non gli articoli del codice civile che regolano i passaggi ereditari. Si tratta di norme complesse, poco conosciute dai non addetti ai lavori e di cui sui giornali si parla poco (anche, pensiamo, per motivi scaramantici).

Tipi di beni. Per illustrare alcuni aspetti importanti del diritto successorio abbiamo interpellato l’avvocato Silvio Rezzonico, presidente della Confappi , giurista specializzato in questioni immobiliari. Il legame tra immobili e successione è pressoché inscindibile: nella stragrande maggioranza dei casi infatti i beni da ereditare sono costituiti da mattoni. I titoli di stato sono esenti da imposte ereditarie e ; i molti valori mobili (denaro contante, gioielli, arredi) sono quasi sempre valutati forfettariamente al 10% dell'imponibile ereditario. Oltre agli immobili, solo le azioni, le obbligazioni, le quote di fondi comuni, le aziende e le partecipazioni sociali, se non già intestate in vita agli eredi, fanno la parte del leone nell'asse ereditario imponibile. azioni ecc), in genere, vengono occultati sapientemente. Se ne rende conto anche il Fisco, che si accontenta di valutare forfettariamente i beni mobili al 10% di tutta la successione.

Articoli. Delle successione si occupa tutto il secondo libro del codice civile, dall’articolo 456 all’art.809; se alla mole delle norme si aggiunge quella, sterminata, dei volumi scritti a commento, si comprende che non è certo possibile effettuare una sintesi in una pagina di giornale. Ma si possono segnalare alcuni concetti fondamentali. Il primo è che la legge stabilisce che le successioni possono avvenire in due modi: o seguendo le norme del codice civile, che stabiliscono rigidamente come nella varie situazioni vadano ripartiti i beni, oppure tramite testamento. In questo caso al proprietario viene lasciata (entro certi limiti, come vedremo) la possibilità di disporre dei suoi beni.

Legami. Nei casi sopra decritti, tuttavia, non si può prescindere dai gradi di parentela, così come definiti sempre dal codice civile negli articoli dal 74 al 78.

Questi articoli distinguono tra parenti in linea retta (genitori, figlio; nonni, nipoti; bisnonno bisnipoti), parenti in linea collaterale (fratelli; zio e nipote, prozio e pronipote; cugini); affini (coniuge, suocero e genero, cognati, ecc). Inoltre istituisce una gradazione di importanza della parentela: sono considerati, tra i parenti in linea retta, di primo grado i rapporti di parentela tra genitori e figli; di secondo grado quelli tra fratelli e tra nonno e nipote; di terzo grado quelli tra zio e nipote, bisnonno e nipote. Nei rapporti tra affini, è considerato di primo grado il rapporto tra suocero e genero, di secondo grado quello tra cognati ecc. I gradi di parentela riconosciuti dalla legge ai fini della successione legittima sono quelli fino al 6° grado

Quando la successione avviene senza testamento le regole di base sono: a) si privilegiano i parenti in linea retta rispetto agli affini, eccezion fatta per il coniuge; b) a parità di grado di parentela in linea retta si privilegia com’è logico la linea discendente rispetto a quella ascendente: se decede una persona con un genitore e un figlio (entrambi parenti di primo grado) l’eredità andrà al figlio e non al genitore; c) l’eredità, nelle ipotesi non specificamente contemplate nella legge, va tutta ai parenti di grado più basso d) la rinuncia all'eredità equivale alla non esistenza in vita.

Nella tabella 1 e 3 di questa pagina presentiamo rispettivamente uno schema dei gradi di parentela così come previste dal codice civile e illustriamo le ipotesi espressamente previste dal codice

La disponibile e la legittima

Nei film americani capita spesso: il padre minaccia di diseredare il figlio neghittoso; lo stesso fa il marito con la moglie infedele e, nei fumetti, zio Paperone con il nipote Paperino (a Paperopoli, lo ricordiamo, non ci sono figli, ma solo nipoti). Bene, da noi questo non potrebbe succedere. La legge stabilisce che il testamento debba riconoscere una parte, la cosiddetta "legittima", ai parenti prossimi, mentre solo per la parte rimanente (la "disponibile") possa fare quel che vuole. Alla quota legittima hanno diritto solo i parenti di primo grado in linea retta ee il coniuge (ma non gli altri affini) secondo i principi della successione per legge (viene privilegiato il grado più basso e a parità di grado si privilegia la linea discendente)..

