Cosa cambia rispetto al passato. Sanzioni agli inadembienti

Al via a settembre i nuovi libretti caldaia

Dal primo settembre tutti i cittadini italiani dovranno dotarsi dei nuovi libretti caldaia.. O , più esattamente, il nuovo libretto di impianto (per gli appartamenti termoautonomi) e il nuovo libretto centrale (per gli stabili con caldaia centralizzata). Lo impone un decreto di cui si è parlato assai poco (Ministero delle attività produttive, 17 marzo 2003), complice forse l'eccezionale ondata di caldo che a tutto fa pensare, tranne che ai problemi del riscaldamento. Chi non dovesse darsi da fare è sottoposto a dure sanzioni, che vanno da 516,46 € a 2.582,28 €. I nuovi libretti andranno conservati insieme a quelli vecchi, il cui modello era stato prescritto dal Dpr 412 del 1993.

Non si tratta solo di un adempimento burocratico. Scopo dei libretti, infatti, è attestare le caratteristiche dell'impianto, i suoi consumi, i suoi rendimenti, i controlli di manutenzione periodici. I libretti certificano il grado di sicurezza non solo della caldaia, ma dei suoi scarichi e dei locali in cui è ospitato, per assicurarsi che esista un sufficiente ricambio d'aria. E poi attestano il grado di risparmio energetico, a tutela sia del portafoglio di chi lo utilizza sia della pulizia dell'aria dall'inquinamento.

Cosa cambia. Perché si è giunti a complicare in piena estate la vita dei cittadini, imponendo nuovi adempimenti ai cittadini? Risponde Alfredo Marrucchelli, dell'Enea (l'ente energetico statale) che è stato uno dei promotori dell'iniziativa: "La sostituzione dei libretti era necessaria per tre ragioni. La prima è quella che i vecchi documenti non erano completamente adatti né agli obblighi prescritti dal vecchio decreto sul risparmio energetico (Dpr 412 del 1993) né tantomeno a quelli previsti dal Dpr 551/1999, che lo ha modificato. Si sono così inseriti nuove schede da compilare sia nella descrizione dell'impianto, sia nell'identificare chi se ne occupa. Si è aggiunto il prescritto modello per la comunicazione agli enti locali di controllo della nomina del responsabile dell'esercizio e della manutenzione dell'impianto, che ci si era dimenticati di predisporre.

Il secondo motivo è stato la necessità di spartire le singole responsabilità tra tutti coloro che sono coinvolti nella compilazione dei libretti stessi (proprietario o inquilino, amministratore condominiale, installatore , manutentore, eventuale responsabile della gestione dell'impianto calore). Erano nati, infatti, vari dibattiti a questo proposito. Il terzo obiettivo è stato inserire nuove schede dedicate al risparmio energetico: occorreva che l'abitante di una casa (come singolo o come componente di un condominio), si rendesse conto di quali sono i suoi consumi energetici. Una spinta a ridurli e, nel caso di impianto centralizzato, anche ad avere un'arma in più per sapere se chi gestisce l'impianto (cioè l'amministratore condominiale e i tecnici addetti) sono onesti e competenti".

Chi procura i libretti. Come assicurare che i nuovo documenti caldaia siano davvero acquistati entro la fine dell'estate, e conservati, come vogliono le norme, nello stesso immobile dove è l'impianto? Per Giovanni Raimondini del Cir (centro italiano riscaldamento) non dovrebbero esserci problemi: . "Ai possessi di impianti autonomi dovrebbe procurarli lo stesso manutentore, che per legge deve eseguire un controllo degli apparecchi prima dell'inizio della stagione invernale. Per quelli che hanno il centralizzato, ci dovrebbe pensare il responsabile della ditta di manutenzione e gestione. Quanto infine ai nuovi impianti, i libretti vengono direttamente forniti dal costruttore della caldaia, insieme alle istruzioni tecniche". E i costi per l'utenza? "Poca cosa", afferma Marrucchelli di Enea , "da uno a due euro per libretto nelle librerie tecniche". Fin qui la teoria. In realtà gli esiti dei controlli sugli impianti termici hanno dimostrato che non sempre i libretti (anche quelli "vecchi") erano disponibili. Afferma infatti Bruno Villavecchia, che gestisce quelli di Milano: "C'è chi, soprattutto tra i proprietari di piccole caldaie, li ha conservati religiosamente impacchettati nella confezione originale, senza farli compilare (ammesso che davvero abbia ai fatto la manutenzione annuale). E chi, non appena avuti, li ha buttati nella pattumiera, pensando che fossero cartaccia inutile". Per esempio, dalle statistiche delle controlli in provincia di Cuneo risulta che in un 20% dei casi sono risultati addirittura irreperibili.

