Libretto impianto e caldaia: da settembre la sostituzione

 

Dal primo settembre cambiano i documenti che proprietari di casa e amministratori condominiali debbono conservare insieme alla caldaia, centralizzata o singola che sia. Praticamente tutti gli italiani proprietari di un impianto termico hanno l'obbligo di darsi da fare per procurarsi i nuovi "libretti caldaia" e i nuovi "libretti di impianto" (previsti, rispettivamente, per chi possiede un impianto termoautonomo o uno centralizzato). Chi non lo farà, è soggetto a sanzioni.

Cosa sono i libretti "termici" Si tratta di due documenti con più pagine, spesso direttamente forniti da chi vende la caldaia. Nei libretti vanno annotati dai tecnici non solo le caratteristiche dell’impianto stesso, ma anche tutti gli interventi di controllo e manutenzione effettuati.. La responsabilità del fatto che una annotazione non sia stata fatta ricade sul proprietario dell'impianto o comunque su chi ne fa uso. Se il riscaldamento è termoautonomo, si tratterà di chi abita il singolo appartamento (proprietario o inquilino che sia). Se invece è centralizzato, in genere è il cosiddetto "terzo responsabile", cioè la ditta che si cura dell'esercizio e dei controlli dell'impianto stesso, che deve assumersi la responsabilità. Ciò significa che in qualsiasi momento gli enti preposti al controllo dell’impianto stesso potranno pretendere di dare uno sguardo a questi libretti, verificando la data di ogni intervento di conservazione e manutenzione e la corrispondenza tra le verifiche tecniche fatte dal responsabile dell’impianto quelle eseguiti dall’ente delegato al controllo.

Come sono fatti La prima parte dei due libretti è destinata alla descrizione degli apparecchi e delle loro caratteristiche. Per gli impianti centralizzati vanno riportati perfino i consumi durante il periodo invernale e sono analizzati anche singoli componenti (caldaia, bruciatore, pompe di circolazione) di cui va segnalata l’eventuale sostituzione. Per gli impianti singoli si richiede anche il tipo di scarichi per l’evacuazione dei fumi e come avvenga la ventilazione (aerazione) dei locali, in caso di caldaietta a fiamma aperta . La responsabilità della compilazione, in questo caso, ricade sulla ditta installatrice.

Particolari schede sono poi dedicate ai risultati dei controlli sulla manutenzione dell’impianto stesso. Alcuni di essi vanno fatti con particolari apparecchi (temperatura dei fumi, temperatura ambiente, percentuale di anidride carbonica, ossido di carbonio e ossigeno, rendimento di combustione e così via), altri visivamente (stato delle coibentazioni).

Differenza tra libretto d'impianto e di centrale. Il primo è di compilazione meno difficile, ha meno pagine ed è destinato alle caldaie con potenza pari o inferiore a 35 Kw . Per esse è prevista la manutenzione, effettuata da un tecnico, almeno una volta all’anno, normalmente all’inizio del periodo di riscaldamento e un'ulteriore verifica, ogni due anni, del rendimento di combustione. Attenzione: non tutti gli impianti termoautonomi sono sotto questa potenza: se riscaldano ambienti vasti o anche solo una villetta, possono superarla. Per le caldaie da 35 a 350 Kw sia la manutenzione che i controlli da annotare sul libretto sono annuali, e per quelle che superano i 350 Kw (condomini a più piani) i controlli salgono a due all'anno: il secondo prevede solo il rendimento di combustione ed è effettuato normalmente a metà del periodo di riscaldamento.

Nel caso in cui i controlli sul rendimento diano esito negativo, la caldaia va sostituita entro 300 giorni solari a partire dalla data della verifica.

Cosa dicono le nuove norme. I modelli dei nuovi libretti sono stati approvati con un decreto ministeriale (Ministero delle Attività produttive del 17 marzo 2003). I nuovi libretti andranno conservati insieme a quelli vecchi e compilati dai tecnici a partire dall'1 settembre 2003.

Sanzioni Il mancato conservazione o compilazione dei libretti è sanzionata con una multa variabile da 516 a 2.582 euro. Un ulteriore multa (da 258 a 2.582 euro) colpisce chi non ha adeguato l'impianto alle norme di sicurezza.

Flavio Chiodini, segretario nazionale Confappi-Fna (Confederazione piccola proprietà immobiliare)