"A questo proposito – spiega Rezzonico – va però fatto notare che un testamento con cui si disponga una suddivisione del patrimonio diverso da quello stabilito dal codice non è nullo; ma può essere impugnato, con la cosiddetta azione di riduzione volta a ripristinare il rispetto della legittima non è nullo; perché sia dichiarato tale va impugnato" . Se quindi un padre poco virtuoso con moglie e figli lascia tutto alla sua amante, gli eredi legittimi dovranno far valere le loro ragioni davanti a un giudice:, mentre in qusto caso l’erede designata potrà contare solo susulla quota disponibile. Nelle tabelle 2 e 4 della pagina presentiamo rispettivamente i gradi di parentela che hanno diritto alla legittima e le quote di disponibile previste dalla legge.

La comunione di coeredi

Quando si apre una successione e non c’è un testamento che provveda a spartire i beni si crea una situazione piuttosto problematica e che statisticamente apporta una grande mole di lavoro per avvocati e giudici: sui beni lasciati dal defunto si instaura una comunione ereditaria, alla quale partecipano, con diritti direttamente proporzionali all’entità delle quote, tutti gli eredi. Ipotizziamo il caso di un marito che muoe senza testamento e lascia una moglie e due figli: fin quando il patrimonio non viene suddiviso sulla comunione il coniuge avrà diritto al 50% delle quote, ogni figlio al 25%.

Giungere a una suddivisione quando in ballo ci sono solo beni mobili non è difficile: se il marito del nostro esempio avrà lasciato alla luce del sole un miliardo tra contanti e titoli, la moglie si prenderà 500 milioni e ogni figlio 250. Nella stragrande maggioranza dei casi i litigi tra gli eredi nascono quando i beni del defunto erano costituiti, in tutto o in parte, da immobili.

Ora, la vita in comunione è particolarmente complicata; le regole sono dettate dagli articoli da 1100 a 1116 del codice civile sono le ; sono le norme che, non a caso, precedono immediatamente quelle sul condominio, con le quali vi sono strette affinità. .

A sorte. Comunione significa ad esempio che ognuno dei comproprietari ha responsabilità solidale sui beni. Se, per esempio, un creditore del defunto esige un pagamento, può chiedere l'intera somma a uno qualunque degli eredi, anche a chi i detiene solo una piccola quota del patrimonio. Solo se, invece di essere eredi, si è "legatari" (cioè si riceve solo un particolare bene) non si risponde dei debiti gravanti sul patrimonio in successione, a meno che non sia stabilito diversamente nel testamento. ; "L’erede – spiega Rezzonico - dovrà far fronte alla richiesta per poi rivalersi sui coeredi, a meno che non abbia a suo tempo accettato l’eredità con beneficio di inventario, cioè dopo la verifica che l’attivo supera il passivo. In tal caso dovrà comunque pagare i debiti, ma essi non potranno superare il valore dei beni a lui pervenuti. Insomma, non si rischia così di <andare in rosso>".

Ma stare in comunione significa anche che ogni decisione va presa a maggioranza, semplice se si tratta di ordinaria amministrazione, di almeno 2/3 se invece si tratta di innovazioni o comunque spese di notevoli entità.

I problemi poi, quando gli eredi non vanno d’accordo tra di loro, crescono a dismisura per gli immobili che a loro volta fanno parte di un condominio. Anche se tutti i coeredi vanno obbligatoriamente convocati in assemblea, il diritto di voto per tutta intera la quota millesimale dell’immobile tocca a uno solo: se due coeredi la pensano diversamente sull’opportunità di votare una spesa straordinaria il presidente dell’assemblea deve estrarre a sorte chi far votare, senza tenere in conto le quote di eredità possedute da ognuno.

Accordo . . . E' possibile stringere un patto con cui i partecipanti si impegnano a restare in comunione per un certo periodo, massimo di 10 anni, ma se c’è solo l’ombra di un disaccordo tra coeredi la cosa di gran lunga migliore è procedere alla divisione delle quote. La divisione ereditaria può essere chiesta da un qualsiasi possessore di quote della comunione (per la cronaca il termine tecnico con cui si designa questo soggetto è… "comunista") e gli altri non vi si possono opporre. Se gli eredi sono tutti d’accordo su come ripartirsi ripartire i beni la questione fila via abbastanza liscia: il notaio redige un atto che andrà poi trascritto presso l'Ufficio del Registro e alla Conservatoria, per poter diventare opponibile a terzi, cioè valido nei confronti di chiunque. Unica condizione fiscale per procedere è che si sia già presentata la denuncia di successione.