 

Com'è fatto il libretto di impianto per le caldaie singole (sotto i 35 kw di potenza)

Scheda

Contenuto

Chi compila (ed è responsabile)

1

Dove è situato l'impianto, quando è stato installato, chi era il proprietario e l'inquilino dei locali, chi è il progettista, l'installatore, chi è nominato come primo manutentore o terzo responsabile.

installatore

2

A chi è affidata la manutenzione e il controllo (cambiamenti nel tempo)

utilizzatore

3

Chi è l'eventuale terzo responsabile (cambiamenti nel tempo)

utilizzatore (firma terzo responsabile)

4

Descrizione dell'impianto. Tipo di caldaia, scarico, termostato, timer, cronotermostato, regolatore climatico, valvole termostatiche, sistemi controllo.

installatore

5

Ventilazione dei locali. Tipo di apparecchi (caldaia, cucina a gas) e tipo di aperture di ventilazione.

installatore

6

Rendimento di combustione a seconda del tipo di caldaia (a acqua calda o aria calda)

installatore

7

Risultati della prima e delle altre verifiche annuali o due volte all'anno (temperature fumi, aria comburente, indice di Bacharach, ossido di carbonio e verifiche visive)

installatore, poi manutentore*

8

Risultati controlli del comune o della provincia competenti

Chi spedisce l'autocertificazione e/o il verificatore dell'ente locale

9

Annotazioni su interventi di manutenzione ordinaria annuali e di eventuale manutenzione straordinaria

manutentore*

10

Registrazione dei consumi di combustibile nell'esercizio annuale

utilizzatore*

Appendice

Modello di lettera che il terzo responsabile dell'impianto termico invia all'ente locale

eventuale terzo responsabile

* o terzo responsabile (ma la nomina, in caso di caldaie singole, è rarissima.

Fonte: Ufficio Studi Confappi-Fna

Com'è fatto il libretto di centrale per gli impianti condominiali

 

Scheda.

Contenuto

Chi compila (ed è responsabile)

1

Dove è situato l'impianto, quando è stato installato, chi è il proprietario, l'inquilino e amministratore condominiale, chi è il progettista, l'installatore, manutentore o terzo responsabile.

installatore

2

A chi è affidata la manutenzione e il controllo (cambiamenti nel tempo)

Utilizzatore o amministratore condominiale

3

Chi è l'eventuale terzo responsabile (cambiamenti nel tempo)

utilizzatore o amministratore (firma terzo responsabile)

4

Descrizione dell'impianto. Tipo di caldaia, bruciatori, pompe di circolazione, unità di termoregolazione, eventuali sistemi telematici di controllo.

installatore

5

Termoregolazione nella singola unità immobiliare. termostato, timer, cronotermostato, regolatore climatico, valvole termostatiche, contatore di calore

installatore

6

Sostituzione componenti centrale termica

installatore

7

Sostituzione componenti di termoregolazione nella singola unità immobiliare

manutentore o terzo responsabile

8

Rendimento di combustione a seconda del tipo di caldaia (a acqua calda o aria calda)

installatore

9

Risultati della prima e delle altre verifiche biennali (temperature fumi, aria comburente, indice di Bacharach, ossido di carbonio e verifiche visive)

manutentore o terzo responsabile

10

Risultati controlli del comune o della provincia competenti

verificatore incaricato dall'ente locale

11

Annotazioni su interventi di manutenzione ordinaria annuali e di eventuale manutenzione straordinaria

manutentore o terzo responsabile

12

Registrazione dei consumi di combustibile, elettricità, acqua di reintegro e di prodotti chimici per il trattamento dell'acqua nell'esercizio annuale

utilizzatore, amministratore o terzo responsabile

Appendice

Modello di lettera che il terzo responsabile dell'impianto termico invia all'ente locale

terzo responsabile

Fonte: Ufficio Studi Confappi-Fna

Responsabilità. Chi compila i due libretti, ed è quindi responsabile di omissioni ed errori? La domanda è, come vedremo, mal posta. In realtà ci si deve chiedere chi compila ciascuna delle varie schede di cui è composto ogni libretto. E gli attori sulla scena del risparmio energetico sono più di uno, anzi sono addirittura sei.

Il primo è l'utilizzatore dell'impianto. Può trattarsi del proprietario dei locali o del suo inquilino. L'utilizzatore ha un compito piuttosto semplice. Quello di annotare le nomine che cambiano nel tempo di chi effettua la manutenzione o (come accade raramente) l'intera gestione dell'impianto termico. E un obbligo, nuovo di zecca e molto più difficile: di annotare i consumi di combustibile ogni anno, differenziando (ma solo se è possibile) quelli per la cottura dei cibi e quelli l'acqua calda sanitaria da quelli per il riscaldamento.

