Norme e sanzioni a difesa del cliente. Sono fissate a livello regionale

 

Una rete di tutele per i clienti degli agriturismi

 

La legge-quadro nazionale (n. 96 del 20 febbraio 2006) e le norme regionali sull'agriturismo hanno tra i loro scopi quello di intessere intorno ai consumatori-clienti una rete di tutele. Una prima preoccupazione è quella di far sì che gli spazi disponibili siano organizzati senza eccessivi sovraffollamenti, anche perché - stando alle regole - i gestori di aziende di questo tipo (che sono, o dovrebbero essere, dedicate alla coltivazione della terra, all'allevamento o ad attività consimili) possono dedicare agli ospiti soltanto il tempo libero: è perciò posto un limite, che varia da regione a regione, al numero di letti e a quello dei posti a tavola.

Le tariffe massime vanno periodicamente comunicate (in genere al Comune) e quasi sempre affisse per la consultazione del pubblico nelle camere. Chi non si adegua va incontro a sanzioni (che, per esempio, in Toscana partono da 100 fino a 500 euro, e vengono raddoppiate in caso di recidiva).

In quasi tutte le regioni gli agriturismi sono classificati con il sistema alberghiero delle stelle (che diventano margherite in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, spighe in Toscana): naturalmente esse vengono assegnate con un punteggio parametrato ai servizi concessi.

Le leggi (o i loro regolamenti di esecuzione) stabiliscono in genere che l'idoneità dei locali è quella prevista per le normali abitazioni. Tuttavia sono richiesti requisiti igienici e funzionali particolari per i locali cucina e per le sale. Inoltre è fissato uno spazio minimo per ogni posto a sedere a tavola ed è richiesta per alcuni alloggi l'agibilità per i disabili (norma a cui si fa talora eccezione per gli agriturismi montani o quelli alloggiati in edifici con caratteristiche storico-architettoniche particolari).

La maggior parte delle Regioni tiene a specificare anche la dotazione delle camere da letto. Varia la valutazione sugli arredi indispensabili, come si può capire da qualche esempio: in Abruzzo una sedia per ogni letto, un armadio e un cestino per l'immondizia per ogni stanza, in Lombardia sono previsti anche i comodini, in Veneto al loro posto c'è un tavolino, in Emilia Romagna si aggiungono altre dotazioni).

I bagni, quando sono comuni (tra gli ospiti, mai tra ospiti e "padroni di casa") non possono servire più di un certo numero di stanze. I piatti offerti debbono elaborare, almeno in una certa misura, prodotti della terra o dell'allevamento dell'azienda stessa o quantomeno del circondario, privilegiando le pietanze tipiche e tradizionali. Requisiti igienici spesso minuziosi sono fissati per la vendita (a ospiti o anche a esterni) e, talora, per l'etichettatura di produzioni aziendali.

Determinate Regioni hanno norme particolarmente attente nella lotta contro i gestori che spacciano la propria attività come agriturismo, senza averne i requisiti: un fenomeno diffusissimo. In Toscana è prevista una sanzione da 2mila a 10mila euro, in Sicilia da 2.582 a 5.162 euro, in provincia di Trento si parte da 1.549 euro fino a un tetto massimo di 7.747, mentre in Lazio sono previsti "soltanto" mille euro per la prima violazione e fino a 3mila per quelle successive.