Comunicato stampa

lunedì 26 giugno 2000

Verrà inserita nella Finanziaria 2001 la detassazione completa Irpef dell'abitazione principale. Lo ha affermato, oggi, il ministro delle Finanze Del Turco, che ha avuto modo anche di dire che la pressione fiscale sulla casa "è divenuta insostenibile".

Nel prendere atto con soddisfazione delle promesse del ministro, Silvio Rezzonico presidente della Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare) ha così commentato: "Si fa giustizia, finalmente, di una vera e propria acrobazia logica secondo cui ad essere tassato era il "reddito figurativo di un immobile", il quanto il suo proprietario, vivendoci dentro, non doveva pagare un affitto. Senza tener conto del fatto che l'acquisto dell'immobile era fatto con i risparmi, già abbondantemente tassati, del contribuente e pagando tanto di imposta di registro, ipotecarie e catastali e quant'altro".

"Tuttavia", continua Rezzonico, "non bisogna dimenticare che l'Irpef è attualmente, per chi abita l'immobile di proprietà, il minore dei problemi: sono ormai esenti gli immobili con rendita catastale pari o inferiore a 1,8 milioni di lire, quindi un'alta percentuale di quelli esistenti. Viceversa l'imposta sul reddito resta una vera e propria mazzata per chi affitta, anche a prima casa, un'abitazione, oppure loca un altro immobile: in tal caso, infatti, entra in gioco non un imponibile fittizio, come la rendita catastale, ma i canoni di affitto che sono assai più alti e che qualcuno perdipiù vorrebbe veder tassati per intero, tolta la tradizionale deduzione del 15%".

Basta fare qualche calcolo per accorgersi come, in questo caso, la redditività netta di un immobile precipiti al 2% annuo al massimo (ma spesso a molto meno) rendendo l'investimento nel mattone a reddito largamente meno conveniente di qualsiasi altro impiego di denaro. Non c'è che da sperare, quindi, che la detassazione Irpef della prima casa non sia che il primo passo contro quella che il ministro definisce, giustamente , come un pressione fiscale insostenibile.

Per informazioni: Ufficio Studi Confappi, tel 02 48.00.70.80 telefax 02 48.19.41.77