Studio per Il Giornale

L'interpretazione Confappi in contrasto con la Circolare delle Finanze

Non punibile chi ha applicato l'Ici agevolata sul box

 

Chi ha applicato l'anno scorso l'aliquota ridotta prevista per l'abitazione principale anche al box o al posto auto di pertinenza, ha diritto di non essere sanzionato. Tutt'alpiù dovrà pagare la differenza tra l'imposta dovuta e quella effettivamente versata, senza interessi ne multe. E' questa la tesi della Confappi (Confederazione piccola proprietà immobiliare), che smentisce quanto affermato in una recente circolare del ministero delle Finanze, la n. 23/E.

Ricostruiamo i fatti. L'anno scorso il ministero delle Finanze, con la circolare n. 114/E, ha affermato con l'aliquota per l'abitazione principale si applica anche alle pertinenze della prima casa. Il caso tipico è quello dei box che hanno una rendita catastale, quindi un imponibile autonomo.

La circolare, che riprendeva un decisione del Consiglio di Stato, è stata un fulmine a ciel sereno. Di li a pochi giorni i contribuenti avrebbero dovuto pagare la prima rata dell'imposta comunale sugli immobili. Immediatamente i comuni, rappresentati dall'Anci, sono insorti, per paura di incassare di meno. Tanto hanno fatto e tanto hanno detto che alla fine il Governo, con la legge Finanziaria 2000 (articolo 30, commi 12 e 13) è ricorso a un compromesso. Ha in sostanza stabilito che il principio di applicare ai box l'aliquota prima casa sarà valido solo dall'1 gennaio 2000 (salvo delibere comunali contrarie). Fino all'anno 1999, invece, i box dovevano pagare l'Ici con l'aliquota "normale" stabilita dal comune, non con quella "scontata" prevista per la prima casa.

Fin qui i fatti. Ma cosa accade ai contribuenti, che, fidandosi della circolare del Ministero delle Finanze e degli articoli comparsi su tutta la stampa nazionale e locale hanno pagato l'Ici ridotta sui box? Secondo l'ultima circolare delle Finanze non hanno scampo: dovranno pagare l'Ici per intero, più sanzioni e interessi. Secondo Silvio Rezzonico, presidente della Confappi, invece le cose non stanno così: "Esiste un principio che sta alla base di tutto l'ordinamento giuridico", dice Rezzonico, " che è quello del cosiddetto "affidamento. Più volte la giurisprudenza, in occasione di fondati dubbi sulle contraddizioni della legislazione fiscale, ha previsto che non fossero applicabili le sanzioni, se il cittadino ha agito in buona fede.. Credo che non esista caso più giustificato di questo per concludere che il contribuente non debba nulla, né a titolo di interessi né a titolo di sanzioni sull'Ici. Tuttalpiù dovrà pagare la differenza tra imposta che ha versato e quella che doveva versare".