All'utilizzatore, negli impianti centralizzati, si sostituisce l'amministratore condominiale . Per lui l'annotazione dei consumi non riguarda solo il combustibile, ma anche l'elettricità consumata dalla caldaia (che spesso ha un circuito autonomo), l'acqua di rabbocco, e i prodotti chimici utilizzati. L'amministratore, però, è quasi sempre rimpiazzato in quest'ultimo compito dal terzo responsabile, che nove volte su dieci viene nominato nei condomini per gestire l'intero ciclo di funzionamento della caldaia nonché la sua manutenzione. Una curiosità: la valutazione del consumo di acqua di rabbocco non è volta al risparmio di questo liquido, ma a capire se vi è una perdita dei tubi, che è normalmente compensata da un dispositivo che rimpiazza l'acqua mancante. Tanta più acqua nuova entra in circuito, tanto più calcare viene immesso,. A sua volta il calcare tende a depositarsi sulle superfici roventi, abbassando il rendimento dell'impianto e talvolta provocando rotture ed incidenti.

Terzo attore sulla scena è l'installatore dell'impianto. Va a lui il compito di darne una dettagliata descrizione, nonchè quello di effettuarne il primo collaudo.

C'è poi il ruolo di chi fa la manutenzione annuale e le verifiche dei rendimenti di combustione. Può trattarsi del semplice manutentore o, per gli impianti centralizzati, del solito terzo responsabile.

Infine vi sono i verificatori incaricati dalla provincia o dal Comune (se con popolazione superiore a 40mila abitanti), che dovrebbero eseguire i controlli biennali su tutti gli impianti. Per le caldaie singole, però, i controlli esterni possono essere sostituiti da un'autocertificazione scritta su un apposito modello ed eseguita dal manutentore, ma inviata dal proprietario.

 

Le verifiche minime di legge sugli impianti termici

 

 

Controlli dell'utente impianto (inosservanza: sanzione da € 516,46 a € 2.582,28 ed eventuale sospensione dell'esercizio)*

Controlli di provincia o comune

Potenza impianto

prova di combustione (rendimento impianto)

manutenzione ordinaria

 

Inferiore 35 kw

biennale

annuale

biennali**

35 kw-350 kw

annuale

annuale

biennali

più di 350 kw

due volte all'anno

annuale

biennali

* I controlli vanno comunque eseguiti con modalità e tempi previsti dal costruttore dell'impianto

** Per tutti gli impianti termici, ma solo per il 5% di quelli autocertificati

Fonte: Ufficio Studi Confappi-Fna

 

Il meccanismo dei controlli degli enti locali Il decreto 432 del 1993 stabilisce in modo chiarissimo che ogni due anni tutti gli impianti termici esistenti in Italia siano controllati dagli enti locali, a spese degli utenti. Responsabili di queste verifiche sono i comuni, se hanno più di 40 mila abitanti. Negli altri casi, alle Province. Fanno eccezione gli impianti individuali sotto i 35 kw di potenza che sono la grandissima maggioranza e hanno un meccanismo tutto particolare di verifica. Esistono infatti due alternative. La prima è attendere il controllo stesso, come accade per tutti gli altri impianti. La seconda è che il manutentore compili un modulo di auto-verifica dell'impianto prescritto dalla legge (allegato h al Dpr 551/1999) e il proprietario lo invii ai "controllori". Contemporaneamente si versa su un conto corrente una somma ridotta (che va in media dai 5 ai 7 euro). Solo il 5% degli impianti autocertificati deve ricevere la visita dei verificatori. E così l'utilizzatore della caldaia evita non solo scocciature, ma anche esborsi, perché se la cava con una spesa pari a meno di un decimo di quella necessaria per un controllo reale.

Sorge però un dubbio: questi controlli ci sono stati veramente? Il panorama , in un inchiesta su queste pagine condotta tre anni fa (il Sole del 17 aprile 2000) era abbastanza sconfortante: niente controlli, per esempio, a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Torino, Bologna sugli impianti individuali (i più a rischio). Più attive le cittadine e, soprattutto, la provincia di Milano per i comuni di piccole dimensioni, l'Agenzia regionale dell'Ambiente per il Piemonte (Biella, Verbania, Novara, Asti), il comune e la provincia di Modena, il comune di Padova, quello di Savona, quello di Chieti e di Foggia. Insomma, quasi niente fatto. Con il 2003 i controlli, pur restando a macchia di leopardo, sembrano essersi attivati in molte località: ci risultano in corso o in programmazione anche in molti comuni importanti (Milano, Roma, Firenze, Genova e Torino), nonché in molti altri capoluoghi e provincie (citiamo a caso, in un elenco che non pretende di essere esaustivo, Bergamo, Brescia, Caltanissetta, Catanzaro, Como, Cremona, Cuneo, Ferrara, Grosseto, Imperia, Lucca, Mantova, Massa, Pavia, Pescara, Pistoia, Prato, Rimini, Trento, Udine, Varese, Vercelli, Verona, Vicenza). Esistono però ancora "buchi" importanti (Bologna dovrebbe attivarsi nel 2004, di Bolzano o Napoli non si sa nulla, e così via).