Nella pagella energetica conta anche il raffrescamento estivo

 

La climatizzazione estiva entra a prepotenza nella valutazione energetica degli edifici. D’ora in poi non conterà più soltanto quanta energia si consuma per riscaldare gli immobili d’inverno, ma anche quella che viene “sprecata” d’estate per raffrescarli. E’ un passo avanti inevitabile, se si pensa che questo tipo di consumi hanno un notevole peso nel bilancio energetico, soprattutto per certi tipi di edifici (alberghi, uffici o centri commerciali) e in certe regioni (il Centro-Sud della Penisola).

Le norme varate non dettano tetti di fabbisogno energetico estivo, per esempio per nuove costruzioni e ristrutturazioni totali, come accade invece per il riscaldamento. Si limitano, per ora, a imporre che nella certificazione energetica compaiano certi indici che chiariscano, per esempio ai candidati acquirenti di un immobile, in quale categoria di consumi è.

Non solo: ci si limita, in mancanza di una norma Uni apposita, a valutare il potere isolante dal caldo delle strutture (pareti, pavimenti, tetti e infissi) e non entra ancora nel gioco, e quindi nel calcolo, il potere raffrescante degli impianti (condizionatori, pompe di calore, eccetera). Infine la valutazione è per il momento facoltativa nella certificazione di singole unità immobiliari residenziali di superficie utile inferiore o uguale a 200 m2.

Il primo passo in questa direzione è stato fatto dal Dpr n. 59/2009 che prevede (dal 25 giugno) un tetto di energia utile prodotta dagli impianti perché i locali interni non superino d’estate i 26 gradi di temperatura. Per le residenze esso è pari a 30 kWh al metro quadro- anno nelle zone climatiche C, D, E, e F, cioè nel 98% dei comuni Italiani, e sale a 40 KWh al metro quadro nelle zone A e B (il restante 2%). Chi lo supera si vede attribuire un cattivo voto in condotta. Diversi i criteri per gli immobili commerciali in cui il parametro di riferimento è il metro cubo.

Al Dpr hanno fatto seguito le linee guida sulla certificazione energetica (Dm Sviluppo 26 giugno 2009, in vigore dal 25 luglio) che hanno determinato una particolare classifica del raffrescamento dell’involucro, dalla qualità prestazionale I alla V. Chi non intende far eseguire tale valutazione, si vede attribuire automaticamente la categoria V. Vengono date ai progettisti due differenti strade per l’individuazione delle categorie , uno basato dell’indice di prestazione termica e il secondo su sulla determinazione di parametri qualitativi.

I bisogni energetici derivanti dal condizionamento estivo, quindi, non sono ancor inglobati nella classificazione energetica dell’edificio (dalla A+ alla G), ma hanno una pagella a parte. Perché si giunga, come sarebbe auspicabile, a un voto unico che tenga conto sia dell’inverno che dell’estate, bisogna che sia varata la parte terza della Norma Uni 11300. Non ci vorrà molto, perché la proposta di norma è stata già diffusa tra i tecnici del settore a caccia di critiche e suggerimenti, per essere sottoposta a una sorta di “referendum”che si è chiuso a luglio. La proposta riveduta e corretta è ormai pronta per il varo. Dopo la pubblicazione occorrerà un decreto che la recepisca, che forse tarderà non poco ad essere varato, per “far digerire” ai tecnici la novità.

Quindi per ora siamo a un fase intermedia. Gli attuali criteri di valutazione dell’involucro non sono esenti da critiche. Secondo Franco Soma, esperto di norme energetiche e responsabile di Edilclima, siamo a un approccio approssimativo: “Il metodo utilizzato non tiene conto che del fatto che quanto fresco fa in un locale dipende anche da altri fattori: per esempio da quanto è frequentato (il condizionamento necessario a un cinema che ospita un centinaio di persone è diverso da quello necessario a un capannone della stessa cubatura). Oppure dagli apparecchi installati nella stanza (in una cucina con il gas acceso fa più caldo che in una stanza da letto)”.

Per un calcolo corretto dei consumi, inoltre, non si può far riferimento solo all’energia utile necessaria prodotta dagli apparecchi, (i 30 kWh al metro quadro- anno del Dpr), ma conta anche l’energia primaria: se infatti per produrre 30 kW ne consumo quattro volte tanto di combustibile fossile, il risparmio energetico rischia di andare a farsi friggere.

 

Meglio isolare con coperture e pensiline

 

Come raggiungere un buon voto in pagella per il condizionamento estivo? A parte la scelta di un impianto efficiente, la soluzione resta quella di catturare il meno possibile il caldo estivo. Mentre per il condizionamento invernale hanno una cruciale importanza le coibentazioni di muri , pavimenti e soffitti, in quello estivo il principale punto debole sono le finestre, soprattutto quelle sottoposte a forti irraggiamenti perché esposte a sud, o comunque a sud-ovest. Il Dpr n. 59/2009. perciò, ha dettato precise prescrizioni, valide per tutti gli edifici esistenti, con espressa eccezione solo per quelli artigianali, industriali e adibiti ad attività sportive. Esse dipendono dal tipo di opere affrontate. In caso di nuove costruzioni, ristrutturazioni integrali, sostituzioni edilizie e ampliamenti volumetrici superiori al 20%; é resa obbligatoria la presenza di schermature solari esterne. Si tratta di dispositivi mobili, che si estendono o si chiudono “a pacchetto” o a avvolgimento, autonomi dalla vetrata, e in genere costituiti da lame di alluminio, di legno o in tessuto per esterno. Spesso coprono “a pensilina” la finestra. Viceversa, in caso di manutenzioni straordinarie dell’involucro edilizio, ampliamenti inferiori al 20% del volume o nuova installazione o ristrutturazione di impianti termici in edifici esistenti, in alternativa a sistemi schermanti è possibile ricorrere anche a sistemi filtranti, cioè pellicole da applicare sui vetri.

Sia per le opere importanti che per le semplici ristrutturazioni, il progettista addetto può giustificare in una relazione tecnica una scelta alternativa: quella di servirsi, al posto di schermature o pellicole, di vetri con fattore solare fino a 0,5 (cioè che riducono perlomeno a metà l’apporto calorico dell’energia solare). Si tratta di aggiungere alle funzioni già previste dalle norme per doppi e tripli vetri (coibentazioni e di riduzione del rumore), la nuova funzione del basso fattore solare, attraverso un apposito trattamento che fa lievitare i costi, ma non troppo.

 

La pagella del condizionamento

 

Kilowatt/ora al mq annuo)*
Prestazioni
Qualità prestazionale
Meno di 10 
ottime 
I
Tra 10 e 20
buone
II
Tra 20 e 30
medie
III
Tra 230 e 40
sufficienti
IV
Più di 40
mediocri
V

 

* Metodo basato sull’indice di prestazione termica. Lo scopo è non superare i 26 gradi medi negli ambienti

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori su Dm Sviluppo 26 giugno 2009

 

 

Limiti di consumo per gli edifici

 

Tipo di immobili

Zone climatiche A e B

Altre zone climatiche

Residenze, alberghi, pensioni, residence

40 kWh/mq anno

30 kWh/mq anno

Tutti gli altri edifici

14 kWh/mc anno

10 kWh/mc anno

 

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Confappi-Federamministratori su Dpr n. 59/2009