Contatori dell’acqua e millesimi accettati nei fatti

 

 

In un condominio ove i consumi dell'acqua sono piuttosto elevati, la maggioranza dei condomini vorrebbe installare dei contatori per ogni appartamento. Premetto col dire che ogni unità immobilare è servita da tre o quattro colonne acqua e, per tanto, ad ogni colonna andrebbe installato un contatore con costi anche abbastanza elevati. Il regolamento contrattuale per la ripartizione dell'acqua sanitaria non prevede nessun tipo di tabella. I miei predecessori hanno sempre ripartito tale spesa in base ai millesimi e così sto facendo anch'io da qualche anno.

In base a tali premesse il quesito è: La maggioranza delle teste e dei millesimi può obbligare gli altri ad installare i contatori e, per tanto, variare il sistema di ripartizione? Nel caso di affermazione negativa quali sono le maggioranze per tale trasformazione? Solo i favorevoli possono installare i contatori e pagare in base al loro consumo? Se si con gli altri come mi devo comportare?

Grazie e Distinti saluti. Erami Giorgio - iscrizione n° rm688

 

Come Le spiegheremo, il problema non è tanto l’installazione dei contatori, quanto la variazione dei metodi di calcolo della spesa. Infatti l'assemblea può deliberare l'installazione di contatori individuali e il riparto della relativa spesa è posto a carico di tutti i condomini in base alle quote millesimali di proprietà, trattandosi di spesa necessaria alla ripartizione delle spese di un servizio comune. Vertendosi, peraltro, in materia di modifica regolamentare, la maggioranza prevista è quella di cui all'articolo 1136, commi 2 e 4 del Codice civile (maggioranza degli intervenuti e di 500 millesimi)  mentre non sembra applicabile la disposizione di cui all'articolo 1121, comma 2, del Codice civile, in tema di innovazioni gravose e voluttuarie. Tuttavia il vero scopo dei contatori è suddividere la spesa in base al consumo. Ebbene, la giurisprudenza parla, in caso di pluriennale accettazione da parte dei condomini di una certa ripartizione (per esempio in base ai millesimi di proprietà) , di “facta concludentia”, cioè di accettazione nei fatti. Tale accettazione è presupposta come se fosse stata all’unanimità, e quindi occorrono mille millesimi per cambiarla.

In definitiva si può anche rischiare l’installazione e la nuova suddivisione in base al consumo, sperando che non vi sia impugnazione, e contando che si crei una nuova situazione di “facta concludentia”. Ma è, appunto, un rischio.