. . . e disaccordo. I guai si verificano quando non c’è accordo sui criteri di spartizione. "Anche qui - riprende Rezzonico - basta che un solo coerede ritenga lesi i suoi diritti perché si debba avviare la procedura minuziosamente spiegatadi lite prevista dal codice civile negli articoli dal 719 al 729. Le norme stabiliscono che si faccia prima l'inventario dei beni, dei crediti e dei debiti . Se la maggioranza degli eredi è d'accordo, si procede poi alla vendita all'astaalla divisione in lotti e all'assegnazione. Si fanno tutte le operazioni necessarie perché un erede non sia privilegiato rispetto a un altro: per esempio il calcolo delle donazioni avute in vita dal defunto agli eredi, dei crediti o dei debiti che aveva verso il defunto stesso, degli affitti che uno degli eredi ha riscosso dagli immobili nel periodo della comunione ereditaria, e così via. Infine si procede alla divisione vera e propria." Se in questo modo si scontenta anche uno solo degli eredi o la divisione noin sia possibile non rimangono rimane che due strade: o si vendonovendere tutti gli immobili e ci si dividedividere, secondo le percentuali di legge, il ricavato oppure si ricorre agli avvocati e ai giudici".

Estrazione. In ogni caso iIl magistrato di norma chiede la consulenza di un perito che procede alla divisione in lotti, disponendo anche eventuali conguagli in denaro a favore di chi riceverà i lotti di valore inferiore. I lotti , salvo i diritti del maggior quotista, vengono assegnati con estrazione a sorte. Litigare su una suddivisione di immobili significa inesorabilmente caricarsi di spese: legali, di giudizio e anche fiscali: gli immobili, infatti, diventano di fatto imponibili per il loro valore di stima e non più per il valore catastale, in genere più basso.

Prelazione. Motivo di contenzioso è la prelazione all'acquisto che la legge riserva ai coeredi. Un coerede, se l'altro vende la sua parte, ha per primo il diritto di acquistarla, al prezzo fissato, oppure di rilevare al prezzo dichiarato nel contratto le quote vendute a un terzo se non era stata fatta a suo tempo la notifica dell’intenzione di vendere.

Annullamento. Può anche accadere che un coerede dapprima accetti la quota che gli è stata attribuita in una suddivisione e in un secondo tempo si ritenga defraudato. La suddivisione rimane valida a meno che l’erede non riesca a dimostrare di aver ottenuto beni di un valore inferiore di oltre un quarto rispetto a quelli che gli sarebbero spettati oppure se può provare di essere stato costretto ad accettare con la violenza o con l’inganno. Oltre che in questa ipotesti la divisione di un’eredità può essere annullata solo se non si è tenuto conto dell’esistenza di uno o più eredi, oppure se salta fuori un testamento di cui prima si ignorava l’esistenza.

Infine un caso piuttosto comune con le eredità costituite da immobile. "Capita spesso – conclude Rezzonico – che si riceva in eredità o in donazione un immobile di valore che eccede la legittima. In questa ipotesi, se i legittimari reclamano i loro diritti, bisognerà restituire l’immobile ricavandone un indennizzo se i diritti dei legittimari superano il quarto del valore dell’immobile; se la loro quota è inferiore, dovrà invece dare un indennizzo in denaro.

 

TABELLA 1

LA CLASSIFICAZIONE DEI GRADI DI PARENTELA

Parentela e affinità in linea maschile

         

Parenti

In linea collaterale

Parenti in linea retta

Coniuge e affini in linea retta

Affini in linea collaterale

                                 
             

3 Mio bisnonno

   

3 Il nonno di mio suocero

       
                                 
     

4 Mio prozio

   

2 Mio nonno

   

2 Il padre di mio suocero

       
                             

3 Il fratello di mio suocero

     

3 Mio zio

   

1 Mio padre

   

1 Mio suocero

       
                                 

4 Mio cugino

   

2 Mio fratello

   

IO

   

Mia moglie

   

2 Mio cognato

                                 
     

3 Mio nipote

   

1 Mio figlio

           

3 Il figlio di mio cognato

                                 
     

4 Il figlio di mio nipote

   

2 Mio nipote

               
                                 
             

3 Mio pronipote

               
                                 

Per ciascuno è scritto il grado di parentela o affinità, che si calcola seguendo il percorso segnato dalle frecce. Seguendo la stessa logica è possibile determinare anche i gradi di parentela o affinità più lontani.

