Portiere condomino e conflitto di interessi

 

Durante l'assemblea nella quale si discuterà del servizio di portierato, della sua eventuale riduzione d'orario e del suo nuovo mansionario, al momento della votazione essendo il portiere in questione anche un condomino, si può presumere l'imbarazzo degli altri condomini a discuterne e votare senza imbarazzi... è possibile svolgere una votazione segreta? credo di no ,ma se si qual è una procedura? Altrimenti si può far votare il signore in questione in qualità di condomino e farlo uscire in qualità di portiere e procedere tutti quanti al perfezionamento della votazione? Esiste un modo che non renda nè nulla nè annullabile l'assemblea o impugnabile il verbale per vizio di forma che ci permetta di discutere e votare serenamente e bypassare questo conflitto di interessi?. Isabella Bianchi

Non vi è alcun dubbio sul fatto che il voto a scrutino segreto renda nulla una delibera di condominio, per un lungo elenco di ragioni (tra l'altro perché il voto segreto contrasta con la trasparenza che deve informare le decisioni dell'organo collegiale del condominio, al fine di consentire la verifica della valida formazione della volontà). Quanto al conflitto di interessi, esso è stato più volte riaffermato dalla giurisprudenza rispetto alle delibere di nomina dell'amministratore e di approvazione del rendiconto, se l'amministratore è anche condomino o è portatore di deleghe da parte di condomini. E' stata infatti ritenuta applicabile al condominio la disposizione dell'articolo 2373 Codice civile riguardante il conflitto di interessi tra i soci e la società. Si configurerebbe infatti l'assurdo di cumulare, nella sua persona, le due parti contrattuali di mandante e di mandatario.

Meno certo è il conflitto di interessi del portiere-condomino, che da una parte è dipendente e dall'altra datore di lavoro. Anche in questo caso secondo certe affermazioni della Cassazione esisterebbe comunque (sentenza 14 novembre 1997, n. 11254, che ha puntualizzato che "deve ritenersi applicabile, quanto al computo della maggioranza dell'assemblea condominiale, la norma dettata, in materia di società, per il conflitto di interessi, con conseguente esclusione dal diritto di voto di tutti quei condomini che, rispetto a una delibera assembleare, si pongano come portatori di interessi propri, in potenziale conflitto con quello del condominio" . Tuttavia il problema resta peloso. Infatti, se il portiere non partecipa all'assemblea, o se ne va durante il corso dell'assemblea stessa (e ciò viene annotato sul verbale), non mettendo in crisi per questo le maggioranze per la convocazione, tutto bene. Se invece viene e resta deve anche poter votare. Non basta l'astensione, che è equiparabile a voto contrario. Pertanto voterà, e il suo voto sarà però impugnabile in giudizio in seguito per conflitto di interessi.. Siamo perfettamente consci dell'assurdità provocata dall'incrociarsi di queste regole, ma non riusciamo a ipotizzare una soluzione giuridicamente ineccepibile diversa da questa.