Fonte: Confappi

Tabella 2:

TUTTI I PARENTI CHE POTREBBERO EREDITARE, SE NON C'E' TESTAMENTO

Solo in linea maschile: la linea femminile è identica.

       
 

Parenti

in linea collaterale

Parenti in linea retta

                         
                 

3 Mio bisnonno

   
                         
         

4 Mio prozio

   

2 Mio nonno

   
                         
  5 Il mio 2° cugino    

3 Mio zio

   

1 Mio padre

   
                         
 

6 Il figlio del mio 2° cugino

                   
                     

Mia

 
                     

moglie

 
 

4 Mio cugino

   

2 Mio fratello

   

IO

   
                         
 

5 Il figlio di mio cugino

   

3 Mio nipote

   

1 Mio figlio

   
                         
 

6 Il nipote di mio cugino

   

4 Il figlio di mio nipote

   

2 Mio nipote

   
                         
                 

3 Mio pronipote

   
                         

Nota: Volutamente "dimenticati" nello schema sono i quadrisnonni, i trisnonni e i loro fratelli, e i figli del pronipote che è assai difficile che siano (ancora o di già) in vita. Il fratello naturale del defunto (figlio di genitori che non sono i suoi) è in lista solo se tutti gli altri parenti fino al sesto grado non ereditano, una disposizione criticata anche dalla Corte Costituzionale.

Fonte: Confappi

 

Alcuni casi concreti di suddivisione senza testamento

Ipotesi Chi eredita
Ci sono solo figli in vita Tutti i figli in parti uguali
Un figlio in vita mentre l’altro è premorto (o ha rinunciato all’eredità) e ha a sua volta due figli Figlio in vita 1/2; i due nipoti 1/4 ciascuno
Tre figli, uno è in vita, gli altri due sono premorti (o hanno rinunciato all’eredità); il primo di questi ha a sua volta un figlio, il secondo ne ha due Figlio in vita 1/3; il nipote figlio unico 1/3; gli altri due nipoti 1/6 ciascuno
Coniuge e un solo figlio Coniuge 1/2; figlio 1/2
Coniuge e più di un figlio Coniuge 1/3; i figli si dividono i rimanenti 2/3. Quindi: 2 figli 1/3 ciascuno; 3 figli, 2/9 ciascuno; 4 figli 1/6 ciascuno; 5 figli 2/15 ciascuno e così via
Coniuge e un figlio premorto con due figli Coniuge 1/2; i due nipoti 1/4 ciascuno
Coniuge (senza figli) e fratelli Coniuge 2/3; i fratelli si dividono il rimanente 1/3
Coniuge (senza figli) e ascendenti Coniuge 2/3; ascendenti 1/3
Coniuge (senza figli), ascendenti e fratelli Coniuge 2/3; ascendenti 1/4, fratelli 1/12 complessivo
Coniuge (senza figli), ascendenti e due nipoti figli di un fratello premorto Coniuge 2/3; ascendenti 1/4, nipoti 1/24 ciascuno
Solo ascendenti Ascendenti 100%
Solo fratelli Fratelli 100%, con quota doppia dei fratelli germani (stesso padre e stessa madre) rispetto ai fratelli unilaterali (un solo genitore in comune). Ad esempio due fratelli, di cui uno germano: 2/3 al germano, 1/3 all’unilaterale
Solo ascendenti e fratelli Ascendenti 1/2; fratelli 1/2 con quota doppia al fratello germano. Ad esempio: madre, un fratello germano e uno unilaterale. Madre 50%, fratello germano 1/3, fratello unilaterale 1/6

 

Quota legittima e quota disponibile

Ipotesi Quota legittima per gli eredi naturali Quota disponibile
Un solo figlio 1/2 1/2
Più di un figlio 2/3 ( da suddividere in parti uguali) 1/3
Coniuge 1/2 1/2
Coniuge e figlio unico Coniuge 1/3; figlio 1/3 1/3
Coniuge e due o più figli Coniuge 1/4; figli 1/2 (da suddividere in parti uguali) 1/4
Solo ascendenti Ascendenti 1/3 2/3
Solo coniuge e ascendenti Coniuge 1/2; ascendenti 1/4 1/4